La libertà di vivere un sogno

Paola

da Bologna a Cincinnati per un anno

Non ricordo tutto, tutto esattamente o nitidamente, ricordo però tutte le sensazioni e le emozioni che ho provato e che spesso ancora oggi ri-vivo.

Basta anche solo un profumo o una canzone ed eccomi di nuovo a Cincinnati nel 2001-2002.


I ricordi iniziano dal momento in cui ho preso la decisione che avrebbe cambiato la mia vita e la percezione che allora avevo del mondo.

“Mamma, ho deciso! Voglio andare un anno negli Stati Uniti”
Credo di aver esordito così con mia madre, "un voglio", naturale e non ostentato di una 16enne che voleva scoprire il mondo e imparare l’inglese.

La decisione era presa, niente e nessuno mi avrebbero fatto cambiare idea: avrei frequentato il quarto anno di liceo all’estero, dove? Prima scelta USA, seconda Canada (inglese) e la terza non era neanche presa in considerazione (o forse non la ricordo più), quello che volevo vivere era il mio “American Dream”.

Selezioni, test psico-attitudinali, percorso di formazione con i volontari e la testardaggine di chi a 16 anni non ha paura di niente (o quasi).
  • Paola con i suoi amici (2001)
  • Paola con la sua amica americana, Annie Maciarello Mall

Ma ricordo benissimo la prima lettera che aprii da parte di mia madre, avevo riconosciuto fin da subito la busta, la sua intestata con l’indirizzo di casa e il suo nome. Era un pomeriggio in vacanza con la mia famiglia americana in South Carolina e io, ignara e spavalda delle emozioni come solo a 16 anni puoi essere, la aprii, le lacrime mi scesero naturalmente e senza paura iniziai a leggere.
Mi raccontava del suo distacco e io, contestualmente, vivevo il mio, con la consapevolezza che non potevo mollare e che mi mancava tanto, ma lei stessa mi diede la forza per non mollare la presa e buttarmi nella mia avventura.
Era solo la prima settimana. Ne passarono, veloci, forse troppo, circa altre 50.

Era il 2001, quando ancora le e-mail e skype non erano di uso quotidiano. I miei li sentivo a mala pena una volta ogni 2 settimane, era l’anno delle torri gemelle. E’ stato un anno veloce e lento allo stesso tempo. Un anno ricco. Un anno che mi ha insegnato che non bisogna fermarsi mai alle apparenze, ma guardare bene le cose, osservarle per capirne i dettagli.
Un anno che mi ha fatto crescere e conoscere il resto del mondo, i miei migliori amici e compagni di avventura erano: 3 brasiliani, 2 norvegesi, 1 tedesca, 1 livornese e circa 20 americani. Con loro ho vissuto il mio “American Dream”.
E che bagaglio mi porto ogni giorno con me dopo il 2001?
Ho capito, grazie al mio anno con Intercultura, che si può avere tutto e subito, ma con tanta pazienza e tanto coraggio. Che si può sognare in una lingua che non è la tua (ancora mi succede!), che puoi chiamare mamma una sconosciuta, che ti puoi sentire a casa anche non a casa, perché in fin dei conti la casa è dove te la costruisci tu. Che puoi pensare, scrivere, leggere, guardare un film in una lingua che non è la tua e che ti può anche piacere il Mac & Cheese, ma che ti manca il ragù, quello vero. Che non importa dove, ma importa il coraggio, di non mollare mai, di ripeterti ogni giorno “You can do it” e che la cosa più bella sarà ri-abbriccare i tuoi a Bologna, ma che la cosa più brutta sarà non vedere più tutti i giorni chi ti ha accompagnato nel tuo anno.

Che avevano ragione i volontari sugli UP and DOWN, forse avrei dovuto ascoltarli di più, ma ce l’ho fatta, non ho mollato. Il mio anno è volato, 11 mesi volati nella spensieratezza e nella libertà di chi realizza un sogno.
La libertà è quello che proviamo noi borsisti nel nostro anno “lontano da casa”, la leggerezza delle cose quando le vivi (e fidatevi, abbiamo fatto tutto quello che potevamo
fare per non perderci ogni secondo!) ma anche la pesantezza delle cose quando le devi lasciare.

Ho pianto e riso allo stesso tempo, ho vissuto due vite? Non lo so, ma ho vissuto la mia avventura.

Se dovessi dare un consiglio a un 16enne oggi?
Gli direi di andare, perché non c’è sensazione più bella di rivedere (o sentire) i tuoi vecchi amici americani dopo circa 15 anni e, nulla è cambiato da quel 2001 a Cincinnati.

Paola

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