La bellezza di essere diversi

Gaia

Da Terni in Thailandia per un anno

In Thailandia circa il 95% della popolazione professa il Buddhismo, il quale influenza la cultura di questo paese in modo decisivo. Per questo motivo ho deciso di partecipare ad un corso di meditazione Vipassana di 10 giorni per comprendere meglio i comportamenti e le usanze delle persone che mi circondano.

Prima di iniziare il corso, ci hanno consigliato di mantenere il silenzio per tutto il tempo al fine di avere una buona concentrazione per meditare. La prima sera nel tempio, già consapevole di dover star zitta per un bel po’ di giorni, mi siedo sui tavoli della mensa pensando alle mie cose, quando vedo venire verso di me un ragazzo straniero. Mi sorride, si siede e mi dice: "Ehi". Dal quel semplicissimo saluto è nata una piccola amicizia che ne ha portate a molte altre: abbiamo così formato un piccolo gruppo di cinque persone provenienti da varie parti del mondo, di età completamente diverse e per mezz'ora al giorno abbiamo parlato delle nostre esperienze di viaggiatori. Non sono mai stata più felice di aver infranto una regola perchè, quelle persone, anche se per soli dieci giorni, mi hanno ispirata, emozionata e fatta sentire viva come non mai. La spiegazione è semplicissima: ciò che rende speciale viaggiare non sono tanto i posti da visitare ma le persone da incontrare. Questa è anche la grande differenza tra turista e viaggiatore.
Ma in fondo che cos'è una cultura? Essa non esisterebbe senza le gente, la cultura sono proprio le persone, le quali, per adattarsi ad un determinato territorio, hanno dovuto assumere alcuni comportamenti che con il passare del tempo sono diventati ora tradizioni o aspetti fondamentali della vita di tutti i giorni. Quindi, quando si parla di adattarsi ad una cultura diversa dalla nostra, si tratta più che altro di riuscire a comprendere le motivazioni che sono dietro ai comportamenti delle persone. Detto così sembra molto facile, quasi banale, ma nella realtà non lo è affatto. Siamo convinti di non avere pregiudizi, di essere "open minded” e pronti a tutto (almeno io pensavo di esserlo), ma quando ci troviamo faccia a faccia con qualcosa di completamente diverso, i nostri schemi mentali e preconcetti escono fuori e non possiamo fare a meno di pensare che quello che fanno gli altri è sbagliato. Questa è una sfaccettatura della diversità: quando non la si capisce si pensa inevitabilmente che sia sbagliata, o peggio ancora, stupida. E' proprio da qui che nascono le incomprensioni tra le persone e tra i paesi: se non si cerca neanche di capire, se si pensa solo in un modo senza vederne altri, se non si comprendono i valori del prossimo e se non ci si rispetta reciprocamente è qui che nasce la rabbia, quella che a volte può scaturire in violenza e odio. Dietro questa rabbia spesso si nasconde la paura, madre di tutte le guerre, perché si sa anche fin troppo bene che l'ignoto spaventa l'essere umano, il quale sente il bisogno di proteggersi in qualsiasi modo. Per fortuna c'è anche chi va oltre a questa prospettiva: il viaggiatore, colui che è equipaggiato dalla voglia di scoprire e si prende il tempo per farlo. Infatti è proprio il tempo un grande amico, perché ti permette di studiare con l'esperienza ciò che con gli occhi non puoi neanche vedere. Inizi a capire i meccanismi di base del modo di pensare del paese in cui ti trovi: nel mio caso, perché i tailandesi mangiano riso tre volte al giorno, perché dormono con il piumone ed il ventilatore al massimo, perché tagliano la frutta e la verdura per obliquo.
  • <div>Corso di meditazione <em>Vipassana</em>: meditare sotto una statua di Buddha, rigorosamente vestita di bianco.</div>
  • <div>AFS family: alcuni dei tanti amici da tutto il mondo che Gaia ha incontrato durante la sua esperienza.</div>
  • <div>Momenti indimenticabili quelli dei 17 anni di Gaia con la famiglia ospitante.</div>
  • <div>Lo street food è un elemento caratterizzante della Thailandia ed è anche delizioso (come direbbero i thai ‘<em>aroy mak</em>’)</div>
  • In divisa scolastica nel tempio vicino scuola
  • <div>In gita scolastica nelle meravigliose isole del sud della Thailandia.</div>
  • In posa con alcuni compagni di scuola
  • Con gli amici
  • Gaia e le sue migliori amiche durante il <em>loy krathong</em>, festività thailandese
  • <div>Visita al tempio con la famiglia ospitante.</div>
  • <div>Il primo giorno di scuola, così temuto e atteso tanto quanto l’esperienza stessa!</div>

A questo punto riesci a vedere l'altra faccia della diversità e la bellezza di essere diversi. Se si comprende questo, si capiscono anche le fondamenta della pace. Che mondo sarebbe se fossimo tutti uguali? Omologati nel pensiero? Ve lo dico io: non saremmo più felici. Non c'è cosa più bella di quando, semplicemente sapendo l'inglese, riesci a creare un rapporto con una persona di cultura diversa dalla tua o del ridere quando si scopre che una parola si dice nello stesso modo nelle rispettive lingue native; non esiste nulla di più gratificante di quando riesci a parlare la lingua locale e la gente riesce a capirti. Per questo viaggiamo, per sentirci più vivi, per sorridere delle piccole cose e per tornare a casa amanti del mondo che abbiamo scoperto, ma anche del nostro paese. E' ironico: non mi sarei mai aspettata che viaggiando avrei amato il MIO paese e la MIA cultura così tanto o forse, magari, prima li sottovalutavo e davo tutto troppo per scontato. Sono anche consapevole però del fatto che, quando tornerò nella mia 'bella Italia', continuerò a mangiare con cucchiaio e forchetta, a camminare scalza per casa ed ad abbassare leggermente la testa per ringraziare qualcuno, nello stesso identico modo in cui qui in Thailandia continuo a rifiutare categoricamente la pizza con ketchup e ananas, a bere il cappuccino la domenica mattina ed uscire con le amiche il sabato. Dopo quasi 9 mesi in un paese asiatico posso finalmente dire che mi sento interculturale: in me sono mescolate due culture completamente diverse, quasi opposte, ma esse non si scontrano tra loro, anzi una attinge dall'altra. Anche se all'inizio della mia avventura il mio corpo sembrava rifiutare la diversità della cultura thai e sembrava quasi essere cosparso di un repellente naturale per essa, ora non ne può più fare a meno: il cibo che prima rifiutavo perché troppo calorico o non di bell’aspetto adesso lo so cucinare e me lo gusto con piacere; la lingua che prima facevo fatica a comprendere e ad imparare adesso non riesco a fare a meno di utilizzarla per alcune espressioni tipiche thailandesi; il caldo soffocante dei primi mesi si è trasformato ora in un piacevole clima estivo perenne e se le temperature scendono sotto i 25 gradi inizio ad avere freddo.

Gaia

Da Terni in Thailandia per un anno

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