Incontro inatteso

Aurora

Mamma ospitante di Guo, dalla Cina in Italia per un anno

Come al solito, arrivo all’inizio dell’estate e non ho ancora deciso cosa farò nelle vacanze. E’ cosi da sempre, un po’ perché non riesco a decidere e un po’ per pigrizia. Ogni anno a luglio affermo che non faro nulla se non andare al mare in Sardegna dalla mia amica Susanna, poi, arriva puntuale un invito: “Cosa fai quest’estate? Vieni con noi in…?”.
L’anno scorso il Ladack che sognavo da tempo, quest’anno la proposta riguarda lo Yunnan, che devo confessare non sapevo neanche bene in quale parte della Cina si trovasse. Dopo qualche perplessitá iniziale accetto, soprattutto perché ho un conto in sospeso con la Cina. Il mio bimbo cinese, Long, che é stato a casa nostra in Italia dieci anni fa all’etá di sedici anni, si é sposato nel 2015 e ha invitato tutti noi al matrimonio. Purtroppo le date coincidevano con la laurea triennale di mio figlio Luca e quindi non siamo andati ma la curiositá di visitare quel grande Paese e, soprattutto, il desiderio di rivedere Long e la sua nuova famiglia mi sono rimasti. Allora decido di partecipare al viaggio e scopro che per una incredibile coincidenza la coordinatrice del viaggio é Anna, capo ufficio stampa di Intercultura. Quindi scrivo immediatamente a Long che mi risponde con entusiasmo. “Certo, mamma, vengo a trovarti in Yunnan!”.
Dopo aver perso due voli aerei e una valigia, la mia, arriviamo in Cina. Decido di non scoraggiarmi, prima o poi la mia valigia sarà ritrovata e nel frattempo compro vestiti e accessori vari per poter continuare il mio viaggio tranquilla. Intanto decido con Long che il momento migliore per incontrarci sará durante gli ultimi giorni a Kunming, dove il gruppo di viaggio stará fermo per due giorni consecutivi.

E da quel momento inizia l’attesa, anche perché Long mi invia un email al giorno per definire tutto ma in particolare vuole avere informazioni per portarmi i regali giusti. Ci ha sempre tenuto molto a farci dei regali, anche dieci anni fa era cosi.

L’esperienza della sua ospitalità non è stata semplicissima, soprattutto all’inizio. Long faceva parte di uno dei primi gruppi di ragazzi in arrivo dalla Cina e, come l’ho sempre descritto, era come un “marziano” caduto sulla Terra. Tutto era strano e diverso per lui che arrivava da un mondo di “boarding school”, non aveva alcuna idea di come fosse questo “mondo occidentale” e soprattutto come si viveva in una famiglia italiana, ma era sveglio e determinato a vivere appieno la sua esperienza. La scuola non era il suo interesse principale, soprattutto quando ha avuto la certezza che al ritorno in Cina avrebbe dovuto rifare l’anno scolastico, e noi all’inizio ci siamo preoccupati ma poi abbiamo capito che in fondo i voti non erano cosi importanti. Long andava a scuola tutti i giorni e le relazioni con i compagni erano ottime, giá dai primi mesi aveva iniziato molte attivitá a scuola e fuori dalla scuola, che andavano dal cantare la tragedia greca, frequentava uno dei migliori licei classici di Torino, alla street dance praticata in una “casa del quartiere” a Mirafiori Sud, periferia sud di Torino. Long era molto agile e con la “street dance” era arrivato ad un ottimo livello tanto che era riuscito ad entrare nel gruppo spettacolo e si esibiva nelle piazze di Torino.

Alcuni scatti dal viaggio di Aurora in Cina

Il nostro viaggio prosegue in questa Cina che uno non riesce mai a immaginarsi davvero, incontrando tanti buffi e improbabili cinesi, da una parte decine di etnie diverse che indossano costumi tradizionali e dall’altra migliaia di turisti cinesi di Shangai, Shenzen, Pechino che arrivano a visitare lo Yunnan e trasformano noi pochi occidentali in curiositá da fotografare.

Arriva finalmente il 20 agosto. Long prende un volo aereo da Shijiazhuang, la cittá in cui vive, e dopo tre ore é a Kunming e io, la stessa sera, prendo un treno notturno da Lijijang e arrivo il 21 al mattino. Abbiamo appuntamento nella hall di un hotel di Kunming dove il mio gruppo si fermerá per una sosta ristoratrice.

Durante il viaggio credo di aver trasmesso il mio entusiasmo per questo incontro a tutti i partecipanti cosi adesso sono curiosi e in attesa di questo strano ricongiungimento famigliare. Per chi non ha mai ospitato un teenager per un anno con Intercultura trova davvero incredibile che in un solo anno si possa instaurare un rapporto cosi profondo tra la famiglia e il ragazzo ospitato. E invece succede. É ovvio che non si nasce “famiglia ospitante” lo si diventa mettendosi in gioco ogni giorno, accettando le differenze con curiositá e anche un po’ di humor, e soprattutto con la consapevolezza che si ha a che fare con un adolescente e quindi che si devono perdonare anche le eventuali distrazioni, dimenticanze e tutto ciò che caratterizza un ragazzino di sedici anni.
Alle 9:30 del 21 agosto Long arriva all’hotel con un incredibile numero di borse e pacchetti. Ovviamente ci riconosciamo al volo e ci abbracciamo con lo stesso affetto con cui ci siamo abbracciati dieci anni fa quando, con le lacrime che scendevano copiose, é salito sul treno che lo riportava a Roma e poi in Cina. Poi le presentazioni al gruppo, tutti hanno voglia di fargli mille domande e, dopo le risposte di rito, ci isoliamo in un salottino a raccontarci tutto ciò che dobbiamo dirci da tempo. Non proprio soli perché Riccardo, compagno di Anna e fotografo, cattura ogni momento con il suo obiettivo e continuerà per tutto il giorno facendoci sentire come due star.
Trascorriamo tutto il giorno insieme al gruppo visitando Kunming ma riusciamo sempre a ritagliarci momenti di tranquillitá in cui Long mi racconta tutto ciö che é successo in questi dieci anni: la sua nuova vita di marito e padre di un bimbo di un anno, in attesa di un secondo bimbo; la sua rinuncia al sogno di diventare cuoco, perchè in Cina sono i genitori che decidono per i figli e se appartieni a una famiglia importante proprio non puoi fare ciò che vuoi; la sua “contenuta” perdita economica a causa della quale é dovuto tornare a vivere a casa della mamma, dovendo cosi affrontare l’annoso problema di convivenza tra la mamma e la moglie! Mi racconta tutto con grande naturalezza e si aspetta da me i consigli di vita esattamente come facevo dieci anni fa quando chiaccheravo con lui in macchina tornando a casa da scuola e cercavo di dargli aiuto e consigli.Mi confessa anche che allora Fabio, mio marito che ora non c’é più, era stato fondamentale per lui poiché gli aveva dato alcune regole di comportamento e di relazione sociale che gli hanno cambiato la vita e che nessuno gli aveva insegnato prima. Ovviamente mi commuovo a questo bellissimo ricordo di Fabio che Long porta con se, ma con le sue parole mi conferma anche che l’affetto che aveva per noi non é cambiato in questi anni e che gli siamo mancati tantissimo. Poi videochiama casa e parla con il suo bimbo Youyou che all’inizio é triste ma poi quando sente la voce del papá allora ride felice. Per me é una grande emozione soprattuto perché Long mi dice “ecco questo é tuo nipote!”. Adesso sono io che ho le lacrime agli occhi.

A questo punto la riflessione arriva spontanea: a volte noi famiglie ci concentriamo su alcuni aspetti pratici quali le regole, l’andamento scolastico, l’apprendimento della lingua, tutti importanti e utili per la buona riuscita dell’esperienza, ma non fondamentali. Anche a Long, che certo non é stato un modello di studente, l’anno trascorso con noi in Italia ha cambiato la vita.

Purtroppo arriva in fretta il pomeriggio, alle 18:00 Long deve prendere un aereo perché il giorno dopo tornerá al lavoro. Ultima passeggiata in un bellissimo parco di Kunming e ultime chiacchere. Poi arriva il momento di partire, ci salutiamo velocemente, per non commuoverci troppo, con la promessa che verrá in Italia il prossimo anno con tutta la famiglia. Noi lo aspettiamo!

Aurora

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