L'entusiasmo dei miei compagni malesi

Matilda

Da Treviglio in Malesia per un anno

Vi do un consiglio. Se state pensando di trascorrere un anno all'estero in una scuola in Malesia e siete europei, dovrete prepararvi ad un'accoglienza più che entusiasta. Cosa intendo con "entusiasta"? Lasciate che ve lo spieghi.
Il fatto è questo: agli studenti malesi non capita molto spesso di entrare in contatto con persone provenienti da oltreoceano, né tantomeno con persone provenienti da oltreoceano della loro stessa età. Per questo motivo, fin dal primo giorno cercheranno subito di mettersi in contatto con voi. C'è chi è più spavaldo e si fa avanti tentando un approccio, chi abbozza un saluto con la mano e chi invece sorride timidamente, senza dire nulla. Ho notato poi che alcuni gruppetti di ragazzi si limitavano a fissarmi e a confabulare tra di loro.
Ho solo in seguito capito che era perché ero talmente diversa da loro che non sapevano cosa aspettarsi, o come comportarsi, o cosa chiedermi: sembravano in qualche modo spaventati, intimoriti dalla mia presenza
Ed ho solo in seguito capito che era perché ero talmente diversa da loro (in senso buono) che non sapevano cosa aspettarsi, o come comportarsi, o cosa chiedermi: sembravano in qualche modo spaventati, intimoriti dalla mia presenza. Cercate di apparire estroversi e gentili: in questo modo si fideranno di voi e riusciranno a racimolare il coraggio necessario per parlarvi.

Ciononostante, conoscerete un sacco di persone diverse, che vi aiuteranno un sacco ad immergervi nell'ambiente e in sostanza vi daranno una grossa mano. Faranno tutto il possibile per aiutarvi con la lingua e risponderanno pazientemente a qualsiasi vostra domanda. Sono in maggioranza ragazzi e ragazze molto giocosi che adorano punzecchiarsi e farsi scherzi a vicenda, perciò non vi preoccupate se si picchiano o se si insultano tra di loro, è il loro modo di fare.

Ma partiamo dal principio.

Tutti i colori della Malesia

Al mio ingresso nel cortile della scuola, tremante, sudata e, accidenti, con le stringhe slacciate, ho sentito distintamente 800 facce voltarsi nella mia direzione, e per poco non sono inciampata in un gradino. Mi sentivo gli occhi di tutti puntati addosso, e credetemi quando vi dico che la cosa non è tanto piacevole, considerato che alcuni sono rimasti a fissarmi per un bel po'.

Attraverso il cortile cercando di sembrare sicura di me stessa, ma in realtà in questo momento le mie gambe hanno la consistenza di una gelatina alla fragola. Prendo posto di fianco alla presidente della classe e mi sforzo di capire cosa stiano dicendo dal palco davanti a me. Il mio malese lascia piuttosto a desiderare, quindi sono costretta a chiedere alla presidente di tradurmi come meglio può, perché tutto quello che riesco a carpire è un borbottio che per me non ha alcun senso. Scopro che ogni lunedì si tiene un'assemblea speciale, durante la quale si intonano delle canzoni. Faccio del mio meglio per non stonare, e ringrazio il cielo quando la musica viene finalmente spenta.

Finita l'assemblea mattutina, una ragazza mi fa strada verso quella che sarà la mia nuova classe per undici mesi. Prima ancora di varcare la soglia sento un chiasso infernale provenire dall'aula. Sbircio dalla porta e conto almeno 35 ragazzi (di solito le classi sono composte da circa 30/40 alunni) che mi salutano non appena faccio il mio timido ingresso nella stanza.
Mi piace il rapporto studente-docente che esiste qui: è come se i docenti fossero tuoi pari
Appena prendo posto ho l'impressione che tutti mi stiano passando ai raggi x, studino le mie mosse e tentino di capire che tipo di persona sono. Io cerco di essere il più gentile possibile e distribuisco sorrisi a destra e a manca, parlando del più e del meno con le mie compagne di banco. Tutti gli insegnanti mi accolgono a braccia aperte, e si informano sulla mia situazione scolastica. Mi piace il rapporto studente-docente che esiste qui: è come se i docenti fossero tuoi pari. Certo, il rispetto è d'obbligo, però ogni tanto si lasciano scappare qualche risata, e la cosa mi fa ben sperare.

Una studente mi passa un foglio con scritto l'orario settimanale, e sono felice di constatare che le materie sono quasi uguali a quelle italiane: l'unica eccezione è l'ora di "Moral", pensata per i non musulmani e che sostituisce religione.
Quando due persone di etnia diversa vogliono comunicare, allora entra in gioco l'ingleseLe lezioni, tranne le materie scientifiche, sono interamente in malese, perciò sono costretta a chiedere alle mie vicine di banco cosa stia dicendo l'insegnante più o meno ogni 30 secondi. La cosa curiosa riguardo alle lingue qui è che all'interno della classe, come in tutta la Malesia del resto, convivono malesi, cinesi ed indiani. Di conseguenza, i cinesi parlano fra loro in mandarino, gli indiani in tamil/inglese e i malesi in malese. Quando due persone di etnia diversa vogliono comunicare, allora entra in gioco l'inglese. La molteplicità di lingue può risultare confusionaria e un tantino fastidiosa, ma non preoccupatevi, vi ci abituerete in fretta.

Il tempo passa in fretta, e si fanno le 10:10. Intervallo. Una compagna mi scorta alla mensa, e durante il tragitto conto almeno cinquanta persone che mi fermano e chiedono da dove venga e si complimentano per i miei capelli. A proposito, riceverete un sacco di complimenti in merito al vostro aspetto, sopratutto se siete biondi/e con gli occhi azzurri. All'inizio vi tratteranno come delle specie di divinità e continueranno a ripetervi quanto siete speciali, e dopo qualche parola inizieranno a rilassarsi e a trattarvi con estrema gentilezza. Sono molto curiosi, e vi chiederanno di raccontarvi qualcosa del vostro Paese e di insegnargli qualche parola. Tutti vorranno essere vostri amici. Il mio disagio era palpabile, ma ammetto di essermi divertita parecchio.
Sono molto curiosi, e vi chiederanno di raccontarvi qualcosa del vostro Paese e di insegnargli qualche parolaIn mensa faccio conoscenza con un amichevole cuoco che mi illustra il menù del giorno. Compro un piatto di Nasi Lemak e un succo di un frutto non meglio identificato sul quale preferisco non indagare, e ingurgito tutto in pochi minuti.

Terminate le lezioni, mi dirigo verso l'uscita e vengo praticamente circondata da gente ansiosa di conoscermi e che mi chiede il numero di telefono. A salvarmi dall'assalto dei paparazzi (sul serio, non c'è poi molta differenza) è l'arrivo della macchina azzurra del mio autista. Mi congedo con un "bye!" affrettato e corro verso la vettura, richiudendomi la portiera alle spalle. Sorrido e tiro un sospiro di sollievo. Sento che questa scuola mi piacerà un sacco, e, cosa che non avrei mai pensato di dire, non vedo l'ora di tornarci.

In conclusione, questo era in breve il mio primo giorno di scuola! Ci sarebbero un sacco di altri dettagli da aggiungere, ma non voglio tediarvi a lungo. E poi, che gusto c'è a sapere tutto in anticipo? Voglio lasciare ai futuri studenti che desiderano imbarcarsi in un programma di scambio all’estero un pizzico di mistero e sorpresa. Niente spoiler. Buona fortuna!

Matilda

Da Treviglio in Malesia per un anno

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