Il segreto è non aver paura
Grazia
Mamma di Alessandro, da Napoli in Cina per un anno
Ho sempre sentito parlare di Intercultura e dei relativi scambi culturali in paesi di tutto il mondo e mi sono sempre chiesta, da mamma, come riuscissero tutti quei genitori a sembrare così tranquilli di fronte ad una sfida così grande.
Tutto è incominciato un giorno quando Alessandro, mio figlio, è tornato a casa da scuola con un grande dépliant, eccitato all’idea di fare un’esperienza del genere. All’inizio pensavo che fosse una semplice idea, ma poi con il tempo ho capito che si stava davvero convincendo della cosa e infatti poco dopo era pronto per superare i tanti test e colloqui per poter partecipare al programma. Durante tale periodo non avevo ancora realizzato che Alessandro potesse davvero essere preso e mandato in un paese qualsiasi del mondo, da una parte ero felice che mio figlio, a soli 17 anni, potesse fare una così importante esperienza ma in cuor mio avevo una paura immensa di averlo lontano per così tanto tempo.
Quando è arrivata la fatidica e-mail, che annunciava la vincita del concorso di Alessandro, è stata la prima volta in cui ho davvero compreso che quella non era più solo un’idea e che di lì a poco avrei dovuto accettare che sarebbe partito da solo per un anno, e per di più per la Cina. Non nego che sia stato molto difficile all’inizio, come Alessandro doveva abituarsi in un Paese nuovo con nuove abitudini, io dovevo abituarmi a non averlo più in giro per casa e a parlare con lui solo tramite un computer. La mia paura più grande era quella di ritrovarmi, una volta finito tutto, una persona completamente diversa da mio figlio; di dover ricominciare daccapo con lui per scoprire le nuove sfumature del suo carattere e ricercare quelle vecchie.
Da una parte ero felice che mio figlio, a soli 17 anni, potesse fare una così importante esperienza ma in cuor mio avevo una paura immensa di averlo lontano per così tanto tempo
Poi però, più trascorrevano i mesi più vedevo che lui era sereno e soprattutto felice di ciò che stava facendo. Ero sbalordita da come stesse affrontando tutto, aveva imparato a vivere secondo delle abitudini completamente diverse dalle nostre secondo una cultura altrettanto diversa, aveva imparato pian piano a comunicare in cinese e ad avere così tante amicizie che ancora oggi mi riesce difficile ricordare tutti i loro nomi. Penso che quando una mamma vede tutto questo, vede la tranquillità e la spensieratezza nel proprio figlio, la distanza può essere anche superata poiché tutto ciò che a me interessava è che Alessandro stesse bene e che fosse felice della sua decisione. Credo che ogni genitore debba mettere la paura da parte e lasciare che i propri figli facciano un’esperienza del genere. Devo ringraziare con tutto il cuore Intercultura per aver premesso ad Alessandro, ma soprattutto a me, di potermi mettere in gioco come mamma, di aver potuto intraprendere una così profonda e grande esperienza come questa e di essere potuto andare alla scoperta di un Paese e di una cultura così antica e bella come quella della Cina.
Consiglio a tutti ragazzi e ai rispettivi genitori di prendere in considerazione tale programma poiché conoscere persone e culture differenti ci arricchisce e ci permette magari di cambiare noi stessi sia come persone che come genitori.
Tutto è incominciato un giorno quando Alessandro, mio figlio, è tornato a casa da scuola con un grande dépliant, eccitato all’idea di fare un’esperienza del genere. All’inizio pensavo che fosse una semplice idea, ma poi con il tempo ho capito che si stava davvero convincendo della cosa e infatti poco dopo era pronto per superare i tanti test e colloqui per poter partecipare al programma. Durante tale periodo non avevo ancora realizzato che Alessandro potesse davvero essere preso e mandato in un paese qualsiasi del mondo, da una parte ero felice che mio figlio, a soli 17 anni, potesse fare una così importante esperienza ma in cuor mio avevo una paura immensa di averlo lontano per così tanto tempo.
Quando è arrivata la fatidica e-mail, che annunciava la vincita del concorso di Alessandro, è stata la prima volta in cui ho davvero compreso che quella non era più solo un’idea e che di lì a poco avrei dovuto accettare che sarebbe partito da solo per un anno, e per di più per la Cina. Non nego che sia stato molto difficile all’inizio, come Alessandro doveva abituarsi in un Paese nuovo con nuove abitudini, io dovevo abituarmi a non averlo più in giro per casa e a parlare con lui solo tramite un computer. La mia paura più grande era quella di ritrovarmi, una volta finito tutto, una persona completamente diversa da mio figlio; di dover ricominciare daccapo con lui per scoprire le nuove sfumature del suo carattere e ricercare quelle vecchie.
Da una parte ero felice che mio figlio, a soli 17 anni, potesse fare una così importante esperienza ma in cuor mio avevo una paura immensa di averlo lontano per così tanto tempo
Poi però, più trascorrevano i mesi più vedevo che lui era sereno e soprattutto felice di ciò che stava facendo. Ero sbalordita da come stesse affrontando tutto, aveva imparato a vivere secondo delle abitudini completamente diverse dalle nostre secondo una cultura altrettanto diversa, aveva imparato pian piano a comunicare in cinese e ad avere così tante amicizie che ancora oggi mi riesce difficile ricordare tutti i loro nomi. Penso che quando una mamma vede tutto questo, vede la tranquillità e la spensieratezza nel proprio figlio, la distanza può essere anche superata poiché tutto ciò che a me interessava è che Alessandro stesse bene e che fosse felice della sua decisione. Credo che ogni genitore debba mettere la paura da parte e lasciare che i propri figli facciano un’esperienza del genere. Devo ringraziare con tutto il cuore Intercultura per aver premesso ad Alessandro, ma soprattutto a me, di potermi mettere in gioco come mamma, di aver potuto intraprendere una così profonda e grande esperienza come questa e di essere potuto andare alla scoperta di un Paese e di una cultura così antica e bella come quella della Cina.
Consiglio a tutti ragazzi e ai rispettivi genitori di prendere in considerazione tale programma poiché conoscere persone e culture differenti ci arricchisce e ci permette magari di cambiare noi stessi sia come persone che come genitori.
Grazia
Mamma di Alessandro, da Napoli in Cina per un anno