Un viaggio per cercare se stessi
Vittorio
Da Parma in Danimarca per un anno
Sono Vittorio e sono in Danimarca da esattamente 100 giorni.Non mi sembra neanche vero, ricordo come fosse ieri la mia partenza le mie preoccupazioni, la mia ansia e la mia gioia. Prima di partire non sapevo quasi niente di questo magnifico, minuscolo paese che è la Danimarca. Ora, dopo 100 giorni, posso dire di sapere qualcosa in più: come la loro passione per le candele che accendono appena è possibile per rendere le loro case sempre più accoglienti, intime e hyggelig.
hyggelig:è una sensazione di calore, amichevole, famigliare, intimo, qualcosa insomma, che ti fa sentire a casaQuesta parola, hyggelig, è una delle parole più affascinanti che ho imparato perché non ha alcuna traduzione letterale in nessuna altra lingua; il significato di questa parola è ampio, è una sensazione di calore, amichevole, famigliare, intimo, qualcosa insomma, che ti fa sentire a casa; perché sì, adesso posso considerare la Danimarca come la mia casa, la mia seconda casa.
Si dicono molte cose su i danesi, come per esempio che sono freddi; io invece ho scoperto che sono tutt’altro che freddi. Possono apparire così ma appena conosci veramente un danese, diventerà la persona più speciale che tu abbia mai conosciuto. Sento che sto cambiando, che un pezzo di Danimarca mi sta entrando dentro, sento la mia Italia vicina come non mai e sento di avere la consapevolezza di poter fare qualsiasi cosa desideri se ci credo veramente. Sento che questo viaggio non finirà dopo questi dieci mesi, ma che continuerà ad accompagnarmi per sempre.
Sento che questo viaggio non finirà dopo questi dieci mesi, ma che continuerà ad accompagnarmi per sempreTre mesi fa mi lasciavo alle spalle e sotto ai piedi la mia Italia, quel Paese che mi ha cresciuto, quel Paese che sentivo come la mia unica casa, quel Paese che, adesso, sento più che mai dentro di me, ma con la consapevolezza di poter sentirmi a casa dovunque nel mondo, perché nessuno può decidere dove nascere, ma si può decidere dove sentirsi a casa; perché la casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre. Come direbbe un danese, “at rejse er at leve” (viaggiare è vivere).
hyggelig:è una sensazione di calore, amichevole, famigliare, intimo, qualcosa insomma, che ti fa sentire a casaQuesta parola, hyggelig, è una delle parole più affascinanti che ho imparato perché non ha alcuna traduzione letterale in nessuna altra lingua; il significato di questa parola è ampio, è una sensazione di calore, amichevole, famigliare, intimo, qualcosa insomma, che ti fa sentire a casa; perché sì, adesso posso considerare la Danimarca come la mia casa, la mia seconda casa.
Si dicono molte cose su i danesi, come per esempio che sono freddi; io invece ho scoperto che sono tutt’altro che freddi. Possono apparire così ma appena conosci veramente un danese, diventerà la persona più speciale che tu abbia mai conosciuto. Sento che sto cambiando, che un pezzo di Danimarca mi sta entrando dentro, sento la mia Italia vicina come non mai e sento di avere la consapevolezza di poter fare qualsiasi cosa desideri se ci credo veramente. Sento che questo viaggio non finirà dopo questi dieci mesi, ma che continuerà ad accompagnarmi per sempre.
Sento che questo viaggio non finirà dopo questi dieci mesi, ma che continuerà ad accompagnarmi per sempreTre mesi fa mi lasciavo alle spalle e sotto ai piedi la mia Italia, quel Paese che mi ha cresciuto, quel Paese che sentivo come la mia unica casa, quel Paese che, adesso, sento più che mai dentro di me, ma con la consapevolezza di poter sentirmi a casa dovunque nel mondo, perché nessuno può decidere dove nascere, ma si può decidere dove sentirsi a casa; perché la casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre. Come direbbe un danese, “at rejse er at leve” (viaggiare è vivere).
Casa è quel luogo che i nostri piedi possono lasciare, ma i nostri cuori no.
(Oliver Wendell Holmes)
Vittorio
Da Parma in Danimarca per un anno