Un anno in un altro Paese vale più dei 17 trascorsi a casa...
Danilo
Da Caserta in Serbia per un anno
Tutto è cominciato quando stavo in vacanza e una mia amica mi ha proposto di partecipare al bando di Intercultura, non sapevo nemmeno cosa fosse, ma l'idea di stare un anno fuori di casa mi incuriosì moltissimo. Compilai il fascicolo in fretta e furia e lo inviai.Da qui parte il momento più brutto che potete immaginare, quello in cui la cassetta della posta vi supplica di non guardarla cinque volte al giorno, di non premere all'infinito sull'icona 'aggiorna' della vostra posta elettronica, di smetterla di chiedere a vostra mamma e a vostro papà se ci sono aggiornamenti, quel momento che ogni volta che squilla il telefono preghi che sia Colle che ti ha chiamato per darti la buona notizia. Io ad esempio la parola 'dormire' l'avevo rimossa dal vocabolario, non immaginate quante domande vi porrete durante le notti, perché si sa, la notte è portatrice di pensieri.
Certo, iniziare un nuovo cammino spaventa, ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di quanto era pericoloso stare fermi. Ma alla fine tutto è andato per il meglio, arriva la lettera, arriva l'e-mail, annuale in Serbia.
Oggi è il 7 settembre e a pensare che sto qui solo da 16 giorni dal mio arrivo mi scendono le lacrime... tutto sembra andare liscio sotto i miei occhi, ma dentro di me nascondo le più grandi paure, nascondo i più grandi desideri.
Certo, iniziare un nuovo cammino spaventa, ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di quanto era pericoloso stare fermiA soli 17 anni andare via di casa per un anno mi metteva ansia e timore, anche se in fondo è sempre stato quello che ho desiderato.
Cambiare città, cambiare lingua, cambiare scrittura, cambiare l'alfabeto, cambiare cibo, cambiare abitudini, cambiare i modi di fare, doversi privare di tutte le libertà che abbiamo nelle nostre case, lasciare gli amici con cui sorridi tutti i giorni, lasciare i propri parenti, chiamare mamma una signora che hai visto solo dietro un computer non è facile! Sì, mamma, hai letto bene... Io abito in Serbia, precisamente a Subotica e mia mamma ospitante si chiama Dijana ed è una giovane mamma, che anche conoscendola minimamente già mi ha regalato mille sorrisi e mille conforti.
Più scrivo e più mi sento triste, ma non perché mi manchi qualcosa, ma perché continuo a pensare a quando stavo a casa e dicevo che le mie giornate non le avrei cambiate con nessuna cosa al mondo, che stupido che sono stato…
Mia mamma ospitante si chiama Dijana ed è una giovane mamma, che anche conoscendola minimamente già mi ha regalato mille sorrisi e mille conforti
E a te che stai leggendo dico... non aspettare, compila e invia il modulo di Intercultura: un anno in un altro Paese vale più dei 17 trascorsi in Italia!
Danilo
Da Caserta in Serbia per un anno