La mia vita in Malesia

Veronica

Da Piacenza in Malesia per un anno

Veronica ci racconta i punti salienti della sua esperienza in Malesia.
Scuola: i primi giorni di scuola alla SMK Tanah Putih di Kuantan. Il mio primo giorno di scuola fu in pieno luglio, pochissimi giorni dopo l'arrivo in Malesia.
Le prime tre o quattro settimane furono intense e stancanti, soprattutto perché orientarsi tra tutte le lingue che venivano parlate intorno a me e che non potevo capire era impossibile.

La prima cosa che mi fece capire di essere arrivata in Malesia fu la sveglia del primo giorno di scuola, differente dall'Italia perché molto più presto, ma soprattutto la sensazione di dover indossare per la prima volta una divisa scolastica composta da un Pinafore (cioè un grembiule azzurro scuro) lungo fino ai polpacci e le spalline larghe, sopra ad una camicia bianca a maniche corte, dei calzini bianchi fino a poco sopra la caviglia e scarpe bianche. Sono stata accompagnata dal mio papà ospitante, la presidente del centro locale di Kuantan e mio fratello ospitante dato che frequentavamo la stessa scuola. Dopo un colloquio con il preside Mr. Moi Wan Goon, uno dei presidi più ospitali e carismatici (anche anziano) che abbia mai incontrato, sono entrata in classe, in mezzo a 45 studenti locali curiosissimi di sapere chi fossi!
La prima cosa che mi fece capire di essere arrivata in Malesia fu la sveglia del primo giorno di scuola, differente dall'Italia perché molto più presto Le classi sono molto grandi e varie, infatti gli studenti sono indiani, malesi e cinesi; esiste una forte multiculturalità nel Paese, che vede un popolo diviso in tre etnie. I giorni iniziano sempre con un'assemblea a cui devono partecipare tutti gli studenti e in cui si canta l'inno nazionale. Mi sono dovuta presentare davanti a tutti i 2550 studenti della scuola il secondo giorno. Per le prime settimane ricevetti tantissimo aiuto specialmente dai miei compagni, che mi insegnarono per tutto l'arco del mio anno tanti modi per vivere la Malesia, mostrandomi i lati migliori della cultura malese e trasformando i peggiori in punti di forza. Mi aiutarono ad integrarmi, ad imparare la lingua e a comportarmi come loro! Per i primi mesi i compagni di classe e il mio fratello ospitante sono state le persone su cui mi sono basata di più per imparare la lingua e capire la giornata scolastica, fatta di controlli della divisa, delle unghie e dei capelli che devono rispettare il regolamento e non avendo avuto un tutor all'interno della scuola mi hanno aiutato ad ottenere i libri e a trasformare le prime giornate in questo luogo nuovo in quotidianità.
I compagni di classe mi aiutarono ad integrarmi, ad imparare la lingua e a comportarmi come loroLa lingua, o meglio le lingue e il loro apprendimento: in Malesia ci sono tre etnie che dividono nettamente la popolazione in indiani, malesi e cinesi. La lingua ufficiale è il malese, parlato da tutta la popolazione, poi il cinese dai cinesi e il tamil dagli indiani; ma anche l'inglese, perché imparato a scuola, l'arabo, usato specialmente dai malesi per pregare dato che sono musulmani, e vari dialetti parlati a livello domestico come l'Hokkien e il Cantose. A scuola le materie scientifiche sono insegnate in inglese, quelle letterarie in malese e c’è anche l'insegnamento delle lingue straniere, a scelta tra il cinese, il tamil e l'arabo che dipende dall'etnia o dalla religione di appartenenza.

Io ho appreso molto più facilmente il cinese, perché ho vissuto il mio anno ospitata da una famiglia cinese. In aggiunta, a scuola, la mia classe era formata per la maggior parte da cinesi che mi insegnavano giorno per giorno tante parole, ovviamente partendo dalle parolacce. Dopo tre mesi ho iniziato a capire il cinese e pian piano dopo sei mesi potevo dire tante frasi di base e farmi capire dalla mia famiglia e i miei amici! Ho anche frequentato un corso di cinese per due ore a settimana che mi ha aiutato a imparare la scrittura, la calligrafia e migliorare la pronuncia!

Il malese è molto più facile del cinese, l'ho imparato a scuola e nella vita di tutti i giorni girando nella mia città dove normalmente pochi parlavano inglese, soprattutto quando mi capitava di dover prendere il taxi e dare le indicazioni per tornare a casa mia! Dopo tre mesi potevo capire il malese, ma non potendolo parlare a casa e avendo pochi amici malesi (che lo parlano quotidianamente), non l'ho imparato bene quanto il cinese, ma abbastanza per orientarmi nel viaggiare, chiedere indicazioni e comprare qualcosa.
In Malesia ci sono tre etnie che dividono nettamente la popolazione in indiani, malesi e cinesi.Il Centro Locale di Kuantan: il mio centro locale era l'unico dello Stato dove vivevo, il Pahang, ed era composto da pochi volontari ed alcuni di età ''piuttosto avanzata''! Però hanno organizzato molti Pot Lack, cene dove ognuno degli studenti stranieri del centro locale doveva cucinare qualcosa e portarlo alla cena. Il risultato? Una cena squisita con tantissime cose da mangiare da tutti i Paesi del mondo e tante risate.
Hanno organizzato incontri per confrontarsi con gli altri studenti e i volontari all'inizio, a metà e alla fine dell'esperienza a livello nazionale, dato che in tutta la Malesia eravamo 43 studenti da tutto il mondo ed infine lo STE, cioè due settimane di scambio in cui si va a vivere in un'altra parte della Malesia, in un'altra famiglia: un'esperienza molto interessante, in cui si possono conoscere persone nuove, frequentare un'altra scuola e notare quanto la cultura cambi tra zona e zona dello stesso Stato!

Materie: il sistema scolastico malese è molto più semplice e al liceo non c'è la differenziazione che troviamo noi in Italia. Si potrebbe paragonare all'indirizzo scientifico. Le materie che vengono insegnate sono matematica, a livelli molto alti - al terzo anno (su sei totali) hanno già finito la trigonometria - biologia e bahasa ingerris (inglese) e fisica, in lingua inglese. Bahasa Melayu (letteratura malese), PJ (ginnastica), Diritto ed Economia sono invece insegnate in malese. Infine, a scelta si può imparare Bahasa cina (lingua cinese) o Bahasa tamil (indiano).

La mia giornata tipo: la sveglia suonava alle 5 e 30 ogni mattina, e subito mi facevo una doccia gelida (la prima di quattro docce giornaliere)! Dopodiché dovevo svegliare la mia sorellina ospitante Esther perché era il suo turno per usare il bagno e prepararmi per andare a scuola! Indossavo la mia divisa, verificavo se era stirata e pulita, mi legavo i capelli, perché a scuola non sono tollerati se lunghi, controllavo le unghie che dovevano essere corte e pulite, prendevo la mia borsa, la borraccia dell'acqua e i fazzolettini perché a scuola non c'è acqua potabile né carta igienica ed entro le 6 e 15 tutti in auto per andare a scuola! Alle 6 e 30 attraversavo il cancello con i miei fratelli ospitanti e alle 7 iniziava la giornata scolastica!
La scuola finiva verso le 2 e 30 ma il venerdì prima perché i maschi musulmani sono obbligati ad andare alla moschea per pregare; la settimana scolastica va dal lunedì al venerdì.
Indossavo la mia divisa, verificavo se era stirata e pulita, mi legavo i capelli, perché a scuola non sono tollerati se lunghiIl pomeriggio, dopo scuola, leggevo e scrivevo molto, specialmente cercavo di imparare più che potevo il cinese. Il lunedì pomeriggio andavo al corso di lingua frequentato anche dagli altri studenti stranieri e la sera mi piaceva stare a casa con la mia famiglia oppure accompagnare i miei fratelli alle lezioni extra (come delle ore in più di scuola serali) che sono frequentate da tutti gli studenti. Altri giorni della settimana frequentavo un corso di danza indiana; questo mi ha aiutato ad immergermi di più nella cultura indiana e mi dava l'occasione di entrare in un tempio indiano bellissimo almeno due volte a settimana. Infine il martedì pomeriggio io e mia sorella Esther andavamo a lezione di hip hop. L’ho contagiata con la mia passione per questa danza che già pratico da sei anni e quindi abbiamo deciso di andare insieme a lezione!
Ho contagiato mia sorella ospitante con la passione per l'hip hop e ogni martedì pomeriggio andavamo insieme a lezione!

Il weekend era il momento più bello e rilassante della settimana. Oltre ad avere la sveglia ad un orario più "decente", la mia famiglia era abituata ad andare a fare colazione tutti insieme fuori, dato che i miei genitori lavoravano molto durante la settimana ed era un'occasione di raccontarci gli avvenimenti dei giorni passati e ridere insieme! La sera potevo uscire con gli amici e di solito andavamo al cinema o al centro commerciale aperto fino a molto tardi. La mia famiglia spesso organizzava il weekend a Kuala Lumpur, la capitale, dove hanno una seconda casa e lavorano, una città bellissima e il cuore della cultura malese.

Le mie giornate di solito finivano con una cena, preceduta da una doccia. Le famiglie non sono abituate a mangiare tutte unite a tavola quindi spesso mangiavo da sola o con pochi membri della famiglia, un po' di televisione e infine andavo a dormire molto stanca, ma felice nonostante la sveglia che avrebbe suonato così presto!

Attività extrascolastiche: i miei pomeriggi liberi li ho voluti passare provando cose nuove e mantenendo alcune passioni "vecchie". Ho iniziato un corso di cinese, perché sapevo che avrei avuto bisogno d'aiuto per imparare a scrivere e parlare correttamente, ma soprattutto perché era divertente poter rispondere a Sean, il mio fratello ospitante di 17 anni, quando scherzando mi parlava in cinese sapendo che non potevo capire! Era anche un modo per conversare con i miei compagni, che spesso si divertivano a sentirmi parlare in cinese con la mia pronuncia e, inutile dirlo, mi aiutavano a perfezionarla. Ho iniziato danza indiana, fatta di disciplina e tanto divertimento, ed è stato anche un modo per sfogarmi durante le giornate "no" perché bisognava saltare molto. Pratico hip hop e break dance da sei anni e sono riuscita a contagiare mia sorella Esther quindi insieme abbiamo iniziato ad andare a lezione rafforzando anche il nostro rapporto di sorelle, divertendoci a provare le coreografie nuove a casa.
Imparare a parlare correttamente cinese era anche un modo per conversare con i miei compagni, che spesso si divertivano a sentirmi parlare con la mia pronuncia e, inutile dirlo, mi aiutavano a perfezionarlaAttività con la famiglia Chiah: la mia famiglia ospitante era di etnia cinese e composta da papà Steven, di appena quarant'anni, Lea, una giovane mamma di trentasei anni, mio fratello minore Sean, di diciassette anni e infine Esther, la sorella minore di 14 anni, con cui condividevo, oltre alla camera, la mia giornata, i miei segreti e tutto quello che si può condividere tra sorelle.

I miei genitori ospitanti erano entrambi ingegneri in una multinazionale giapponese, quindi hanno viaggiato moltissimo nella loro vita e hanno una mentalità molto aperta. Con loro era facile parlare, soprattutto perché sono molto giovanili e amano divertirsi con noi figli facendo esperienze nuove. Poiché lavoravano molto durante la settimana, nel weekend organizzavano sempre qualcosa di speciale, iniziando dalla colazione del sabato mattina in un posto sempre diverso e facendomi provare un'infinità di piatti nuovi - soprattutto perché la colazione è a base di riso, carne, noodles e non latte e biscotti come in Italia! Quasi tutti i sabati sera andavamo a cena al ristorante e al cinema o al karaoke. Abbiamo organizzato anche delle vacanze, una di queste a Singapore da alcuni parenti per il Natale...una vacanza un po' speciale dato che c'erano quaranta gradi e nessun regalo! Ma comunque le milioni di luci colorate e decorazioni riportavano la mia mente al clima che c'era in Italia, con gli alberi di Natale e i regali! Passavamo un weekend al mese a Kuala Lumpur, uno dei miei posti preferiti, perché è il cuore della Malesia, la capitale, così bella e multiculturale, ricca di persone, cibo e posti preziosi.
Con i miei genitori ospitanti era facile parlare, soprattutto perché erano molto giovanili e amavano divertirsi con noi figli facendo esperienze nuove. Conservo bellissimi ricordi con la mia famiglia ospitante in un luogo che si chiama Sungai Lembin, poco lontano da Kuantan, dove ho visto la primissima cascata della mia vita e ho camminato su una "cacca" di elefante (non l'ho fatto apposta! Durante i mesi in Malesia non fu un bel ricordo, ma ora a ripensarci sorrido!). Sungai Lembin è un villaggio di pochi abitanti, in mezzo alla giungla, dove si può fare trekking e scalare la montagna di Sungai Panorama in piena notte per vedere le stelle cadenti e l'alba!

Week End e Feste: i week end, se non li passavo con la mia famiglia, uscivo con gli amici. Le attrazioni purtroppo non erano molte quindi di solito andavamo al cinema, al karaoke o alla sala giochi. Alcune volte siamo andati in spiaggia a mangiare l'ABC, un dolce di cui è meglio non svelare gli ingredienti!
Le feste sono moltissime in Malesia: essendoci tre etnie vengono rispettati tutti gli avvenimenti religiosi. La prima che festeggiai fu l'Hari Raya, cioè il capodanno musulmano, che avviene a settembre in occasione della fine del Ramadan. In questa occasione ebbi l'opportunità di vivere per due settimane con una famiglia musulmana, pregare con loro in moschea e mangiare, mangiare, mangiare! Durante queste feste le famiglie vanno di casa in casa, anche di persone che non conoscono, a mangiare e festeggiare insieme, portando delle bustine con dei soldi dentro che devono dare in regalo a tutti i giovani non sposati, io ne ricevetti veramente tante!
Poi c’è stato il Deepavali, cioè il capodanno indiano, quindi per una settimana ho vissuto con una famiglia indiana, visitato templi e, come d'abitudine in queste celebrazioni, mangiato, mangiato e mangiato ancora! Ho passato Natale a Singapore con la mia famiglia e a febbraio abbiamo fatto enormi festeggiamenti per il Capodanno Cinese, in cui tutti i figli e nipoti si devono riunire a casa dei nonni. Mi ritrovai in un piccolo villaggio chiamato Jerantut, con circa altre trenta persone nella stessa casa in quanto parte della famiglia! Lì ho potuto sperimentare il mio cinese per davvero, dato che i nonni non potevano parlare altre lingue!
Durante il Deepavali, cioè il capodanno indiano, ho vissuto per una settimana con una famiglia indiana, visitato templi e, come d'abitudine in queste celebrazioni, mangiato, mangiato e mangiato ancora!Relazioni giovani-adulti: le relazioni tra i giovani e gli adulti sono un po' gerarchiche. Esistono ancora delle manifestazioni di rispetto, come l'inchino che si deve fare agli adulti, ad esempio: io ogni volta che incontravo una donna musulmana dovevo prenderle la mano destra (usando la destra) ed inchinarmi fino a toccarla con la fronte. Questo non succede con gli uomini musulmani, per il fatto che le donne non possono toccarli. Possono però fare il Salam (lo stesso inchino di rispetto nei confronti delle donne) se sono loro i primi ad offrire la mano destra!
Con le altre due etnie funziona come in Italia, ci si stringe la mano, ma guai agli abbracci e ai baci che sono proibitissimi!!! Comunque s’incontrano spesso persone che danno la mano, abbracciano e danno i baci!

Bisogna essere educati e non rispondere agli adulti, che comunque sono tutti, nonostante la severità, molto comprensivi! Nella mia famiglia eravamo molto legati e potevamo discutere di qualsiasi cosa ed esprimere le nostre opinioni. L'unica manifestazione di rispetto che ci veniva chiesta era dire in cinese "Buon appetito" ai genitori prima di iniziare a mangiare.

Curiosità: MAI USARE LA MANO SINISTRA di fronte ad un musulmano! Strana usanza, lo so! Tutto inizia dal fatto che molte famiglia non usano la carta igienica, ma si lavano con l'acqua; sono molto puliti, quindi non cadere in errore pensando che non usano la carta! Nelle case musulmane ed indiane si mangia con le mani e nella cultura viene considerata impura la mano con cui ci si lava in bagno, perciò si usa solo la destra! Lo stesso discorso vale quando si va in un negozio e si deve pagare, i soldi si passano con la destra!

Il frutto tipico locale è il durian, ha un odore disgustoso, ma te ne pentiresti se non lo provassi mai! Quindi prova tutto il cibo e la frutta che puoi, nonostante esagerino spesso con il piccante, ma ci si fa l'abitudine!
Nella mia famiglia eravamo molto legati e potevamo discutere di qualsiasi cosa ed esprimere le nostre opinioni

Veronica

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