Ne è valsa la pena

Giulia

Da Palermo a Hong Kong per un anno

Ed eccomi qui, sono le 18.46 del 5 aprile e io sono tornata a casa dal primo giorno di scuola dopo le vacanze pasquali.
Come al solito, stamattina la sveglia è suonata alle sei e la mia voglia di andare a scuola non è proprio tanta, come sempre d'altronde. Quello che più mi scoccia è l'ora di metro che mi attende. La mia scuola è il Methodist College. Un giorno alla settimana ogni form, che è composto da tutte le sezioni dello stesso anno, ha l'assemblea mattutina in cui si condividono esperienze personali e si controllano le uniformi. La scuola comincia alle 8.05 e, se arrivi un secondo dopo, sei in ritardo. Ogni mattina c'è del tempo dedicato alla lettura prima dell'inizio delle lezioni, ognuna delle quali dura circa un'ora e tra un'ora e l'altra c'è la ricreazione. Si pranza a scuola e quest'ultima finisce alle 15.45.

Tutti penseranno che gli asiatici siano sempre attenti con la schiena dritta, nessuno fiata durante le lezioni. Beh, sono qui a dirvi che sono tutto l'opposto, le ricreazioni sono peggio di occupazioni nere fatte nelle scuole italiane: gente che grida, corre, lotta, scherza e si butta a terra. A scuola ho pochi ma buoni amici che hanno sempre del tempo per scherzare e parlare con me. Dopo scuola torno a casa, o il più delle volte mi incontro con i miei amici ma a causa del coprifuoco devo tornare prima delle 18 nei giorni settimanali e prima delle 23 nei fine settimana. In famiglia ora va molto meglio, ho stretto un forte legame con mia sorella ospitante e solitamente stiamo sveglie fino a tardi a vedere la televisione - sempre che ci sia qualcosa in inglese poiché riguardo il cantonese ho ancora qualche difficoltà.

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  • Giulia e compagne
  • amici

Tanti amici nell'anno ad Hong Kong di Giulia

Passando alle cose serie: mancano 81 giorni alla fine del programma e il pensiero principale che sta nella mente di tutti gli studenti di scambio è che lasciare questo posto, la nostra nuova casa e vita, non sarà facile, per niente! Il pensiero che tra 81 giorni chissà se ci rivedremo ancora nella vita, il pensiero che si ritorna alla vita di tutti i giorni, niente incontri dopo scuola, niente serate assieme il sabato sera a scherzare, l'essere in ritardo assieme, l'essere uniti per qualsiasi stupida cosa, lamentarsi per essere ingrassate e continuare a mangiare (perché sì ragazze...ingrasserete!). Mi mancherà la sveglia delle sei, l'altoparlante della metro, l'essere al verde a fine mese, le viste mozzafiato, lo street food, l'immensità della natura perché Hong Kong non è solo grattacieli come molti dicono, ci sono persino il caldo e l'umidità. Mi mancherà semplicemente tutto. Quando dico alla gente in Italia che non voglio tornare non mi credono e mi rispondono : "Ma come fai? Io non ce la farei!" Adattarsi in un ambiente che non era il tuo ed ora considerarlo la tua seconda casa non è stato facile ma ne è valsa la pena. Leggo molto spesso sui social una domanda in cui si chiede: È più difficile lasciare il posto in cui hai vissuto per 16 anni o lo è di più lasciare un posto in cui hai vissuto 11 mesi della tua vita? Io direi sicuramente la seconda!
Adattarsi in un ambiente che non era il tuo ed ora considerarlo la tua seconda casa non è stato facile ma ne è valsa la penaQuesta esperienza mi ha aiutata a conoscere meglio me stessa, i miei punti di forza e le mie paure e a superare i miei limiti. Ho imparato a superare le difficoltà da sola, perché diventare grandi vuol dire anche questo. Tutto ciò mi ha cambiata, sicuramente in meglio. Tornerò in Italia diversa e questo non mi spaventa perché affronterò tutto con più maturità e ottimismo.

Giulia

Da Palermo a Hong Kong per un anno

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