La forza della gentilezza
Catalina
Da Ravenna in Thailandia per un anno
A distanza di quasi 5 mesi da quando ho messo piede sul territorio tailandese, ripenso agli incontri di selezione, alla Laura, alla speranza e a tutte le emozioni che provavo prima di partire. A volte mi sembra ancora incredibile, mi fermo e penso "Hey, sono davvero in Thailandia e sto vivendo una delle esperienze più incredibili della mia vita!"; poi mi guardo intorno e realizzo che tutto ciò che all''inizio mi sembrava una stranezza, ormai fa parte della mia quotidianità. Mangiare riso e pollo anche a colazione non mi da più il voltastomaco, anzi a volte mi sveglio e ne ho proprio voglia. Mettere l'uniforme mi permette di dormire qualche minuto in più, mentre i 20 minuti di assemblea mattutina mi danno il tempo di svegliarmi per bene prima delle lezioni (e di imparare l'inno nazionale).
Il mio corpo ormai si è adattato al caldo (tanto che quando sento meno di 24°C sento freddo), al cibo piccante e alle posizioni scomode per stare seduti. Il wai quando incontro una persona più grande di me è automatico, così come, contagiata dalla pigrizia, anche il sonnellino pomeridiano è diventato routine. Lo shock culturale non è stato da poco, e ci è voluto abbastanza tempo per adattarsi, ma in fondo questo è anche stato uno dei motivi per cui sono partita: volevo vivere qualcosa di completamente diverso, e qui non c'è un aspetto della vita che sia uguale o simile. Tutto è diventato immediatamente più facile nel momento in cui ho capito che avrei dovuto smettere di fare paragoni e non confrontare le cose che mi capitavano con la reazione che avrei normalmente avuto, ma con quelle delle persone intorno a me. In quel momento ho capito come avrei dovuto cambiare i miei schemi mentali, ed è stato solo dopo averlo fatto che ho imparato ad apprezzare le piccole cose; ho imparato a vivere di piccoli momenti di felicità, ho imparato a non prendere tutto troppo seriamente, e che se anche qualcosa va male ไม่เป็นไร (mai pen rai, "non importa"). Ho cominciato ad avere le stesse reazioni dei miei compagni e a considerare carine cose che prima avrei considerato stupide. Imparando sempre più la lingua (seppur a fatica) ho anche cominciato ad avere più amici, perché a volte basta una battuta o uno scherzo per far nascere un amicizia. Ho capito che la gentilezza ha una forza immensa, che un sorriso può cambiarti la giornata e che i piccoli gesti fatti col cuore valgono più di mille parole. E nonostante abbia sentito ripetere tantissime volte queste frasi, le ho assimilate e fatte mie soltanto adesso. Perché questo genere di esperienza ti mette alla prova, tutti i giorni c'e una nuova sfida; dalle cose più complicate come comunicare in un altra lingua, al ricordarsi di togliersi le scarpe prima di entrare in classe.
Il mio corpo ormai si è adattato al caldo (tanto che quando sento meno di 24°C sento freddo), al cibo piccante e alle posizioni scomode per stare seduti. Il wai quando incontro una persona più grande di me è automatico, così come, contagiata dalla pigrizia, anche il sonnellino pomeridiano è diventato routine. Lo shock culturale non è stato da poco, e ci è voluto abbastanza tempo per adattarsi, ma in fondo questo è anche stato uno dei motivi per cui sono partita: volevo vivere qualcosa di completamente diverso, e qui non c'è un aspetto della vita che sia uguale o simile. Tutto è diventato immediatamente più facile nel momento in cui ho capito che avrei dovuto smettere di fare paragoni e non confrontare le cose che mi capitavano con la reazione che avrei normalmente avuto, ma con quelle delle persone intorno a me. In quel momento ho capito come avrei dovuto cambiare i miei schemi mentali, ed è stato solo dopo averlo fatto che ho imparato ad apprezzare le piccole cose; ho imparato a vivere di piccoli momenti di felicità, ho imparato a non prendere tutto troppo seriamente, e che se anche qualcosa va male ไม่เป็นไร (mai pen rai, "non importa"). Ho cominciato ad avere le stesse reazioni dei miei compagni e a considerare carine cose che prima avrei considerato stupide. Imparando sempre più la lingua (seppur a fatica) ho anche cominciato ad avere più amici, perché a volte basta una battuta o uno scherzo per far nascere un amicizia. Ho capito che la gentilezza ha una forza immensa, che un sorriso può cambiarti la giornata e che i piccoli gesti fatti col cuore valgono più di mille parole. E nonostante abbia sentito ripetere tantissime volte queste frasi, le ho assimilate e fatte mie soltanto adesso. Perché questo genere di esperienza ti mette alla prova, tutti i giorni c'e una nuova sfida; dalle cose più complicate come comunicare in un altra lingua, al ricordarsi di togliersi le scarpe prima di entrare in classe.
Essere messi faccia a faccia con un nuovo mondo fa crollare certezze, insinua dubbi nella mente e ti fa provare un rollercoaster di emozioni nella stessa giornata, ma ti fa anche vivere esperienze nuove, ti permette di fare amicizia con persone proveniente da tutto il mondo e ti fa apprezzare ancora di più il tuo paese d'origine. L'esperienza non è tutta rosa e fiori, non tutti i giorni sono entusiasmanti: i momenti di noia non sono mancati, come quelli di rabbia perché avevo l'impressione solo di sprecare tempo. Le incomprensioni con la famiglia, i compagni di classe sempre troppo impegnati per uscire, mi hanno fatto sentire varie volte lasciata sola ad affrontare qualcosa più grande di me. Ma sono stati i momenti di difficoltà a farmi apprezzare ancora di più i momenti di serenità. Questa è un esperienza che ti fortifica tantissimo e ti rende anche meno timido, perché realizzi che certe occasioni o le prendi o le perdi.
Se tornassi indietro rifarei questa scelta? Assolutamente sì.
Se è un'esperienza che consiglio? Assolutamente sì!
Catalina
Da Ravenna in Thailandia per un anno