Lavoro di squadra

Noemi

Da Como nelle Filippine per un anno

Oggi è il mio primo giorno di scuola. Alle 7 dovrò già essere là, quindi la sveglia suona alle 5. Almeno per il primo giorno, non voglio essere in ritardo.
Indosso la mia uniforme: il tessuto è un po' pesante, le maniche sono lunghe. Spero solo di non morire di caldo.

La scuola è molto grande: qui si riuniscono bambini e ragazzi dalle elementari fino all'università. Naturalmente abbiamo campo da basket, pallavolo, palestra, aula computer, biblioteca, infermeria, auditorium, mensa e persino un negozio dove comprare uniformi, libri e tutto ciò che può servire in ambito scolastico. Sono un po' confusa, non so bene dove andare e cosa fare. Finalmente trovo un uomo che sembra essere un professore, così gli faccio un po'di domande: scopro che, prima di tutto, mi dovrò presentare davanti a tutta la scuola.

Suona la campanella e gli studenti si dispongono in file a seconda della classe e sezione frequentata, i maschi separati dalle femmine. È arrivato il momento di presentarmi: mi trovo su una specie di piano rialzato rispetto a loro davanti a un microfono. La suora preside è accanto a me. Spero solo che la mia voce non tremi. Fatto ciò, si prega e si recita il rosario, si canta l'inno nazionale e infine si danza e si canta sulle note dell' "inno della scuola". Finalmente le lezioni possono ufficialmente iniziare. Qui le materie affrontate sono molto diverse: naturalmente si studia matematica, scienze e letteratura inglese e filippina; ma soprattutto qui si da grande importanza alla musica, al'arte e all'espressività collettiva e individuale, all'educazione alla salute, all'educazione morale, alla ricerca scientifica, alle scienze sociali e all'economia domestica.

La vita nelle Filippine di Noemi

I professori sono tutti molto giovani, e la lingua usata è il taglish, un mix di filippino e inglese. La mia classe è composta da più di 30 persone, e non so quanto tempo mi ci vorrà per imparare tutti i nomi. I miei compagni sono tutti molto affiatati tra di loro, e sembrano costituire una vera e propria squadra. Tutti partecipano attivamente alle lezioni e l'ambiente qui dentro è molto più rilassato rispetto a com'è in Italia, alcune verifiche si fanno persino in gruppo, per stimolare la collaborazione e lo spirito di squadra. Qui ognuno è pronto a dare una mano a chiunque in qualsiasi momento e mi traducono spesso ciò che non capisco, e davvero mi salvano la vita!

Le lezioni "obbligatorie" terminano alle 16, anche se in realtà nessuno va a casa: c'è sempre qualche evento o qualche attività da svolgere. Qui si possono frequentare club di ogni genere, accademici e non (come corsi di ballo, canto, teatro, scout, catechismo, volontariato e chi più ne ha più ne metta).
Qui nulla è visto come un obbligo: è un piacere e una fortuna essere a scuola; e più tempo si passa in questo luogo, più tempo si passa con gli amici ridendo, parlando, scherzando e imparando.

Qui sono tutti davvero molto gentili e socievoli, dal mio arrivo mi fanno un sacco di domande su di me, il mio Paese, la mia vita. Pendono dalle mie labbra, solo per il fatto di avere la pelle chiara sono considerata una dea. Chiunque mi parla, mi fa domande, mi chiede foto, o urla semplicemente "Oh my God!". È divertente essere una star per una volta, anche se a volte è davvero stressante! Alcune volte mi parlano 10 persone contemporaneamente! Ahahhaha.

Resto a scuola fino alle 20, ma non me ne rendo nemmeno conto. Qui il tempo vola. Sono davvero stanca, il primo giorno di scuola è stato comunque impegnativo; ma sono davvero davvero felicissima. Felicissima di poter essere ancora più parte di questa meravigliosa cultura di questo altrettanto meraviglioso Paese.

Noemi

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