Prima e dopo

Francesco

Da Enna in Cina per un anno

L’inizio

Vivo nella città di Nanchino e frequento la 南京第三高级中学, dove ho trovato compagni simpatici e disponibili pronti a darmi una mano tutte le volte in cui non comprendo qualcosa della loro lingua.

I ragazzi della classe hanno due anni in meno di me, ma con loro mi trovo veramente bene. Sono molto amichevoli, accoglienti ed affettuosi nei miei confronti: dopo le ore di educazione fisica molto spesso sono soliti farmi trovare una bottiglietta d'acqua sotto il banco per dissetarmi, anche se l'acqua ce l'ho nello zaino. Una compagna ogni mattina, prima dell'inizio delle lezioni, si avvicina porgendomi una caramella e poi scappa sorridendo per la timidezza. Sono adorabili.
Intercultura mi ha insegnato tanto: che non c'è giusto o sbagliato, ma tutto dipende, spesso e volentieri, da elementi soggettivi, dalla propria cultura e dal proprio modo di vivere

Il mio arrivo in Cina e l'accoglienza in questa famiglia li ricorderò per via di una particolare scena. Sono stato presentato da mio fratello cinese, che traduceva a tutti i componenti della sua famiglia ciò che io narravo di me stesso, dal mio inglese scolastico al loro incomprensibile cinese. Ero imbarazzato, un po' intimidito nonostante non sia il mio carattere - fin qui nulla di strano, penserete. Bene, quando loro tutti sono stati presentati a me, invece, si proclamarono come "papà, mamma, fratello, zio, zia, nonna ecc". Mi aspettavo che mi presentasse i componenti della famiglia chiamandoli con il nome proprio (impronunciabili!), invece di punto in bianco me li individuò con i cosiddetti "nomi di parentela". Rimasi attonito!

Oggi tutto ciò è diventato naturale, ma in quel momento non intesi subito che volevano che li chiamassi come fa un regolarissimo membro di famiglia! Insomma fu il modo, oltre che la normale consuetudine, di farmi sentire "uno di famiglia". Indimenticabile.

200 giorni a Nanchino

L'incontro tra culture diverse è una delle esperienze più belle che si possano vivere. Intercultura mi ha insegnato tanto: che non c'è giusto o sbagliato, ma tutto dipende, spesso e volentieri, da elementi soggettivi, dalla propria cultura e dal proprio modo di vivere. Oggi so bene che i giudizi affrettati su cose o persone non hanno senso; so che gli altri ci insegnano sempre qualcosa e che ogni occasione è buona per un sano confronto, e che "tolleranza" non vuol dire sopportazione. Ebbene, devo dire grazie ad Intercultura proprio per la metamorfosi della concezione del termine "tolleranza”. Forse nell'idea comune viene concepita come, appunto, un sinonimo di sopportazione, mentre per me, invece, ha assunto il senso pieno di DIALOGO, un’opportunità di ARRICCHIMENTO RECIPROCO, confronto, piena integrazione. Certo, ho dovuto adattarmi a tante cose cui non ero abituato, ma riconosco di aver elaborato il tutto come uno stimolo continuo per cui non ero in attrito con le dimensioni che impattavo.
Oggi so bene che i giudizi affrettati su cose o persone non hanno senso; so che gli altri ci insegnano sempre qualcosa e che ogni occasione è buona per un sano confronto

D'altronde io stesso non sono più il ragazzo di sette mesi fa. Ho affrontato tanti problemi e preso tante decisioni, ho accettato incomprensioni anche se a volte non capite, ho imparato a condividere usi che talvolta mi veniva strano fare miei. Eppure riconoscevo che basta lasciarsi andare un po' e aver voglia di essere accettato a mia volta per superare l'impatto iniziale.

Oggi, con circa duecento giorni alle spalle e cento spaccati davanti, ripenso un po' a tutto quello che ho vissuto lontano da casa, ma sentendomi "a casa" anche qui.

  • Francesco e fratello baciano mamma
  • Francesc oe compagni di basket
  • Francesco alla Città proibita
  • Francesco mangia insetto fritto
  • la classse di Francesco

Scuola, sport, amici, tantissimi bellissimi posti da visitare: la Cina di Francesco

L’ultimo giorno di scuola

Bene, il super atteso "ultimo giorno di scuola" è arrivato anche quest’anno. Questo però è un ultimo giorno che, per me, significa molto più di tutti gli altri. È davvero l`ultimo giorno di scuola, in quella scuola in cui, per un anno della mia vita, ho trascorso dei momenti particolarmente intensi, adottato da una classe con dei compagni sempre disponibili a darmi una mano, con dei professori con cui, pur non parlando la stessa lingua, ci si capiva e si collaborava a vicenda. Bene, avete capito quanto io sia particolarmente affezionato alla mia scuola ospitante e a tutto ciò che di essa fa parte.
È davvero l`ultimo giorno di scuola, in quella scuola in cui, per un anno della mia vita, ho trascorso dei momenti particolarmente intensi

Come al solito l’inizio delle lezioni è previsto per le sette del mattino. Solita routine: lezione, esercizi mattutini, lezioni, massaggi facciali, pranzo, partite a basket, nap time, lezioni. Poi suona la campana che segna la fine delle lezioni, o meglio, del mio indescrivibile anno con loro. Nessuno della mia classe è certamente tornato a casa di fretta: siamo restati tutti a festeggiare insieme la fine di un anno meraviglioso. Abbiamo mangiato dei dolci preparati da alcuni di noi, abbiamo parlato, gioito, fatto tantissime foto e persino cantato. Poi via con gli abbracci e i saluti. I miei carissimi "yellow classmates" mi mancheranno davvero tanto. Li adoro!

#MenoDieci

Eccoci qua, dopo dieci mesi di permanenza in Cina.

Dopo dieci mesi lontano da casa, ma ospite in un Paese e una famiglia, che, ormai, sento ugualmente miei.

Un viaggio prolungato, pieno di emozioni, pieno di persone, città, lingue, culture, sorrisi, gioie, pianti e saluti e addii. Quest’esperienza è stata un periodo di tempo in cui ho avuto a che fare con la "libertà" che si ottiene unicamente quando si è soli, liberi appunto di gestire il proprio spazio e il proprio tempo e che, quasi sempre, porta alla responsabilità. La libertà che ti crea i dubbi e la consapevolezza che, quei dubbi, tocca a te risolverli e riorganizzarli. È quella libertà che ti permette di divertirti, di sbagliare e anche di capire.
Dopo dieci mesi lontano da casa, ma ospite in un Paese e una famiglia, che, ormai, sento ugualmente miei

Oggi mancano esattamente dieci giorni al mio rientro in Italia. Dieci mesi sono subito diventati dieci giorni. Incredibile. Sono triste e sono contento allo stesso tempo ma, credetemi, è un sentimento difficile da esternare e descrivere a parole.

La gioia di dover tornare a casa, con la mia famiglia, gli amici, il mare, il sole e sotto un cielo azzurro, incontra la scontentezza di dover lasciare tutto ciò che, durante questi mesi, si è creato intorno a me: una famiglia, nuovi amici, scuola, cibo, la mia città, Nanchino, ogni dettaglio che, al pensiero di dovermi allontanare, mi rende un po' malinconico.

Le belle persone che durante questi mesi ho incontrato, il bel rapporto che si è instaurato e l'amore che provo per tantissime cose, a cui, col tempo, mi sono affezionato, mi danno la forza di potermi "allontanare" senza alcun livore, e quindi la speranza (o forse la certezza) che io, qui, ci ritornerò -d'altronde, tornare a casa è naturale.

Questa esperienza mi ha radicalmente cambiato gli orizzonti, ha influito nettamente sul cambiamento del mio modo di pensare e di concepireUn ringraziamento speciale ad Intercultura, per avermi dato questa opportunità smisurata e senza confini che, adesso, sembra che stia per finire, ma non è così. Quello che questo esperienza mi ha dato è tanta ricchezza; una ricchezza interiore acquisita tramite la conoscenza di una nuova cultura, nuovi posti, nuovi popoli e lingue, con cui ci si confronta e si impara, molto.

Che dire ragazzi, questa esperienza mi ha radicalmente cambiato gli orizzonti, ha influito nettamente sul cambiamento del mio modo di pensare e di concepire. Mi sento cambiato, in meglio. Non sono più il Francesco tanto timido che ero dieci mesi fa!

Basta parlare e.. iniziamo col conto alla rovescia!

Pensate che trascorrerò il mio diciottesimo compleanno sull'aereo di ritorno, sul volo Shanghai-Roma! Compleanno originale, in due continenti e lungo 32 ore per via del fuso orario. Come regalo mi aspetta l'Italia!

Un anno dopo
Sicuramente la mia esperienza all'estero mi ha permesso di conoscere a fondo realtà di istituzioni scolastiche diverse dalle nostre: sia quella cinese che quella americana, poiché ho frequentato alcune ore presso la scuola internazionale.

Per quanto riguarda la scuola cinese, un elemento di vitale importanza - che purtroppo noi italiani poco osserviamo - è la disciplina e un integerrimo rispetto per tutti gli insegnanti. Nella mia classe eravamo circa cinquanta studenti, si dava spazio ai docenti di svolgere il loro lavoro serenamente.
Voglio continuare a conoscere le diversità di cui il nostro mondo è ricco e applicare tali conoscenze in ambito lavorativoForse in Cina vige però un eccessivo rigore, smodatamente rigido: ecco perché la scuola internazionale (di stampo americano) la vivevo con più leggerezza, tranquillità ed entusiasmo; sia perché adoravo il modo di approcciarsi e di interagire degli insegnanti nei confronti di noi studenti, sia perché trovavo interessanti e coinvolgenti molte delle materie che si studiavano.

La materia che più preferivo e che mi permetteva di svagarmi era sicuramente "creative writing": una materia comprendente ogni genere di scrittura che vada al di là della normale scrittura professionale, accademica o tecnica, e che va a stimolare la potenzialità creativa, la fantasia, l'invenzione, l'immaginazione e l'originalità degli studenti. Mi coinvolgeva molto, infatti, il modo degli insegnanti di relazionarsi in modo confidenziale e amichevole con noi. I miei professori li chiamavo per nome, e non per cognome. L'esperienza con altri insegnanti, in una dimensione nuova e distante dalla mia realtà, ha fatto sì che sviluppassi una capacità di relazione più ampia.
Dal metodo di insegnamento e di studio dei miei professori in Cina ho imparato che abbiamo un’incredibile opportunità di informarci e arricchirci attraverso internetOggi riesco a confrontarmi con maggiore sicurezza e, sempre con rispetto, riesco ad interloquire in maniera più sciolta anche con i miei professori italiani. Vedendo il comportamento di alcuni miei compagni, mi rendo conto che, se anche loro avessero questa sviluppato questa sicurezza, godrebbero dei miei stessi vantaggi nella loro crescita relazionale.

Dal metodo di insegnamento e di studio dei miei professori in Cina ho imparato che abbiamo un’incredibile opportunità di informarci e arricchirci attraverso internet; lo studio sui libri può infatti essere completato da una ricerca sul web, da un video, un film o un documentario. Sicuramente internet è una risorsa indispensabile a disposizione di noi studenti in vista della maturità.

Mi ritrovo così a fare un altro countdown in attesa di un giorno tanto atteso e temuto, ma questa volta sono contento di essere sempre più vicino al traguardo che mi darà la possibilità di inserirmi nel "mondo degli adulti". Per quanto riguarda il passo successivo, ho scelto proprio durante il mio anno all'estero quale facoltà avrei dovuto scegliere, seppur con un po’ di indecisione. Da quando son tornato ho un debole per le materie umanistiche, storia e filosofia in particolare. Per me lo studio della storia è essenziale per capire la società in cui viviamo e l’uomo stesso, i rapporti fra i diversi popoli, come si sono sviluppate certe strutture sociali, certe mentalità, non solo in ambito locale, ma anche europeo e internazionale.
Mi ritrovo così a fare un altro countdown in attesa di un giorno tanto atteso e temuto, ma questa volta sono contento di essere sempre più vicino al traguardo che mi darà la possibilità di inserirmi nel "mondo degli adulti"

La mia scelta universitaria si è dirottata però nell'ambito economico nella speranza che possa, un giorno, occuparmi di rapporti tra aziende a livello internazionale, sfruttando anche le lingue che ho imparato. Voglio continuare a conoscere le diversità di cui il nostro mondo è ricco e applicare tali conoscenze in ambito lavorativo.

Spero che tutti possano avere la possibilità di partire per studiare all'estero, è un'esperienza che davvero ti apre gli orizzonti a trecentosessanta gradi!

Francesco

Da Enna in Cina per un anno

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