La gioia nelle piccole cose
Veronica
Da Treviglio in Costa Rica per sei mesi
In seguito alla mia avventura di sei mesi in Costa Rica ho compreso due cose fondamentali: la prima è che quando fai un viaggio, al tuo ritorno, non sarai la stessa persona che è partita.
Il luogo in cui sei stato non ti abbandonerà mai, così come il ricordo e le lezioni di vita che implicitamente ti hanno impartito le persone che hai incontrato.
Un secondo aspetto importante della mia esperienza interculturale nella terra del sorriso è stato imparare ad accontentarsi. Questo termine viene spesso confuso e mal interpretato in Occidente. Non si tratta di accettare dei risultati mediocri, qualsiasi sia il campo considerato, ma bensì di essere grati ogni giorno per ciò che abbiamo.
quando fai un viaggio, al tuo ritorno, non sarai la stessa persona che è partitaLa mia mamma ospitante, Vianey, credo sia la persona più buona e laboriosa che abbia mai conosciuto. Nonostante dovesse mantenere a fatica da sola una famiglia, non si lamentava mai e con un sorriso enorme stampato sulle labbra mi ha accolta in casa sua, così come accoglieva tutti coloro che avevano bisogno di un tetto per una o due notti: cedeva a loro il letto e dormiva sul piccolo divano colorato situato in sala.
In Costa Rica ho imparato ha trovare un buon motivo per essere felice tutte le mattine, perché come dicono i ticos la vita è troppo breve per non esserlo, non bisogna lasciare che dei piccoli inconvenienti ci tolgano la pace. Questo è ciò che esprime la frase "Pura vida", esclamazione che le persone usano continuamente per salutarsi e dire che stanno bene.
I momenti più semplici e intimi sono stati per me i più belli: giocare con il mio fratellino Daniel con la canna dell'acqua mentre pulivamo le scale, cucinare i Tamali (un piatto tipico), con i miei famigliari, o sdraiarmi sfinita dopo una lunga giornata scolastica con Vianey mentre mi intrecciava i capelli e mi raccontava qualche aneddoto di quando era ragazza.
Mi hanno fatto sentire a casa coinvolgendomi negli avvenimenti folcloristiciSono stata davvero fortunata ad incontrare delle persone così speciali. Mi hanno fatto sentire a casa coinvolgendomi negli avvenimenti folcloristici, come le sfilate delle bande di tutto il paese con i colorati vestiti tipici, o il "tope", un manifestazione con i cavalli, o ancora preparare un vestito fantasioso per il "día del estudiante", durante il quale a scuola le lezioni si svolgono solo alla mattina mentre dopo pranzo si torna al "colegio" travestiti come a carnevale e si svolgono le attività più disparate, dai percorsi atletici, ai balli.
Sono infinitamente grata ai miei genitori e alla Fondazione Bergamini per avermi permesso di fare questa esperienza: nonostante i momenti difficili ne vale la pena, senza ombra di dubbio.
Veronica
Da Treviglio in Costa Rica per sei mesi