Lo studente di Intercultura è…
Chiara
Da Verona in Russia per un anno
Lo studente di Intercultura non è un ragazzo o una ragazza, non è una nazionalità (né di provenienza né d'arrivo), non è un'età e non è nemmeno un nome.Lo studente di Intercultura è un misto di emozioni, brividi, lacrime, risate e preoccupazioni con sembianze umane.
Lo studente di Intercultura non parla, comunica.
Non guarda, osserva.
Non si mette in gioco, è in gioco in tutto e per tutto.
Non pensa, ragiona.
Lo studente di Intercultura ogni mattina si alza grato e sorridente, si prepara accuratamente per dare agli altri la migliore impressione di sé; ma allo stesso tempo nella sua testa sa che da quella giornata deve aspettarsi solo il peggio.
Infatti il suo motto è: "Expect nothing and appreciate everything".
Lo studente di Intercultura prima di partire non capiva perché i suoi volontari agli incontri di formazione lo ripetessero così spesso, pensava che fossero troppo pessimisti e che in fondo non c'è nulla di sbagliato nel farsi delle aspettative; insomma è normale immaginare, sognare qualcosa e sperare che si avveri una volta partito.
E invece, la prima cosa che impara lo studente di Intercultura è proprio quella di non aspettarsi niente e così è costretto a mettere da parte le speranze e vivere nel difficile presente.
Perché è vero che "la speranza è l'ultima a morire", ma non si può morire di speranze!
E di certo in questo momento lo studente di Intercultura non sta morendo, STA VIVENDO, vivendo come mai prima, in prima persona, il fantastico presente che ogni giorno gli si presenta.
Lo studente di Intercultura è un misto di emozioni, brividi, lacrime, risate e preoccupazioni con sembianze umane.

Chiara
Da Verona in Russia per un anno