Ho ancora molto da imparare dalla mia amata “Magyarország”

Riccardo

Da Palermo in Ungheria per un anno

É fatta, sono qui, in Ungheria! É da Budapest che vi scrivo, per condividere con voi quello che ho imparato in questi 3 primi e intensi mesi nella terra del popolo magiaro.

Qui molti mi chiedono, perché io abbia scelto l’Ungheria, la mia solita risposta è “la musica”, dato che qui c’é una lunga tradizione musicale, tuttavia prima di iniziare la mia avventura “ungherese”, non sapevo nulla di questo paese! Ma l’importante è essere arrivato qui e avere scoperto che alla fine non serve andare dall’altra parte del mondo per trovare un Paese tanto diverso e tanto meraviglioso!

Da dove iniziare? Il cibo qui è molto diverso. Io in Italia ero abituato a mangiare ogni giorno pasta, qui invece ogni giorno si mangia “leves”, la zuppa. Gli ungheresi sono capaci di preparare zuppe con qualsiasi cosa ! Ho mangiato più zuppe in questi 3 mesi che in tutta la mia vita, alcune davvero molto strane: ad esempio la “gyümölcsleves”, la zuppa di frutta o la “tojásleves”, la zuppa di uovo! All’inizio mi sembravano davvero tanto strane, tuttavia adesso ho imparato ad assaggiare prima di giudicare e ho scoperto che nella loro “stranezza” sono dei piatti deliziosi! La mia zuppa preferita rimane comunque il famoso “gulyas”, assolutamente da provare!

In Italia a colazione abitualmente mangio piatti “dolci” (cornetti per esempio), qui in Ungheria è esattamente il contrario, sembra addirittura strano ai miei genitori ospitanti che io mangi qualcosa di dolce a colazione! Qui fin da prima mattina si mangiano molti salumi, formaggi, uova, verdure. Una delle verdure tipiche ungheresi è la paprika, che loro usano moltissimo e mettono dovunque, non a caso è stato un ungherese (il qui famosissimo Szent-Gyorgyi Albert) ad avere scoperto è possibile estrarre la vitamina C proprio dalla paprika. Un altro ingrediente molto comune nella “konyha” (cucina) ungherese è il “mák”, il papavero, soprattutto nei dolci, dal sapore molto particolare.

In Italia ero abituato a cenare molto tardi, alle 8 o alle 9, qui invece si cena davvero molto presto! Si può “cenare” anche alle 5 del pomeriggio, gli orari sono davvero molto differenti.

Ho mangiato più zuppe in questi 3 mesi che in tutta la mia vita.

Qui l’Italia e i piatti italiani sono molto apprezzati ed è possibile trovare ristoranti italiani un po’ ovunque (sebbene il cibo non sia proprio italiano!). Ricordo ancora quando un giorno, al ristorante con alcuni compagni di classe, vidi una mia compagna mangiare degli “spaghetti alla bolognese” usando il coltello e la forchetta per tagliarli e poi prendere il tutto più “facilmente” col cucchiaio! Io non immaginerei mai di mangiare la pasta col coltello, poveri spaghetti!

Qui togliersi le scarpe quando si entra in casa propria e in casa degli altri è un gesto molto importante. Adesso è quasi automatico ma all’inizio mi sembrava alquanto strano, inusuale.

Uno degli aspetti più belli di questo paese è sicuramente la natura: qui ci sono alberi e boschi dovunque, laghi e fiumi ( che per lo più dipendono dal Danubio ) e il Balaton, il lago più grande d’Europa, il cosiddetto “magyar tenger”, “mare ungherese”, davvero meraviglioso!

Per non parlare poi dei monumenti! Budapest, col suo castello o la straordinaria “Margit Sziget”, l’isoletta che si trova sul Danubio o Visegrád dove si trova il palazzo del re Mátyás e della regina (napoletana!) Beatrice e il “kilátó”, il luogo più alto dell’Ungheria, da cui é possibile vedere il Danubio che si estende fino all’orizzonte.

E i paesini, con le casette piccole piccole e i tetti a V, dove ancora è viva la cultura popolare e dove la vita è scandita al ritmo delle musiche e delle danze tradizionali.

La danza è uno degli aspetti tipici di questa cultura ed è davvero possibile capirlo solamente ballando con loro! Anche io ho provato: non sapendo come iniziare, mi hanno preso per mano e ci siamo messi in cerchio. Ridendo dei miei errori, mi hanno insegnato pian piano i passi, sono entrato nel ritmo e dopo un po’, i miei piedi andavano da soli! Ballare a ritmo delle loro musiche, strane ma con un nonsoché di affascinante e misterioso, mi ha fatto sentire per qualche minuto davvero “magyar”.

Ma una delle cose più belle é soprattutto la lingua. La lingua ungherese credo sia uno dei principali “muri” che divide la cultura di questo paese dal resto del mondo, difficile ma allo stesso tempo particolarissima é bellissima.

Essendo parlata solamente in Ungheria e abbastanza complicata, non molti sono interessati ad essa, tuttavia é possibile comprendere e apprezzare la cultura di questo paese solamente imparandola! All’inizio ovviamente non capivo nulla, però pian piano tutto diventava più chiaro e adesso dopo 3 mesi, riesco a comprendere e a comunicare senza problemi.

É interessante che il verbo “spiegare, chiarire”, qui in ungherese si dica “magyarázni”, letteralmente “dire in ungherese”: quella che a noi appare una lingua impossibile e oscura é per loro invece la lingua che per eccellenza “chiarifica”!

Una delle cose più belle é soprattutto la lingua.

Oltre ad avere una lunga tradizione letteraria, fanno parte della cultura ungherese le moltissime “mesék”, le bellissime favole, patrimonio culturale di questo paese!

E tra non molto arriverà il Natale! Qui é la festa più importante dell’anno e con essa arriverà anche la neve, non vedo l’ora! Per me che vengo dalla calda Sicilia, che non ho mai sciato, che non ho mai pattinato sul ghiaccio, che non ho mai costruito un pupazzo di neve, sarà di sicuro uno degli inverni più belli della mia vita!

Tra l’altro qui in Ungheria ci sarà il 6 dicembre il “Mikulás”, la giornata di Babbo Natale, una festa tipica ungherese. Il 6 dicembre, di primo mattino, arriverà Télapó ( Babbo Natale ) e porterà dei regali ( ma solo ai bambini più buoni! ) e li metterà … nelle loro scarpe, che proprio per l’occasione verranno appese fuori dalle finestre! Spero che il Télapó avrà qualcosa anche per me!

A Natale invece ci sarà la tradizionale cena dove potrò assaggiare molti dei piatti tipici natalizi, soprattutto a base di pesce. Spero che tutto sarà davvero “finom” ( delizioso ).

Ci sarebbe davvero ancora molto da dire e sicuramente ho ancora molto da imparare dalla mia amata “Magyarország”.

Aspettando con ansia il mio primo vero inverno, auguro buona fortuna a tutti i prossimi studenti di Intercultura, sperando che in molti sceglieranno questo paese e ringrazio infinitamente la mia famiglia e Intercultura che mi ha permesso di essere qui in questo momento.

Riccardo

Da Palermo in Ungheria per un anno

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