Vivere un mese all'estero significa crescere

Francesca

Da Lecce in Argentina per un'estate

E’ difficile spiegare a parole cosa il viaggio in Argentina abbia significato per me e per la mia crescita. Sicuramente a più di un mese dal mio ritorno posso dire con certezza che non riesco più a riconoscermi come la stessa persona che ero prima di partire sia fisicamente, il cibo in Argentina è veramente ottimo e i chiletti in più si notano, che e soprattutto psicologicamente.
Vivere un mese all’estero, qualsiasi sia la meta, significa affrontare ansie e difficoltà e tutto ciò porta indubbiamente a crescere e a sviluppare nuove capacità. La prima in assoluto che mi sento di dover nominare è sicuramente la capacità di adattamento. Sin dai primi giorni è necessario infatti sapersi adattare anche per quanto riguarda le cose più scontate. Il primo esempio che mi viene in mente riguarda il cibo: in Italia, prima della partenza, non mi sarei mai sognata di poter mangiare qualcosa che includesse cipolla; una volta arrivata a Resistencia, la mia città, ho potuto tuttavia constatare che è proprio questa uno degli ingredienti fondamentali della cucina sud americana in generale. Inutile dire che per i primi tempi ho mandato giù con una certa diffidenza tutti i piatti che mi venivano offerti, ma dopo poco tempo la cosa non mi sembrava una tragedia e anzi, ho scoperto che alcuni dei miei piatti argentini preferiti dovevano necessariamente contenerla.

La cosa meravigliosa del viaggiare è venire a contatto con culture che crediamo essere così distanti dalla nostra ma si rivelano in realtà più vicine a noi rispetto a quanto pensassimo. Nella mia esperienza ho infatti imparato che gli argentini sono incredibilmente accoglienti, pronti a trattarti come un loro amico intimo chiunque tu sia. E’ anche per questo che la mancanza di casa si è fatta sentire solo nel primo paio di giorni trascorsi nella mia nuova famiglia. Questo tratto, che mi ricordava molto l’accoglienza del sud Italia, mi ha infatti fatto sentire subito a casa.

La mentalità argentina è di fatto molto avanzata per quanto riguarda determinati aspetti sociali, come per esempio la salute ed istruzione pubblica garantita, così come il matrimonio omosessuale già ampiamente accettato, ma per altri sembra ancora arretrata. Sin dal mio arrivo ho potuto infatti notare con tristezza l’atteggiamento maschilista ben radicato nella società.

Avrei così tanto da dire riguardo quest’esperienza, ma se ripenso a ciò che l’ha resa indimenticabile non posso non menzionare gli amici che mi sono fatta lì. Una delle cose che ho più apprezzato di AFS è il fatto che permetta di unire culture di tutto il mondo. E’ proprio in questo mese che ho stretto amicizia con ragazzi canadesi, costaricani, tailandesi e così via. Punti saldi del viaggio sono stati tuttavia i miei compagni di avventure: i 7 ragazzi, 4 italiane e 3 statunitensi, con cui dal primissimo istante siamo stati fianco a fianco a vivere quest’esperienza indimenticabile.
Detto ciò, col cuore e gli occhi pieni di malinconia, non posso fare altro che augurarmi di poter tornare presto a visitare la mia meravigliosa Argentina.

Francesca

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