La mia grossa grassa famiglia interculturale
Genoveva Noemi
Da Roma in Bolivia per un anno
Noemi ci racconta la sua esperienza in Bolivia attraverso le immagini!
Foto 1
Il giorno in cui con tanta leggerezza salutai la mia famiglia:“Dai su che ci rivediamo tra un annetto!”.
Foto 2
Era la prima volta che cucinavo per la mia nuova famiglia. Dopo quel pranzo fui felice per tutto il giorno, e non perché avevo finalmente mangiato la pasta dopo tanto tempo, ma perché mio fratello finí per la prima e unica volta quel che aveva nel piatto.
Foto 3
Nel viaggio organizzato da AFS al Lago Titicaca ho conosciuto quelli che sono diventati la mia famiglia italiana. Viviamo tutti in cittá diverse, sia in Italia che in Bolivia, ma quando riusciamo a stare tutti insieme e ci mettiamo in cucina, la pasta che facciamo é mille volte piú buona di quella che ci cucinava la mamma in italia, o almeno cosí sembra a me.
Foto 4
L’amicizia che ho con i ragazzi belga del mio centro locale é quella di cui vado piú fiera. La nostra fratellanza rappresenta per me una piccola vittoria personale, infatti per molti mesi siamo stati ostacolati dalla differenza linguistica. Ma non avrei mai accettato di perdere l’occasione di avere dei nuovi amici solo perché non parlavamo la stessa lingua. Cosí abbiamo imparato lo spagnolo insieme, abbiamo imparato a fare battute in spagnolo, ad organizzare viaggi in spagnolo, a consolarci in spagnolo e a dirci: “Siempre voy a estar aquí cuando necesites” - “Saró sempre qui quando ne avrai bisogno”. Ormai siamo una famiglia, e la parola piú importante, il cui piú profondo significato abbiamo imparato insieme, é “hermano” - “fratello”.
Foto 1
Il giorno in cui con tanta leggerezza salutai la mia famiglia:“Dai su che ci rivediamo tra un annetto!”.
Foto 2
Era la prima volta che cucinavo per la mia nuova famiglia. Dopo quel pranzo fui felice per tutto il giorno, e non perché avevo finalmente mangiato la pasta dopo tanto tempo, ma perché mio fratello finí per la prima e unica volta quel che aveva nel piatto.
Foto 3
Nel viaggio organizzato da AFS al Lago Titicaca ho conosciuto quelli che sono diventati la mia famiglia italiana. Viviamo tutti in cittá diverse, sia in Italia che in Bolivia, ma quando riusciamo a stare tutti insieme e ci mettiamo in cucina, la pasta che facciamo é mille volte piú buona di quella che ci cucinava la mamma in italia, o almeno cosí sembra a me.
Foto 4
L’amicizia che ho con i ragazzi belga del mio centro locale é quella di cui vado piú fiera. La nostra fratellanza rappresenta per me una piccola vittoria personale, infatti per molti mesi siamo stati ostacolati dalla differenza linguistica. Ma non avrei mai accettato di perdere l’occasione di avere dei nuovi amici solo perché non parlavamo la stessa lingua. Cosí abbiamo imparato lo spagnolo insieme, abbiamo imparato a fare battute in spagnolo, ad organizzare viaggi in spagnolo, a consolarci in spagnolo e a dirci: “Siempre voy a estar aquí cuando necesites” - “Saró sempre qui quando ne avrai bisogno”. Ormai siamo una famiglia, e la parola piú importante, il cui piú profondo significato abbiamo imparato insieme, é “hermano” - “fratello”.
Foto 5
Ci saranno sempre dei belgi pronti a scaldarti nel Salar de Uyuni se starai morendo di freddo. Provare per credere.
Foto 6
La parola “ñaña” in quechua (una delle antiche lingue parlate in Bolivia) significa “sorella”. La parola “ñañi” significa “tranquillitá”. Mi é sempre sembrata una somiglianza bellissima, e Teresa, una ragazza italiana nel mio centro locale, per me é proprio questo, ñaña e ñañi. Dal primo giorno in cui sono arrivata, lei é sempre stata la ñaña che nei momenti di paura, di tristezza o smarrimento mi faceva ritrovare la ñañi.
Foto 7
In quel momento stavo condividendo un preziosissimo momento di silenzio col mio fratello belga, ognuno immerso nei suoi pensieri, ma sempre e comunque insieme.
Foto 8
Io e i miei fratelli belgi, che anche se in lingue diverse, giochiamo a “Sardina ina ina”.
Ci saranno sempre dei belgi pronti a scaldarti nel Salar de Uyuni se starai morendo di freddo. Provare per credere.
Foto 6
La parola “ñaña” in quechua (una delle antiche lingue parlate in Bolivia) significa “sorella”. La parola “ñañi” significa “tranquillitá”. Mi é sempre sembrata una somiglianza bellissima, e Teresa, una ragazza italiana nel mio centro locale, per me é proprio questo, ñaña e ñañi. Dal primo giorno in cui sono arrivata, lei é sempre stata la ñaña che nei momenti di paura, di tristezza o smarrimento mi faceva ritrovare la ñañi.
Foto 7
In quel momento stavo condividendo un preziosissimo momento di silenzio col mio fratello belga, ognuno immerso nei suoi pensieri, ma sempre e comunque insieme.
Foto 8
Io e i miei fratelli belgi, che anche se in lingue diverse, giochiamo a “Sardina ina ina”.
Genoveva Noemi
Da Roma in Bolivia per un anno