Correre insieme

Marco

Da Venezia in Polonia per tre mesi

Sono appena rientrato dalla mia prima maratona fatta con un membro della mia famiglia. In Italia, non sono abituato a partecipare a questi eventi insieme a qualcuno che vive sotto il mio stesso tetto, perché ho un padre sedentario che non è portato per praticare sport e una madre già fin troppo brava a portare avanti la baracca.

Mio papà ospitante è una persona favolosa. Fin da subito siamo entrati in sintonia, anche per via delle tante cose che abbiamo in comune. È un tipo veramente sportivo, tanto che durante il mese di luglio ha partecipato all'Ironman competition di Nizza, una gara di triathlon che si estende lungo tutta la Promenade des Anglais e in cui bisogna superare 3,8 km a nuoto, 180 in bici e 42 di corsa. Come potrete facilmente dedurre, predilige il jogging, quindi la semplice corsa individuale, e il nuoto, mentre io sono più portato per gli sport di squadra e per il tennis.

Eppure, abbiamo due cose che ci accomunano in modo particolare e di cui vado fiero: l'impegno e la dedizione che dedichiamo alle nostre attività quando le stiamo svolgendo, e la sensazione di benessere fisico e mentale di quando rientri a casa la sera stremato ma soddisfatto delle tue prestazioni.

Con lui parlo tanto, non solo di sport, ma di qualsiasi argomento, e la cosa è facilitata anche dalla sua giovane età (abbiamo solo tredici anni di differenza!) che me lo fa sembrare più un fratello maggiore che un padre.

Ricordo particolarmente di quando mi ha parlato del difficile rapporto che aveva con i suoi genitori, il quale lo ha portato ad abbandonare casa prematuramente e volontariamente nonostante frequentasse ancora la scuola: "Ho preso uno zaino e una valigia, vi ho messo dentro più cose possibili e me ne sono andato", mi disse un giorno. Non ho mai avuto il coraggio di analizzare fino in fondo le dinamiche di quella situazione, perché non volevo passare per quello che voleva ficcare il naso negli affari degli altri, ma ne sarei stato davvero curioso, soprattutto perché lui stesso affrontava un argomento così delicato con il sorriso sul volto, e la cosa mi lasciava incredibilmente senza parole.

Nella sua vita ha sempre dovuto arrangiarsi, in tutto e per tutto, tanto che alcune mansioni domestiche che di solito (anche se è solo uno stereotipo) dovrebbero spettare ad una donna, le svolgeva lui, e lo faceva volentieri. Questo perché appunto si è adattato sin da piccolo ad imparare tutto da solo, senza nessuno che gli spiegasse come fare quella determinata cosa o che gli indicasse la strada da prendere. Di lui ammiro molto la forza che ha costantemente ogni giorno - nonostante pratichi un lavoro che in alcuni casi lo porta a stare fuori di casa anche per una settimana - e la sua immensa e penso unica capacità di non accusare mai la fatica, anche quando è costretto a dormire solo tre ore per notte.

Mi sei stato davvero da esempio di vita Filip, o Filippo come piaceva ti chiamassi io. È stato piacevole trascorrere tre mesi con te e spero di rivederti in futuro. Sei un libro aperto, con te non si finisce mai di imparare. Ti ringrazio di cuore per tutto, ti voglio bene.


Marco

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