Cina: sette mesi dopo

Eleonora

Da Arezzo in Cina per un anno

"Costruisci una vita per 16 anni e la lasci per un anno, costruisci una vita per un anno e la lasci per sempre, quale è più difficile?"

Avevo letto questa frase prima di partire ed ero quasi convinta di sapere la risposta, soprattutto dopo aver salutato la mia famiglia, i miei amici, il mio paese.
In quei momenti pensavo non ci fosse niente di più brutto degli abbracci delle mie migliori amiche dati sotto la porta di casa mia la sera prima di partire, dei "mi mancherai" sussurrati con la voce spezzata dalle lacrime, dei saluti con nonna e zie. Pensavo non ci fosse niente di più difficile del salutare la mia famiglia all'Hotel a Roma, del voltar loro le spalle, del lasciarli tornare a casa senza di me e del dir loro "ci vediamo tra un anno, non preoccupatevi per me".

Ero felicissima di partire, così eccitata, curiosa di ciò che mi aspettava. Finalmente il mio sogno si stava per realizzare, ma in quei momenti mi sembrava tutto così difficile, ma non sapevo che dopo dieci mesi trascorsi nella mia nuova terra dire addio sarebbe stato ancora più difficile.
Avevo letto storie, lettere, blog e tutti sembravano esprimere la stessa cosa: lasciare il paese ospitante al ritorno è molto spesso più difficile di lasciare casa al momento della partenza, ma, ad essere sincera, soltanto dopo essere partita ho capito che tutti quei ragazzi avevano ragione.

Sono passati quasi sette mesi da quei saluti, da quelle lacrime, da quei sorrisi e da quella voglia di partire. In sette mesi sono successe tante cose, tante altre lacrime sono state versate, tanti altri sorrisi hanno illuminato il mio viso. In sette mesi sono cambiate tante cose, dalla più banale a quella invece meno scontata. È cambiato il mio accento, il mio corpo, i miei capelli adesso sono più corti ed ho una frangetta che prima non c'era, sono cambiati i miei gusti e non è più un problema mangiare noodles con carne a colazione oppure mangiare riso ogni giorno.

Adesso vado a scuola a piedi e non devo prendere il treno tutte le mattine, adesso studio sempre cinese, studio calligrafia, sto imparando a suonare un altro strumento musicale e nel weekend gioco a tennis con mia sorella. Adesso mi ritrovo a pensare in tre lingue diverse senza neanche accorgermene, ma soprattutto,oltre alle mie abitudini e alla mia routine quotidiana è cambiato il mio modo di pensare, è cambiato il modo in cui affronto ogni situazione, sono cambiata io sotto ogni aspetto, ed è a causa di questo cambiamento che sono sempre più convinta che fra tre mesi salutare tutto ciò che ha fatto parte della mia vita in questi sei mesi e mezzo sarà probabilmente più difficile di quanto lo è stato sei mesi fa.

Quando ho lasciato casa mia l'ho fatto con la consapevolezza che ci sarei tornata e che la maggior parte delle cose non sarebbero cambiate.
È vero, io non sarò più la stessa, ma anche se vedrò tutto con occhi diversi e avrò reazioni e sentimenti diversi..la mia casa sarà sempre la mia casa, il mio paese sarà sempre il piccolo paese in cui tutti si conoscono, la mia scuola sarà la stessa come lo saranno i miei compagni di classe, dovrò sempre prendere il treno ogni mattina per andare a lezione e sono sicura che il trenino del Casentino continuerà a fare ritardo come ha sempre fatto. La mia famiglia non sarà cambiata, magari i miei familiari avranno i capelli più lunghi o più corti, avranno alle spalle un anno in più, ma la loro routine sarà la solita. Tornerò da scuola e mangerò a casa di nonna come ho fatto per tutti i miei 16 anni e tutto sarà come prima, seppur cambiata, cresciuta, con un'esperienza nel cuore che non riuscirò mai a descrivere, fra tre mesi dovrò tornare alla vecchia routine, ma quando tornerò qua, in Cina..niente sarà più così.
Sei mesi fa ho detto arrivederci a tutto, ho messo in pausa la mia vita per poi riattivarla al mio ritorno, ma fra tre mesi..dovrò dire addio alla vita che mi sono costruita da sola, fra fatica e felicita.
Tornerò qua, che sia fra uno, due o dieci anni, tornerò in Cina, ma quello che ho adesso non ci sarà più, ed è la consapevolezza che tutto questo debba finire a fare più male.
Quando tornerò non sarò più una studentessa della Hainan middle school, non sarò più nella classe 21 e non dovrò fare ogni giorno la solita strada per arrivare a scuola. Il martedì pomeriggio non avrò più calligrafia e la sera non cenerò più con la mia famiglia. Mia sorella magari sarà all'Università, i miei compagni di classe lo stesso, qualcuno di loro forse si sarà anche trasferito e a condividere con me ogni emozione non ci saranno i miei amici di Intercultura.
Niente di tutto questo tornerà indietro e non riesco a spiegarmi come sia possibile riuscire a dire addio ad una vita (perché si, in un anno così.. Si crea una vera e propria vita) che ti ha cambiata per sempre e che sei consapevole che non potrai rivivere se non nei tuoi ricordi.

Per quanto sia stato difficile, per quanto a volte abbia desiderato essere al sicuro fra mura di casa mia con la mia famiglia, per quanto mi sia sentita fragile e abbia avuto paura di non potercela fare, in questi mesi ho vissuto l'esperienza più bella della mia vita, ho provato emozioni che non avevo mai provato fino ad ora, ho capito cosa vuol dire aver paura, cosa è la vera nostalgia, ma ho anche capito qual'è la bellezza del sentirsi vivo, del sentirsi indipendente, dell'essere in grado di superare una situazione che si credeva più grande di noi.
E adesso, nonostante la voglia di riabbracciare la mia famiglia e i miei amici sia tanta, il ritorno mi spaventa e non nego che sarà difficile, che non mi sento pronta a dire addio alla mia nuova vita che adoro, alla mia famiglia ospitante, ai miei amici, a quella che ormai è la mia routine per tornare alla mia vecchia vita, alla mia vecchia routine.
Mi spaventa tornare e dovermi riadattare, tornare e trovare tutto noioso, perché adesso che io ho aperto il mio cuore alla Cina e al mondo, per quanto possa amare il Casentino, l'Italia, la mia voglia di viaggiare e scoprire tutto ciò che questa terra ci offre è tanta. Mi spaventa tornare e dover lasciare questa esperienza alle mie spalle; la porterò sempre nel cuore, ma una volta tornata, sarà un capitolo finito, il capitolo più bello, ma comunque ormai terminato.

Per quanto questa esperienza mi abbia cambiato, la cornice della mia vita tornerà ad essere la stessa e questa mi sembra quasi un'ingiustizia.
Come posso permettere che tutto questo finisca? Che rimanga solo un ricordo indelebile nel mio cuore, nella mia mente?
Parte del mio cuore rimarrà sempre qui, fra le palme di coconut nella mia amata isola, fra i paesaggi meravigliosi dello Yunnan, fra i grattacieli di Shanghai, fra i sorrisi dei cinesi, fra le risate dei miei compagni di classe, nella mia casa, nei cuori della mia famiglia ospitante. Rimarrà qui, nella mia Cina che adesso è diventata casa mia.
Questo è un sogno che vorrei potesse non finire mai che purtroppo è destinato a terminare.. ma so per certo che rimarrà immortale dentro di me e che in futuro, ogni scelta che farò sarà influenzata da ciò che la Cina e questa vita mi hanno dato.

Eleonora

Da Arezzo in Cina per un anno

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