Un anno nel Pease più felice del mondo!

Michela

Da Lanusei-Tortolì in Paraguay per un anno

Sin da piccola ho sempre desiderato poter vivere questa esperienza, e quando il novembre scorso mi si è presentata l’opportunità, non ho esitato a mettermi in gioco.
Quando ho scoperto di essere stata presa per un programma annuale in Paraguay, devo essere sincera, neanche sapevo dove si trovasse sulla cartina geografica, però sono partita con l’idea di cambiare, di maturare, di crescere, di conoscere un nuovo mondo e soprattutto di conoscere me stessa.

Da quando il mio percorso è iniziato ho sempre paragonato la mia esperienza al viaggio di Alice, nel Paese delle Meraviglie. Potrebbe sembrare qualcosa di banale, però non lo è. Rispecchia perfettamente ciò che sto vivendo, perché il Paraguay è davvero il Paese delle Meraviglie.

Sono partita con l’idea di cambiare, di maturare, di crescere, di conoscere un nuovo mondo e soprattutto di conoscere me stessa.
Non si tratta di città, di grattacieli, di monumenti architettonici, ma di verdi paesaggi che ti spezzano il fiato, di sentieri nascosti, di strade di terra rossa, di cieli stellati e interminabili tramonti che ogni giorno ti toccano il cuore. Si tratta dei cinguettii degli uccelli che ti svegliano, delle galline o delle mucche che camminano con te per strada, del caldo per il quale sei costretto a farti cinque docce al giorno, delle zanzare (troppe zanzare), del profumo dell’asado e della polka paraguaya per cui fa piacere alzarsi dal letto la domenica mattina.

Si tratta del tererè, bevanda tradizionale, per cui mi chiedo come ho fatto a sopravvivere tutto questo tempo senza, della chipa e del cocido a merenda, delle empanadas e del lomito (non per niente ho preso 7 chili) e dell’ affascinante idioma guaranì, esclusivamente tipico del Paraguay, con il quale devo lavorarci ancora un po’.

Quando mi chiedono “qual è la cosa che più preferisci del Paraguay?” rispondo la gente. Los paraguayos sono persone meravigliose, gentili e socievoli, cercano sempre di metterti a tuo agio in qualsiasi situazione. Sono umili, sanno stare bene con il poco che hanno e sarebbero disposti a offrirti quel poco per far star bene a te.
Uno dei valori più importanti che si rispetti è la condivisione, condividono qualsiasi cosa, anche il piatto da cui si mangia. E soprattutto sono sempre felici, cercano e colgono il lato positivo in qualsiasi cosa, non si abbattono mai. Credo sia dovuto al fatto che sono molto credenti.
Forse è questo il segreto per cui il Paraguay è considerato il Paese più felice del mondo.
In questi sei mesi ho imparato tanto, da loro e da me stessa. Ho imparato a stare sola, a essere fiduciosa e coraggiosa, ho imparato a osservare,ad ascoltare e a stare in silenzio,e cosa più importante a cogliere la bellezza delle piccole cose e dei piccoli gesti, anche quelli che potrebbero sembrare più banali.

Ho imparato a credere più in me stessa e ho imparato ad essere felice, perchè nonostante siano tanti i motivi per cui in alcuni momenti potrei sentirmi un po’ giù, nascosto dietro ognuno di loro c'è sempre qualche speranza che permette di raggiungere la felicità.

Sto bene con me stessa, e esattamente come Alice, non voglio lasciare il mio Paese delle Meraviglie.

Michela

Da Lanusei-Tortolì in Paraguay per un anno

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