La "maledizione" cinese
Ivano e Marianna
Volontari
Ivano
Ho conosciuto Intercultura nel 1999, grazie ad Alfonso, un volontario del Centro locale di Castellammare di Stabia che aveva proposto alla mia famiglia di ospitare. Abbiamo accettato e visto che mi piacevano gli ideali ed il progetto di Intercultura, ho deciso di diventare anch'io volontario, oltre che fratello ospitante di Amanda dall'Australia. All'epoca ero già "grande" per partire - avevo 24 anni - e da allora una delle motivazioni nel fare volontariato è stata quella di far conoscere a quanti più ragazzi possibile l'esistenza di Intercultura e la possibilità che offre. Ma presto mi sono reso conto che partire è solo uno dei modi che Intercultura ti offre per aprirti al mondo, ad altre culture e modi di vivere: durante l'anno di ospitalità una "sconosciuta" arrivata dall'altra parte del mondo è diventata una di famiglia; in tutti questi anni di volontariato ho conosciuto ed apprezzato tante persone e tanti altri modi di vivere!
Il primo passo, ma forse il più importante, è capire che il mondo è fatto di differenze, ma soprattutto di persone che sono esseri umani come me e teIl primo passo, ma forse il più importante, è capire che il mondo è fatto di differenze, ma soprattutto di persone che sono semplicemente esseri umani come me e te. Da allora ho proseguito nel volontariato ricoprendo vari ruoli e cariche e partecipando alla vita dell'Associazione a vari livelli, in Italia e all'estero. Nel 2007 sono stato scelto per un breve programma di scambio di volontari con la Cina: incontrarci e conoscerci per scambiare e imparare metodi e buone pratiche. Durante quell'esperienza ho conosciuto la persona con cui ho condiviso questi ultimi dieci (quasi) anni di vita. No, non una ragazza dagli occhi a mandorla, ma una volontaria di Bergamo con cui, ancora oggi, spesso sorrido riflettendo che, anche se della stessa nazione, abbiamo profonde differenze! E' però proprio grazie a queste differenze che ci completiamo e, sembra strano a dirsi, la diversità invece di essere un problema è un aiuto!
Marianna
Io ho conosciuto Intercultura nel 1998, a novembre, grazie ad alcuni volontari, e ho partecipato alle selezioni vincendo una borsa di studio per un anno in Belgio fiammingo. Sono partita con Intercultura nel "secolo scorso" - come dico di solito ai ragazzi che vogliono partire e ai volontari giovani - e al mio ritorno, dopo un anno indimenticabile nelle Fiandre, ospitata da una famiglia che ancora oggi vado a trovare almeno una volta all'anno, mi sono unita al gruppo dei volontari di Bergamo, un po' perché volevo restituire qualcosa all'Associazione e un po' perché così avrei continuato la mia esperienza a contatto con persone con cui condividevo idee ed emozioni.
Ho iniziato dalla "gavetta": promozione nelle scuole, assistente di alcuni studenti stranieri, visite in famiglia e selezione dei ragazzi in partenza, fino alle prime interviste a TV Bergamo! Da lì ho partecipato a tante attività, fatto tante esperienze e conosciuto tante persone, non solo a livello locale, ma anche regionale, nazionale e internazionale, che mi hanno dato tantissimo. Ogni volta imparavo cose nuove e pian piano crescevo: arrivi, partenze, formazione, congressi, il Cinquantenario di Intercultura, il Centenario dell'AFS... quante persone, frasi, momenti... potrei scrivere un libro!
Ho partecipato a tante attività, fatto esperienze e conosciuto nuove persone. Ogni volta imparavo cose nuove e pian piano crescevoAprile 2007: la mia vita stava per cambiare di nuovo... ancora grazie a Intercultura: selezionata per la prima spedizione di volontari italiani in Cina... fantastico!!! Due settimane tra visite a luoghi di interesse culturale, scuole e pernottamento in famiglia, non vedevo l'ora di partire. È stata un'esperienza mitica: nuovi amici, foto, regali, tante emozioni, ma soprattutto... l'amore!!! No, non mi ero fidanzata con un cinese, troppo facile, ma con un "esotico" volontario del Sud!
Alcuni pensavano che non sarebbe durata molto e invece dopo quasi dieci anni siamo ancora qui, insieme, prima tra Napoli e Salerno, ora a Roma. E la nostra attività di volontariato ci unisce, ci fa confrontare, ci fa crescere, ci riempie la casa di gente da tutto il mondo, ci fa viaggiare, ci aiuta a capirci.
Grazie a Intercultura ho capito che posso essere a casa dappertutto, in tutto il mondo, e da ogni luogo, da ogni persona posso imparare qualcosa che mi rende ogni volta una persona nuova. Ma soprattutto ho capito che per vivere bene con una persona si deve conoscere la sua storia, le sue origini ed andare in profondità e capire che dietro ad ogni gesto, ogni simbolo, c'è qualcosa di nascosto da scoprire, c'è il perché che può aiutarmi a capire gli atteggiamenti che più mi danno fastidio e che faccio fatica ad accettare.
La nostra attività di volontariato ci unisce, ci fa confrontare, ci fa crescere, ci riempie la casa di gente da tutto il mondo, ci fa viaggiare, ci aiuta a capirciIntercultura mi ha insegnato a non aver paura di chi è diverso da me e che è davvero possibile, attraverso il dialogo e lo scambio, mettere insieme il mare e la montagna.
Continuo a "perdere tempo" - come mi dicono molti amici - con Intercultura perché sono davvero convinta che solo facendo vivere insieme persone di culture e posti diversi e facendole riflettere con consapevolezza su quello che stanno vivendo sia possibile vivere in armonia. Io ci provo, nel mio piccolo, a rendere la mia parte di mondo un po' più vivibile, anche perché è a partire dal mio quotidiano che posso cambiare il mondo. Non è assolutamente facile, si piange e ci si arrabbia parecchio, si fa tanta fatica perché si deve accettare di perdere un po' di sé, tanto a volte, ma sicuramente ogni volta si esce nuovi, diversi, più belli.
Ivano e Marianna
Volontari