Matera: messaggi di intercultura
AA.VV.
testimonianze da Matera
Matera Capitale Europea della Cultura 2019 ma anche del dialogo interculturale.
E’ quanto accaduto dal 9 all’11 novembre 2018 in occasione del 71° Congresso di Intercultura, che ha visto la partecipazione di 200 volontari da tutta Italia.
La Basilicata non poteva essere luogo più idoneo per ospitare il Congresso, organizzato grazie al lavoro sinergico dei volontari (ben 165 soci attivi solo nell’anno 2018) di Matera, Irsina, Lagonegro, Metaponto, Potenza e Rionero in Vulture. A dare conferma dell’importanza e della rilevanza che il territorio lucano sta assumendo sotto il profilo dell’internazionalizzazione delle scuole e delle buone pratiche per l’educazione al cosmopolitismo sono i numeri degli studenti e delle famiglie coinvolte: solo nell’ultimo anno sono partiti dalla regione oltre 30 studenti per vivere e studiare all’estero (accolti in scuole e famiglie di ogni continente). Sempre nell’anno in corso sono ospitati in Basilicata una ventina di studenti stranieri in altrettante famiglie che hanno accolto in casa il germe del cosmopolitismo. In totale, sono stati ben 500 gli studenti ospitati dal 2000 ad oggi da una famiglia lucana: un bel record di accoglienza.
E’ quanto accaduto dal 9 all’11 novembre 2018 in occasione del 71° Congresso di Intercultura, che ha visto la partecipazione di 200 volontari da tutta Italia.
La Basilicata non poteva essere luogo più idoneo per ospitare il Congresso, organizzato grazie al lavoro sinergico dei volontari (ben 165 soci attivi solo nell’anno 2018) di Matera, Irsina, Lagonegro, Metaponto, Potenza e Rionero in Vulture. A dare conferma dell’importanza e della rilevanza che il territorio lucano sta assumendo sotto il profilo dell’internazionalizzazione delle scuole e delle buone pratiche per l’educazione al cosmopolitismo sono i numeri degli studenti e delle famiglie coinvolte: solo nell’ultimo anno sono partiti dalla regione oltre 30 studenti per vivere e studiare all’estero (accolti in scuole e famiglie di ogni continente). Sempre nell’anno in corso sono ospitati in Basilicata una ventina di studenti stranieri in altrettante famiglie che hanno accolto in casa il germe del cosmopolitismo. In totale, sono stati ben 500 gli studenti ospitati dal 2000 ad oggi da una famiglia lucana: un bel record di accoglienza.
“Il congresso è un momento importante di confronto tra le culture e sul significato di cosa significhi essere cittadini consapevoli oggi "– spiega Vincenzo Bilancia, Vice Presidente del Centro locale di Matera
Siamo molto orgogliosi di aver avuto la possibilità di accogliere volontari di tutta la penisola, che ogni giorno si impegnano a dare vita al progetto educativo di Intercultura che si rivolge a studenti, famiglie, scuole, aziende, enti e a tutti coloro che credono nel valore del dialogo
Dal lontano 1961 a oggi, sono partiti dalla Basilicata oltre 850 ragazzi e ragazze, tra cui Rocco Bilancia, per un anno scolastico in Giamaica nel 1999 e oggi chirurgo a Glasgow che racconta:
"Ho partecipato ad un programma annuale a Kingston, in Jamaica, nel 1999-2000. Parliamo di quasi 20 anni fa, quando il Centro locale di Matera non era ancora realtà né progetto – e men che meno si poteva immaginare la bellezza di 6 Centri locali per una regione piccola e remota come la Basilicata. Spesso ci si concentra sui resoconti personali, e sull’inevitabile impatto che un’esperienza del genere, come sapete e immaginate, produce sulle vite di chi parte e torna.Io credo che un altrettanto grande impatto la mia esperienza l’abbia avuto su chi mi circondava, in Italia ma anche nel paese che mi ha ospitato.Mi sembra bello guardare perciò non a dove sono io ora, ma piuttosto a dov’è la comunità di cui sono stato parte, e se intravedo in essa i segni del mio passaggio. Il merito di tutto questo certo va ad Intercultura, ai volontari e a tutti i ragazzi che hanno animato il Centro e i Centri per 20 anni, ed anche a quelli che ci sono stati per un po’ meno. A chi ha saputo vedere in Intercultura un’opportunità per modellare la propria visione del mondo su un progetto più ampio, internazionale ma basato sulla bellezza e la scoperta degli individui e delle culture. A chi ha accolto ragazzi e a chi vi si è avvicinato più timidamente, ma risultandone ugualmente arricchito.
Io credo che questa sia la bellezza più grande di Intercultura: la capacità di moltiplicare le esperienze. E mi piace pensare di aver contribuito, scintilla tra le scintille, alla nascita di tutto questo. Fui uno dei primi ragazzi a “partire” da questa landa sperduta del mondo. Al mio ritorno, tre Centri Locali nella sola provincia di Matera erano già nati e in parte già cresciuti, e sono ancora qui, vivi e vivaci. Questo fu bello e lo è ancora, e molto.
Attualmente sono Chirurgo Toracico a Glasgow, e ho l’onore e il privilegio di rivestire un ruolo apicale in una delle maggiori unità di Chirurgia Toracica del Regno Unito. Io spero, nella mia vita attuale e futura, di saper sempre nutrire lo spirito di curiosità e rispetto per le differenti esperienze e i differenti talenti, che è ciò che più di ogni altra cosa Intercultura mi ha insegnato."
Una testimonianza importante dell'Effetto Intercultura.
"Ho partecipato ad un programma annuale a Kingston, in Jamaica, nel 1999-2000. Parliamo di quasi 20 anni fa, quando il Centro locale di Matera non era ancora realtà né progetto – e men che meno si poteva immaginare la bellezza di 6 Centri locali per una regione piccola e remota come la Basilicata. Spesso ci si concentra sui resoconti personali, e sull’inevitabile impatto che un’esperienza del genere, come sapete e immaginate, produce sulle vite di chi parte e torna.Io credo che un altrettanto grande impatto la mia esperienza l’abbia avuto su chi mi circondava, in Italia ma anche nel paese che mi ha ospitato.Mi sembra bello guardare perciò non a dove sono io ora, ma piuttosto a dov’è la comunità di cui sono stato parte, e se intravedo in essa i segni del mio passaggio. Il merito di tutto questo certo va ad Intercultura, ai volontari e a tutti i ragazzi che hanno animato il Centro e i Centri per 20 anni, ed anche a quelli che ci sono stati per un po’ meno. A chi ha saputo vedere in Intercultura un’opportunità per modellare la propria visione del mondo su un progetto più ampio, internazionale ma basato sulla bellezza e la scoperta degli individui e delle culture. A chi ha accolto ragazzi e a chi vi si è avvicinato più timidamente, ma risultandone ugualmente arricchito.
Io credo che questa sia la bellezza più grande di Intercultura: la capacità di moltiplicare le esperienze. E mi piace pensare di aver contribuito, scintilla tra le scintille, alla nascita di tutto questo. Fui uno dei primi ragazzi a “partire” da questa landa sperduta del mondo. Al mio ritorno, tre Centri Locali nella sola provincia di Matera erano già nati e in parte già cresciuti, e sono ancora qui, vivi e vivaci. Questo fu bello e lo è ancora, e molto.
Attualmente sono Chirurgo Toracico a Glasgow, e ho l’onore e il privilegio di rivestire un ruolo apicale in una delle maggiori unità di Chirurgia Toracica del Regno Unito. Io spero, nella mia vita attuale e futura, di saper sempre nutrire lo spirito di curiosità e rispetto per le differenti esperienze e i differenti talenti, che è ciò che più di ogni altra cosa Intercultura mi ha insegnato."
Una testimonianza importante dell'Effetto Intercultura.
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