Nella terra del çay

Giorgia

Da Cagliari in Turchia per un anno

Non sono una brava scrittrice ma voglio raccontarvi la mia storia e come sono capitata in questo Paese. La Turchia. Sconosciuto per molti ma amato profondamente da chi ha avuto la possibilita di viverci. Ormai a distanza di 7 mesi dal mio arrivo si sente già una strana sensazione come se ogni giorno che passa fosse l’ultimo che passerò in questo Paese.

All’inizio, scoperta la mia destinazione, non ero convinta. Anzi, piansi come una bambina. Avevo paura di questo Paese, che non era stata scelta mia ma di una mia amica che mi aiutò a scegliere i Paesi! Che dire, mi immaginavo il mio exchange in tutti i Paesi tranne che in questo e invece sono qui. Sono qui con il sorriso in faccia e grata a chiunque abbia scelto questo Paese per me, grata alla mia amica e al destino che mi ha voluta qui.

Una volta arrivata, mi ero decisa che sarei stata aperta a tutto, oramai ero qui e non si poteva tornare indietro. I primi mesi di preoccupazioni varie, troppo tempo vuoto per pensare, nostalgie e tutte le altre cose spiacevoli sono scontate nella vita di un exchange student, dopo però ho iniziato a lasciarmi andare. Mi sono lasciata travolgere dai forti odori delle spezie, dalla routine della scuola, dal caldo e amaro sapore del çay, dalle persone tanto generose, dal cibo, dal richiamo della moschea e da qualsiasi cosa accadesse intorno a me. Ho iniziato ad amare tutto ciò che fosse diverso e piano piano mi riusciva naturale. Ho imparato ad apprezzare le piccole cose, ad essere piu generosa, a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo perché questa esperienza non tornerà mai più indietro. In poche parole se vi offrono del cibo non pensate “Ho già preso 10 chili da quando sono qui, devo riuscire a contenermi”. Al contrario, divorate quello che vi stanno offrendo perché potrebbe essere l’ultima volta che lo mangiate.

Una delle parti che amo di più di questa mia esperienza sono gli amici e la famiglia

Una delle parti che amo di più di questa mia esperienza sono gli amici e la famiglia. Quelli che ho trovato qui e che condividono il mio stesso percorso. È bello non sentirsi soli. È bello poter chiamare qualcuno mamma e papà, fratello o sorella. È bello sentirsi parte di qualcosa di speciale.

Ai ragazzi che partiranno: fermatevi qualche volta e guardatevi intorno, guardate e capite che il mondo ha tantissimi Paesi, che il mondo non gira intorno agli Stati Uniti o al Sud America, guardatevi e voltatevi ad est. Guardate tutti quei Paesi sconosciuti, buttatevi non abbiate paura.

Giorgia

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