Il Paese più felice del mondo

Angela

Da Bari in Costa Rica per un anno

Salve a tutti, sono Angela Sblano, ho diciasette anni e frequento il liceo linguistico Carmine Sylos a Bitonto, in provincia di Bari e sto trascorrendo il mio anno all'estero con Intercultura in Costa Rica.
Cosa ti ha spinta a partire?
Sentivo che tutto mi stava stretto, io avevo voglia di conoscere persone e una cultura nuova perchè sapevo ci fosse qualcosa di più dell'aspettare il weekend o delle manifestazioni scolastiche. Volevo partire e scoprire me stessa ed i miei limiti, vivendo in un paese con tradizioni completamente differenti da quelle italiane. Volevo conoscere come fosse e quanto fosse importante l'educazione in un altro paese e tutti i valori nascosti che un paese ha da offrirti. Non è stato difficile convincere i miei ma sì è stato complicato quando, davanti alla mia paura di poter perdere il concorso, loro dicevano che non importasse perchè avrei comunque potuto avere la possibilità di fare l'Erasmus e che sarebbe stata la stessa cosa identica cosa, ma io non la pensavo allo stesso modo. Partire quando hai già più di ventanni è diverso che quando ne hai sedici e sei nel pieno della tua adolescenza. Inoltre, il valore dell'esperienza e il fine stesso è completamente differente.

Perchè la Costa Rica?
Mentre tutti erano convinti sugli Stati Uniti, io mi chiedevo come sarebbe stato vivere in un paese che la maggior parte della gente non conosce, così lo misi come prima scelta insieme a tutti i paesi più strani e poco commercializzati. Iniziai a cercare informazioni sulla Costa Rica e scoprii come non avessero l'esercito dal 1949 e che viene chiamato "il paese più felice del mondo". Su google non ci sono tantissime informazioni sulla Costa Rica ma da quelle poche che lessi, come della sua naturalezza, delle sue spiagge e cascate meravigliose, decisi di scoprire questo piccolo paese con i miei occhi e il mio cuore.

Cosa significa l'espressione "pura vida", per cui la Costa Rica è conosciuta?
L'espressione "pura vida" simbolizza l'allegria, l'altruismo e l'ottimismo che tutta la popolazione tica possiede. Si utilizza come saluto invece del tipico "Hola", ma viene utilizzato anche come risposta alla domanda "Cómo estás?". E' un termine costarricense che non si può tradurre in italiano o in altre lingue, ma è uno stile di vita molto importante per gli abitanti costarricensi.

Cosa ricordi del tuo primo giorno in Costa Rica?
Ricordo l'odore dell'aria pulita, incontaminata ed il posto dove sedevo in quel minibus che ci portava verso la nostra nuova vita, verso la nostra nuova famiglia. Credo che mai in tutta la mia vita ho provato un'ansia così grande come in quel momento. Cosa dire? Come salutarli? Mi tratteranno come una figlia? Queste erano le domande che mi frullavano in testa mentre osservavo le montagne dal finestrino e mai trovai una risposta perchè rimasi assorta da quel bellissimo paesaggio e poi arrivò l'abbraccio della mia madre ospitante e parte di quella paura scomparì.
C'è un aneddoto molto divertente che mi successe il giorno in cui arrivai: tutti si preoccupavano per me e mi spiegavano le regole della casa, durante la cena mi chiesero perchè non parlassi molto e se mi sentissi poco bene e allora io risposi di essere "embarazada" convinta che significasse che mi sentissi in imbarazzo. La situazione cambiò e tutti iniziarono a ridere facendomi sentire ancora di più in imbarazzo, ricordo che mio padre ospitante quasi piangeva per quanto stesse ridendo. Mia madre mi spiegò che "embarazada" in spagnolo significasse che 'incinta', in quel momento mi si colorarono le guance di un rosso pomodoro ed alla fine iniziammo di nuovo a ridere tutti insieme.

In Italia i pasti significano anche riunirsi con la famiglia e passare del tempo insieme, qual è il significato che hanno in Costa Rica?
In Costa Rica i pasti non sono così importanti come per noi italiani. Tutti hanno orari differenti, quindi è molto comune che ognuno mangi all'orario che gli conviene.
Lo stesso vale per il pranzo, la scuola termina alle 16.20, per questo gli studenti portano il pranzo da casa, mangiano alla mensa della scuola che può essere gratis o avere un costo diario di massimo 0,30 centesimi o hanno un permesso, firmato ad inizio anno, in cui i genitori autorizzano i figli a poter uscire dalla struttura scolastica e mangiare in un altro luogo. In alcune scuole il pranzo dura 40 minuti e in altre 20 minuti, in ogni caso non si ha il tempo necessario per ritornare a casa e pranzare con la famiglia. La cena è l'unico pasto che si svolge in famiglia, in cui tutti raccontano gli avvenimenti più importanti della giornata.

Dai paesaggi costaricani a un Natale.. particolare! La vita di Angela in Costa Rica

I ticos hanno uno spagnolo pieno di costarriqueñismi, ce ne puoi insegnare qualcuno?
Il tico è orgoglioso del proprio spagnolo pieno di parole ed espressioni tipiche della Costa Rica, ascoltandole inizialmente sembrano tante parole unite in una frase fino a crearne una senza senso, così vi spiegherò quelle più conosciute.
"Al chile?" è un altro strano modo che i ticos utilizzano per chiedere se ti stai burlando di loro o stai scherzando, è come il conosciutissimo "Are you kidding me?" in inglese.
"A cachete" significa che qualcosa è eccezionale: "Este carro está a cachete" possiamo tradurlo come "Questa macchina è perfetta".
"La dirección es un queque" è quello che probabilmente vi sentireste dire se chiedeste ad un tico una direzione stradale. Letteralmente significa che la "La direzione è una torta" ma in realtà, significa che è molto semplice arrivare al destino finale.

Qual è stata la prima cosa che hai notato il tuo primo giorno di scuola?
Decisamente il rapporto con i professori è diverso, ci si rivolge a loro con il "tu". I professori sono messi sullo stesso livello degli studenti, ma non per questo questi ultimi sono irrispettosi nei loro confronti. Ne sono rimasta sinceramente colpita in quanto gli studenti italiani pensano che i professori si credano più importanti solamente perchè hanno una laurea e quindi degni di poter ricevere quel 'lei' da uno studente.
Inoltre in Costa Rica tutti utilizzano un uniforme e inizialmente non ne ero tanto entusiasta, perchè sentivo di non poter esprimere la mia personalità e far conoscere chi fossi veramente, ma ho cambiato idea quando una ragazza mi spiegò che poche sono le famiglie costarricensi che possono permettersi di comprare molti vestiti ai figli, quindi se ognuno portasse gli stessi jeans due volte alla settimana forse sarebbe giudicato, come molto spesso succede in Italia, ma con l'uniforme tutti sono uguali, nessuno può giuicare e così si eliminano i pregiudizi.


E' stato difficile relazionarti e fare amicizia con i tuoi compagni di classe?
No, in realtà è stato molto semplice in quanto i ticos sono molto aperti e vogliosi di conoscere ed avere un'amica di un'altra nazionalità. Alcuni sono timidi, ma la maggior parte delle persone ti verranno a parlare e a chiedere qualcosa sull'Italia o su cosa hai amato della Costa Rica. Inoltre, noi italiani abbiamo una grande fama tra i costaricensi per la cucina, i mondiali e tutti i gesti che utilizziamo mentre parliamo, per questo i ticos sono sempre entusiasti di poter parlare con un italiano.


Il sistema scolastico costarricense è più difficile di quello italiano?
Sia il sistema scolastico italiano che quello costarricense ha dei pro e contro, penso che quello italiano sia più difficile sotto il punto di vista di studio, in quanto abbiamo compiti da svolgere a casa ogni giorno ed interrogazioni (che qui non esistono), inoltre i compiti in classe raramente sono a risposta multipla e quindi più complicati. Penso che la scuola costarricense non sia eccessivamente difficile ma si, stanca molto. Inizia alle sette di mattina e finisce alle quattro e venti del pomeriggio, questo significa che gli studenti rimangono nove ore a scuola. Non hanno la possibilità di uscire e svagarsi un po' durante il pomeriggio in quanto dopo il tramonto non è molto sicuro uscire.

Ti ricordi il primo giorno in cui hai pensato che questo fosse il paese perfetto per te?
Quel giorno lo ricordo perfettamente: era il 15 settembre, festa dell'indipendenza. In questo giorno ho sfilato per le strade del mio paese vestita da hippie con alcune compagne di classe mentre ballavamo seguendo il ritmo della banda della scuola e facendo divertire la folla, abbiamo cantanto e distribuito cioccolatini e palloncini ai piccoli bimbi. E' stato un giorno stupendo, ricordo ancora l'emozione dei ticos che ballavano per strada e si divertivamo ricordando l'indipendenza del proprio paese. In questo momento mi sono sentita accolta dalla comunità mentre sfliavo e vedevo le persone sorridermi. E' stato questo il giorno in cui ho capito che la Costa Rica fosse perfetta per me e che sicuramene, ci ritornerò un giorno.
Hai avuto momenti difficili durante la tua esperienza? Hai mai pensato di tornare?
Credo di essere stata in qualche modo fortunata in quanto la mia prima settimana in Costa Rica fu la più disastrosa di tutto il mio anno all'estero: il cibo non mi piaceva, non capivo quello che mi dicevano e mi mancava la mia vita italiana e proprio per questo qualsiasi cosa mi passò successivamente, sentivo che non poteva essere peggiore della mia prima settimana in Costa Rica e quindi così superai questi momenti tristi.
Le volontarie di Intercultura ci hanno sempre detto che la nostra esperienza sarà come un'onda, ci saranno sempre degli alti e bassi, momenti tristi e felici. Ci sono stati momenti in cui ho sentito più nostalgia di casa, ma mai ho pensato di tornare. Sentivo che per ogni giorno triste ce ne sarrebbero stati altri venti in cui sarei stata felice e mi avrebbero fatto comprendere qualcosa sul mondo.


Qual è stato uno dei più grandi cambi familiari?
In Italia sono figlia unica e nella mia attuale famiglia ho un fratello, questa è stata una grande svolta per me. Inizialmente non sapevo come comportarmi perchè io, il rapporto tra sorella e fratello, l'avevo visto solo nei film. Adesso sento che lui è mio fratello per davvero, non importa se non ci lega il sangue o i nostri genitori biologici non sono gli stessi. Ci divertiamo, ci raccontiamo segreti, ci copriamo con i genitori e litighiamo, come due veri fratelli che si conoscono da sempre. Credo che uno dei regali più belli che quest'esperienza potesse mai farmi è stato proprio farmi scoprire la relazione tra fratelli.

Nel tuo centro locale in Costa Rica ci sono anche altri exchange students, qual è il tuo rapporto con loro?
Qui in Costa Rica ho avuto l'occasione di incontrare non una, ma ben due famiglie. La mai seconda famiglia sono proprio gli altri studenti AFS del mio centro locale. Loro sono quelli su cui puoi contare e che capiscono le tue emozioni e sono amici che ti sembra conoscerli da una vita. Con loro ho scoperto la Costa Rica, nelle cose più piccole come la vita scolastica fino ad arrivare ai luoghi turistici. Sono davvero contenta di aver avuto l'opportunità di conoscere queste persone meravigliose che so non dimenticherò mai e porterò sempre nel mio cuore. Sono sicura che dopo questa esperienza, rimarremo in contatto e organizzeremo al più presto un incontro per rivederci e ricordare insieme il tempo passato in questo paese stupendo.

Sei pronta per tornare?
Definitivamente no, mancano poco più di due mesi e mezzo al ritorno e non sono completamente pronta. La mia vita italiana non mi manca eccessivamente e nonostante non veda l'ora di abbracciare di nuovo i miei amici, la famiglia e mangiare le delizie di mia nonna, sento che ho ancora tante cose da fare, luoghi da vedere e cose da scoprire; ma, cosa più importante, non sono pronta a lasciare tutte queste persone che hanno fatto parte della mia vita per quasi un anno e mi hanno sostenuta in tutte le situazioni.

Cosa ti ha lasciato e cosa hai imparato da questa esperienza?
Quest'anno all'estero mi ha insegnato tanto: ho imparato a stare da sola, ad arrangiarmi e soprattutto ad adattarmi in un paese più povero dove non sempre in casa si ha acqua calda o wifi. Ho imparato chen non abbiamo bisogno di alcuni oggetti per essere veramente felici, perchè un sorriso o un abbraccio valgono più di qualsiasi altra cosa materiale.
Sento di essere più tollerante ed altruista perchè questo paese mi ha insegnato a dare tutto anche quando non si ha niente. Mi hanno insegnato a disfruttare a pieno della vita e non perdere nemmeno un minuto di quest'ultima. Una delle caratteristiche dei costarricensi che ho amato e ho appreso (in parte) è che davanti ad ogni singolo problema, non si abbattono ma cercano sempre di essere ottimisti e di superarli con un sorriso.
Mai avrei immaginato di potermi legare e di poter amare ed essere amata da persone che mi conoscessero da così poco tempo.
Ho scoperto chi sono e dove voglio arrivare. Ho pianto, ho sorriso ma cosa più importamte sono cresciuta moltissimo e adesso posso dire di saper parlare un'altra lingua, di conoscere persone da tutto il mondo e di aver visto posti indescrivibili, ma soprattutto di avere una famiglia e una casa dall'altra parte del mondo.


Consiglieresti questa esperienza ad altri studenti?
Assolutamente sì, partite e scoprite il mondo e voi stessi. Non abbiate paura ad allontanarvi dalla vostra comfort zone e mettetevi alla prova: nel nuovo paese verrete accolti come figli e fratelli e per ogni problema che supererete, diventereti più forti e sicuri di voi stessi. In questa esperienza non avete nulla da perdere, guadagnerete tantissimi bei ricordi ed emozioni che mai dimenticherete.

Angela

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