Non c’é mondo al di fuori delle mura di Verona
Annika
Dalle Isole Faroe (Danimarca) a Verona per un anno
Mi ricordo il primo momento in cui mi ha colpito il fatto che dovevo stare a Verona per quasi un anno. Era dopo il lungo viaggio, pieno di agitazione e adrenalina dal campo iniziale con tutti i ragazzi stranieri e l’incontro surreale con le famiglie e i volontari alla stazione.
La mia famiglia mi aveva subito fatto vedere un po’ del centro e poi mi hanno portato sulla collina di Castello di San Pietro da cui si trova un panorama fantastico della tutta la città. Era incredibile, inimmaginabile, come se stessi guardando un dipinto. Era la più bella città che avessi mai visto. La mia città per i prossimi 10 mesi.
Dopo quello Verona per me é diventata la prima città dove ho vissuto in cui ho potuto sentire 5 lingue diverse sullo stesso autobus e vedere un arcobaleno di culture ed origini diversi sulle strade. Essere portata in epoche antiche soltanto camminando in centro. Dover preoccuparmi di non tornare troppo tardi alla sera e di chiudere sempre la porta, anche quando sono a casa.
Non é troppo grande, però allo stesso tempo mi perdo facilmente, prendendo gli autobus sbagliati e ho sempre l’opportunità di scoprire posti nuovi. É una città con una popolazione 5 volte più grande di quella di tutto il mio paese e sono comunque riuscita a trovare una comunità in un quartiere che é effettivamente simile al mio. In cui si trova facce conosciute appena fuori dalla porta: nel parco, alle sagre, in palestra e nella chiesa. Non mi stuferei mai di perdermi correndo in mezzo dei boschi e delle vigne sulle colline che vedo dal balcone, di osservare la gente sulla strada di Piazza Bra o di apprezzare il momento seduta sul muro sopra l’Adige; dei giorni soleggiati nel parco con amici, cibo e la chitarra, di poter andare in bicicletta ovunque, dei bar, pasticcerie e ristoranti infiniti, di tutte le sagre per chissà cosa con la famiglia, di fare amicizia con i proprietari di un bar apparentemente sfigato e di andare allo Sporting con la mia sorella ospitante; di vedere la mia migliore amica messicana ogni giorno.
Sarò l’ultima di ammettere che un anno di scambio é tutto rose e fiori, perché quello é davvero tutt'altro che vero, con momenti eccezionali pieni di gioia ed emozione a cui seguono momenti meno belli. Momenti in cui ti senti incompresa e da sola, in cui non riesci ad esprimere e mostrare i tuoi pensieri e sentimenti e in generale non sai come comportarti e mostrare chi sei. Momenti in cui in mezzo del caos ti dimentichi chi sei. Ti senti vuota e dubiti se riusciresti mai a riempire quel buco vuoto. Ma é tutto parte dell’esperienza, ed é esattamente quello che la rende così particolare ed importante.
É spaventoso come un’esperienza del genere, così significante, complicata e crudelmente stupenda, che ti cambia, ti fa crescere e diventa una parte così naturale della tua vita, possa andare in un istante e lasciarti chiedendoti dov’é scappato il tempo.
Adesso, che la mia avventura sta per finire, mi sto già mentalmente preparando per la partenza. Pensando al fatto che tra così poco dovrò lasciare tutto quello che ho conosciuto ed imparato ad amare come mio, mi viene da piangere ogni volta. Verona per me é una città, che così casualmente é diventata una parte significante della mia vita. Un tesoro nascosto, in cui sono cresciuta con tempo ed esperienza, ho imparato a conoscermi meglio e realizzare ed apprezzare ciò che é importante per me. Ho ancora tempo e intendo godermelo quanto possibile, esattamente come deve essere. Sono contentissima di aver potuto vivere un’esperienza del genere e sarò per sempre grata a tutti quelli che mi hanno accompagnato e arricchito questi ultimi 8 mesi.
Verona, sarai sempre nel mio cuore.
Quanto mi mancherai!
Annika
Dalle Isole Faroe (Danimarca) a Verona per un anno