Considerazioni di un’italiana in Svezia

Giulia

Da Chieti in Svezia per un anno

Il Paese del logom, del "perfetto" soggettivo e personale. Della "fika" (pausa caffè) che è un vero e proprio rituale. Dei kräftor mangiati in quantità industriali neanche fossero patatine.

Il Paese delle metropolitane sempre in anticipo di due minuti, cosa inconcepibile ed insostenibile per un italiano. Del mentore a scuola sempre presente e dei professori che "quando lo volete il break?".
Il Paese dove dopo le elezioni tutti sanno perfettamente le percentuali di ogni singolo partito e nonostante siano al governo il partito di sinistra ed il "Green Party" sono tutti disperati perché il partito di destra ha aumentato i suoi voti del 5%.
Il Paese dove prima di comprare ti accerti che le uova siano ecologiche per il "Friendly Environment".
Il Paese del "terrengånde", chi sa adattarsi a qualsiasi tipo di situazione.
Il Paese dell'Allmansrätten, dove tutti sono al "posto giusto" sempre e dovunque.
Il Paese dove appena si ha un momento libero che sia durante la settimana o nei weekend si va a funghi, preferibilmente "Kantareller".
Il Paese dei cartelli stradali rigorosamente blu e gialli, delle finestre sempre senza tende e dei cuscini minuscoli su letti ad una piazza e mezza.
Il Paese dove se a cena manca qualcosa che può essere anche associata anche minimamente ad una sottospecie di "salsa" sentirai qualcuno dire: "Ma come, mangiamo senza salsa? Senza insalata?", che in realtà tutto è tranne che insalata.
Il Paese della mensa a scuola e dei compagni di classe tutti gentili ma che dopo le lezioni ognuno è: "Allora ci vediamo domani" o "Buon fine settimana".

Il Paese del "pecorinorisotto" su Linas Matkasse e di tutti gli altri nomi improponibili ed impronunciabili spacciati per italiani su questi libricini di ricette.
Il Paese delle caramelle in ogni dove, di supermercati degni di essere definiti tali solo se dotati di scaffali chilometrici di dolciumi e cioccolate di ogni gusto, tipo e colore.
Il Paese dove le orecchiette sono spacciate per "gnocchi", dove hanno il giorno nazionale per le "Kanelbullar" e dove il martedì è la giornata dell'ärtsoppa, che poi però abbiamo mangiato un sabato sera.
Il Paese dove tutti fanno il compleanno a settembre, dove tutti sono di corsa, dove lo stato d'animo cambia in maniera esponenziale a seconda del tempo.
Il Paese dove se usi l'ombrello quando piove non sei veramente svedese e la giacca invernale la tiri fuori solo se fa la neve (letteralmente). Dove la sauna ed il bagno nell'acqua gelata del mare o del lago sono d'obbligo.
Il Paese dove ho scelto di trascorrere il mio anno all'estero.

Giulia

Da Chieti in Svezia per un anno

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    Simone

    da Lanusei-Tortolì in Germania per un anno

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