Thailandia: mai pen rai = hakuna matata!

Simone

Da Benevento in Thailandia per sei mesi

Questo breve racconto è solo per menti aperte. Menti geniali, desiderose di conoscenza, che sanno guardare oltre il superficiale mondo delle apparenze, che sanno ancora guardare con gli occhi innocenti di un bambino e volare sempre più in alto.

Thailandia, 2014. Dopo tanti sforzi, preoccupazioni, ansie e paure mi ritrovo nella cosiddetta "Terra dei sorrisi". Chi l'avrebbe mai immaginato un anno fa? Era novembre 2013 quando guardavo il programma "Pechino Express" , un reality show in cui 16 concorrenti devono percorrere 8.000 kilometri facendo autostop e chiedendo passaggi gratuiti.

La puntata finale di quel programma si svolse in Thailandia. L'episodio mostrava la povertà di un paese ancora non industrializzato, persone che mangiavano insetti, scorpioni, grilli, ma anche bambini che giocavano mentre fuori c'erano 40 gradi all'ombra. Eppure è davvero solo questa la Thailandia? Quel paese così lontano,così misterioso, che col tempo è stato sempre più etichettato come "Il paese delle escort"?

A novembre non sapevo nemmeno dove si trovasse la Thailandia. A dire la verità, non so nemmeno perché decisi di inserirla tra le mie scelte. A volte penso che sia tutto merito del destino e mi domando: si può sfuggire a quest'ultimo quando c'è già qualcosa di predestinato per noi? Si può cambiare il corso delle cose?

Un anno fa volevo a tutti i costi viaggiare e visitare il Sudamerica, l'Europa del nord, gli Stati Uniti...mai avrei pensato di ritrovarmi dall'altro lato del globo e soprattutto di svegliarmi e avere centinai di occhi a mandorla puntati su di me! Dopo quattro mesi, tutto questo non è ancora diventato routine! Tutto ti sorprende, ti affascina...persino le cose più ordinarie ti sembrano sempre nuove se hai una buona compagnia al tuo fianco!

Eppure ci sono anche i momenti di crisi. La prima arriva dopo due mesi dall'inizio dell'esperienza. Credo che ogni studente impegnato in un programma di scsmbio si sia fermato davanti ad uno specchio e si sia domandato almeno una volta: Cosa ci faccio qua? Perché ho scelto di partire? Sono ingrassato? Chi sono davvero?

...e soprattutto la domanda più impegnativa: "Sto cambiando?"

Ho sempre trovato risposte che fossero in grado in qualche modo di rasserenarmi, di rendermi più forte e superare ogni tipo di ostacolo. I primi mesi fissavo il vuoto dal balcone di casa mia, poi alzavo lo sguardo e osservavo le stelle con faccia sognante ed un po' di malinconia nel cuore e mi ripetevo:

"Sono Simone, un ragazzo che ha avuto la fortuna di viaggiare e di scoprire una cultura che a quasi nessuno più importa conoscere, dato che nel mondo al giorno d'oggi si è troppo impegnati ad etichettare le cose e le persone per quello che sembrano e non per quello che realmente sono."

In quei pochi istanti, pochi attimi riflessivi, tutto si fermava nell'accelerazione vertiginosa e nell'interruzione totale del tempo. Le stelle brillavano solo per me ed ogni notte era magica, non c'era mai vento, eppure ci pensavo io ogni giorno a portare una ventata di ricordi belli, ma anche di momenti brutti.

Lo sapete, qui in Thailandia ho imparato che i momenti tristi ti fortificano. La mia famiglia mi dice: Bisogna accettare anche i momenti di dolore per apprezzare ancora di più la gioia. E' l'adempimento del corso della vita: ad ogni sorriso segue il pianto così come all'alba succede il tramonto. Dopo quattro mesi i momenti bui, scuri e confusi non mi spaventano più. Dopo 120 giorni ho capito che la vera luce la portiamo dentro di noi! Questa luce così forte ed accecante che tiriamo fuori quando sentiamo che il momento buio deve finire e si deve continuare e voltare pagina.

Tuttavia, a volte può succedere che determinate situazioni che si verificano in Italia mentre stai vivendo la tua esperienza (quali per esempio discussioni con la famiglia naturale, amici che non ti scrivono più e ti dimenticano facilmente, il/la tuo /ragazzo/a che ti lascia) possano destabilizzarti, renderti triste e cupo... tutto questo potrebbe nuocere gravemente alla tua esperienza! Come nel mio caso, potresti mostrare un lato del tuo carattere che non sapevi di avere e che rischia di rovinare i rapporti che hai con la tua famiglia ospitante e con gli amici che ti sei fatto da quattro mesi a questa parte. Potrebbe venir voglia di tornare, di lasciare tutto e correre in Italia ad aggiustare le cose...

Beh, tutto questo è ASSOLUTAMENTE sciocco!!!

Ho passato 10 giorni a piangere, cercando di capire come mai in Italia amici che erano come fratelli e la mia ragazza mi avessero dimenticato tanto facilmente.

Non ci sperate troppo, la risposta non l'ho ancora trovata. Quello di cui sono certo è che io oggi sono una persona diversa. A poche settimane dalla fine del mio programma semestrale sento che in me c'è qualcosa di nuovo, qualcosa per cui vale la pena sorridere e lottare... un fuoco che si è acceso in un momento della mia esperienza in cui nulla sembrava avere più senso. Sapete che nome ha questo fuoco?

MAI PEN RAI!

E' vero. Molti amici sono andati via, si sono dimenticati di me, persino la mia ragazza (ex) ...eppure qui in Thailandia ho trovato compagni di viaggio eccezionali, amicizie che abbatteranno i confini della distanza una volta tornati in Italia.

Ad oggi,il "Mai pen rai" è una sorta di filosofia di vita per me. Questa frase racchiude in sé tutto ciò che la Thailandia mi ha dato durante quest'esperienza. "MAI PEN RAI" , ovvero "non ti preoccupare", è una frase che ha pronunciato per la prima volta il Buddha, volendo far capire che non bisogna badare alle cose superflue, che bisogna andare avanti a testa alta, non preoccuparsi di quello che non ci coinvolge da vicino, ma di quello che viviamo giorno per giorno. E' una sorta di "HAKUNA MATATA" che mi ha aiutato ad andare avanti, a capire quanto sia importante vivere il presente e vivere la propria vita cercando di non pensare a cosa accade lontano da noi.

"Non tutto ci può ferire,lontano dagli occhi, lontano dal cuore" si dice. Ed è vero!

Quando nei mercati thailandesi un passante inciampa e finisce su di un altro passante il primo chiede scusa (kho thot) , ma il secondo è subito pronto a rispondere "Mai pen rai" , ossia non ti preoccupare, pensa ad altro, pensa che ci sono cose più importanti, ma grazie per avermi chiesto scusa.

E' grazie a questa filosofia di vita che ho finalmente capito che nessuno deve rovinarmi l'esperienza, nessuno deve intromettersi tra me ed il mio desiderio di scoprire una terra che ha tanto da raccontare, che deve essere scoperta passo dopo passo...

Non sono mai stato così felice!

Devo ringraziare il mio caro amico Buddha allora, perché senza i suoi insegnamenti, non sarei mai riuscito a superare gli ostacoli e a scoprire una nuova parte di me stesso, del mio essere, che mi cambia ogni giorno e mi rende maturo ma soprattutto consapevole che la Thailandia, oltre a sorprenderti ogni giorno, è e sarà sempre un rifugio sicuro contro le avversità ed un paese da cui poter trarre sempre nuovi insegnamenti e filosofie di vita.

Hai paura di scegliere la Thailandia perché quello che ti racconta "certe gente" che non l'ha mai visitata ti ha spaventato? ...MAI PEN RAI! Non badare agli altri! Scegli con il cuore e non con la testa perché, oltre a fortificarti, cambiarti e farti conoscere persone magnifiche, la Thailandia ha anche paesaggi mozzafiato che aspettano solo di essere fotografati!

Cosa aspetti?

L'augurio più grande che posso fare a chi leggerà questo racconto è questo: "La fine e l'inizio, la partenza e l'arrivo sono solo istanti e momenti del viaggio. Fare un buon viaggio è ciò che conta di più.

Quindi, BUON VIAGGIO!

Simone

Da Benevento in Thailandia per sei mesi

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