Da questo Paese che ormai è casa..

Sara

Da Milano in Malesia per un anno

Sono Sara Montelatici, e sto facendo un anno in Malesia. Voglio raccontare quelli che sono alcuni degli aspetti della mia esperienza attraverso queste foto.

Foto 1
Questa è la mia sorellina nella mia prima famiglia ospitante, Nur, 7 anni. È una bambina meravigliosa, parla tantissimo, gioca tutto il giorno, qualche mese fa le ho insegnato ad andare sui pattini. L’unica differenza con le mie cuginette italiane è che lei, a solo 7 anni, porta il velo, anche solo per uscire e giocare davanti a casa. La mia esperienza nel vivere con musulmani in un paese musulmano è stata sicuramente molto positiva ed istruttiva. Non nego che è una sfida, se ci si pone come ho fatto io, con la volontà solamente di ascoltare e capire si può imparare davvero tanto, soprattutto su un argomento così discusso al momento quale l’Islam. Io volevo avere un’opinione, e per farlo dovevo capire. È importante porsi senza pregiudizi, e semplicemente ascoltare. Personalmente, non sono d’accordo con tutte le ragioni che mi ha dato mio padre (colui a cui ho posto tutte le mie domande), ma le comprendo. Vivere con musulmani richiede solamente attenzione: vestiti, atteggiamenti, non perché tu debba farlo, ma semplicemente per una questione di rispetto, per non mettere a disagio la famiglia. L’ambiente musulmano in generale non è facilissimo, ci sono situazioni in cui ci si trova davanti a condizioni e limiti, soprattutto se sei una ragazza. In questi casi, per la mia esperienza, il modo migliore di reagire è parlarne con qualcuno, un locale, con cui siete particolarmente vicini. Questo può mostrarti se è un caso particolare e quindi puoi reagire, sempre in modo appropriato o semplicemente è uso del paese, e in questo caso il mio consiglio è di lasciar perdere.
Per tornare a Nur, non posso negare che mi ha fatto effetto vedere una bambina coprirsi così, ma alla fine è solo una questione di vestiti, lei è adorabile e si sta godendo la sua infanzia come è giusto che sia, e cosa importa cosa indossa quando corre, ridendo perchè finalmente riesce a far volare il suo aquilone?

Foto 2
Questa è la mia classe, durante una festa per il compleanno di una nostra compagna. L’affetto e la meraviglia con cui sono stata accolta in questa scuola è uno dei ricordi più belli ed insieme più imbarazzanti della mia esperienza. In Malesia, soprattutto in uno stato come Johor, che è sì vicino a Singapore ma dove non si vedono spesso europei, uno straniero desta sempre moltissima curiosità. In particolare se è qualcuno con cui ti ritroverai ad avere a che fare tutti i giorni. Il mio primo giorno di scuola sono stata letteralmente accolta da fischi, urla, cori. Durante l’assemblea mi sono presentata, nel giro di un’ora l’intera scuola sapeva il mio nome e iniziavano ad urlarlo da una parte all’altra della scuola ogni volta che vedevano di sfuggita i miei inconfondibili (in Asia) capelli.
Ho iniziato, per la prima settimana, a girare qualche classe per fare presentazioni sull’Italia e permettermi di conoscere più persone possibili, poi ho iniziato a seguire le lezioni con la mia classe, 4 Sains 1 (quarto anno, indirizzo scientifico, del quale ci sono 3 classi, appunto 1, 2 e 3). La cosa bella delle scuole malesi è che ci sono un sacco di attività extracurriculari e sport che si fanno a scuola. Questo mi ha permesso di conoscere un sacco di persone e soprattutto di evitare i pomeriggi passati a casa, che sono sempre da evitare. Le lezioni sono perlopiù in malese, ma dipende dall’insegnante in quale lingua preferisce insegnare. Fortunatamente le mie amiche mi aiutano tantissimo (tuttora) quindi riesco a seguire il programma senza problemi.
Alla fine, dopo mesi, quasi tutti gli studenti si sono abituati ad avermi in giro, l’unica particolarità è che tutti mi conoscono. Questo tipo di esperienza era veramente inaspettato, e per quanto sia difficile all’inizio, ha l’enorme vantaggio che è molto più facile iniziare a parlare con le persone, e di conseguenza farsi amici, perché tutti vogliono parlare con te, o anche solo farsi un selfie.

Foto 3
Io e le mie bellissime sorelle, Naimi Qistina, Naimi Munirah e Naimi Munazah siamo state invitate da una mia amica ad un matrimonio indiano. E vuoi non sfruttare l’occasione per vestirsi con i vestiti tradizionali e divertirsi un po’? E questa è la storia di come tre malesi e un’italiana si sono presentate vestite da perfette indiane (quasi).
Questa è stata forse una delle esperienze più belle con le mie sorelle, tra la preparazione, che ha richiesto circa quattro ore, e il significato che io attribuisco a queste ragazze che hanno detto sì, facciamolo. In Malesia convivono tre razze principali, malesi, indiani e cinesi, più una miriade di minoranze. Si può notare che tendono a non mischiarsi, che tante volte io stessa ho interpretato come razzismo. E succede a volte, ma nella maggioranza dei casi è una questione di lingua. La lingua madre dei cinesi è il mandarino, degli indiani il tamil, senza contare i casi, non rari, di indiani o cinesi la cui prima lingua è l’inglese, e la prima lingua dei malesi nonché lingua nazionale è, appunto, il malese. Tutti parlano quest’ultima, ma si preferisce sempre parlare la propria lingua madre, con cui si è più a proprio agio. Dunque la divisione è linguistica, ma a volte si traduce in pregiudizi di tipo razziale. Quindi vedere le mie sorelle fare questa cosa con me mi ha rallegrato moltissimo, in quanto stavano dando una possibilità a qualcosa che altrimenti non avrebbero fatto, e ci siamo divertite tantissimo.

Foto 4
Ho sempre ammirato tantissimo le arti e soprattutto il magico mondo del teatro, ma personalmente non avevo mai avuto il coraggio di provare personalmente. Questo fino a quando nell’Ottobre 2016 vengo a fare la conoscenza, tramite un’amica, che nella mia scuola esiste un gruppo di teatro. Sono interessata e la mia amica mi propone di seguirla alle prove. Rimango affascinata dalla storia e dalla bravura dei ragazzi, e finalmente, quando l’insegnante mi chiede se voglio provare, ho il coraggio di dire sì. La mia parte nel primo spettacolo è veramente piccola, perché era in malese e nessuno si fidava troppo, ma la preparazione mi ha fatto innamorare di questo ambiente e del tipo di legami che si creano in un ambiente così. Questo è il gruppo di teatro dopo il primo spettacolo e ricordando quello che abbiamo vissuto, quanto ci siamo divertiti e cosa mi ha fatto provare, l’unica cosa che posso dire a questo proposito è prova. Tu, che stai leggendo queste righe, qualsiasi cosa ti stia proponendo la vita in questo momento, buttati, specialmente quando hai un tempo così limitato, come me in questa scuola e con questi ragazzi.

Foto 5
La mia famiglia. Ci siamo quasi tutti. Scrivere di loro è particolarmente difficile, perché non ci sono differenze culturali, non ci sono “exchange student problems”, siamo solo io e la parte malese della mia famiglia. Io mi ritengo fortunatissima per la mia famiglia, non perché mi abbiano fatto viaggiare, non perché hanno una bella casa, ma perché si sono presi cura di me e dato amore come a una loro figlia. Se sbagliavo, mi hanno corretto, se volevo fare qualcosa mi hanno supportato, se avevo un problema mi hanno aiutato. Il legame che si può legare con Intercultura è qualcosa che mi affascina tantissimo e non riesco a pensare che fino a 7 mesi fa non conoscevo queste persone, o che meno di tre mesi le dovrò salutare. Ma la cosa meravigliosa è che sono legami per la vita. Mio padre una volta mi ha detto: “Tu un giorno dirai ai tuoi figli che hai una parte di famiglia in Malesia, però glielo devi insegnare il malese, così possono giocare con i cuginetti!”.
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Foto 6
Zapin Melayu è una danza tradizionale, originalmente di Johor (il mio stato) ed era eseguita durante le cerimonie religiose. Ora è uno spettacolo folcloristico, spesso eseguito da bambini e adulti insieme (come in questo caso).

Foto 7
Il settimo giorno del Capodanno Cinese è, oltre al compleanno dell’Imperatore, il Primo Giorno di Primavera, in cui tutto nasce e si riforma. In questo giorno c’è la tradizione che la gravità sia più forte, quindi le uova riescono a stare in piedi, e funziona! Sono andata alla scuola delle mie sorelle nella famiglia cinese in cui sono stata 10 giorni per il Capodanno Cinese, e ho passato la mattina ad imparare ideogrammi di prosperità da disegnare su uova e fare a gara a chi riesce a farne stare su il maggior numero possibile. Questo tipo di cosa, che è sconosciuta alla maggior parte dei malesi, è il motivo per cui è meraviglioso fare uno scambio culturale in un paese come la Malesia, in cui ho avuto la possibilità di venire a contatto con tre ricchissime culture.

Foto 8
Il Deepavali è una festa tradizionale indiana, che festeggia la vittoria della Luce e del Bene sul Male, infatti è chiamata “festa delle luci”. La tradizione prevede delle preghiere con la famiglia la sera prima, benedizioni dai membri più anziani della famiglia, la preparazione di ‘rangoli’, disegni sul pavimento fatti con il riso colorato e fuochi d’artificio. La mattina siamo andati al tempio per preghiere e ricevere la benedizione dal sacerdote del tempio, poi i festeggiamenti sono continuati con una tradizione propria malese, le ‘case aperte’, in cui tutti i vicini e amici sono invitati a mangiare e passare tempo tutti insieme.

Foto 9
Gli Orang Asli, cioè i nativi malesi, sono quelle comunità ancora legate alle tradizioni e che vivono come 100 anni fa. Negli ultimi mesi sono andata spesso nel villaggio di una di queste comunità, abbastanza modernizzata, ma che offre uno stile di vita molto semplice. Ci sono i bambini che nuotano nudi nel fiume e si arrampicano come scimmie sulle mangrovie, gli uomini vanno a pesca, le donne lavorano nell’orto o a casa. Vivere con loro, anche solo per alcuni giorni, è un’esperienza, oltre che molto divertente, profondamente istruttiva. Anche se questo villaggio è abbastanza modernizzato, vivere nella giungla, andare a prendere i cocchi sulla palma, nuotare nel fiume con gli altri ragazzi, sono ricordi bellissimi che hanno segnato la mia esperienza.

Foto 10
La Malesia è un paese unico. È un paese che ti presenta l’Asia in mille sfaccettature, in cui puoi trovare qualsiasi cosa tu stia cercando. C’è una differenza enorme con qualsiasi altro posto nel mondo, modernità e tradizione si mischiano, ci sono talmente tante situazioni diverse in cui ti potresti trovare e in ognuna di esse avresti qualcosa da imparare, dal villaggio nella giungla alla grande città. Il motivo per cui sono venuta in Malesia è perché stavo cercando qualcosa di diverso, un’esperienza particolare, volevo affrontare situazioni diverse e sfidare me stessa ad affrontarle da sola. E arrivata in questo paese mi sono innamorata. Le persone, lo stile di vita, la tranquillità, la diversità di persone, scenari e tradizioni mi hanno conquistato. Anche se è difficile, non potrei essere più contenta della mia scelta, e da questo paese che ormai è casa, selamat tinggal.

Sara

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