Un salto nel vuoto

Aurora

Da Catania in Danimarca per un anno

Quando arrivai in Danimarca, una delle prime cose che mi venne presentata fu la mia bici, la mia amica di avventure quotidiane.

Inizialmente, per me, la bici fu un po’ un dramma. Non mi piaceva ogni mattina dover pedalare per andare a scuola, non mi piaceva quella pioggia che mi bagnava e quel vento che mi spingeva nella direzione opposta, ma poi mi sono resa conto che non avevo nient’altro con cui muovermi e quella era l’unica cosa che mi permetteva di spostarmi piuttosto in fretta. Infine l’amai e oggi la mia esperienza non sarebbe la stessa senza la mia bici.
Queste sono quelle sensazioni che ripagano tutte quelle volte in cui siamo cadute a terra e ci è stato difficile rialzarci

Era Ottobre e ricordo bene quel periodo, in cui si è ancora molto scossi dalla nuova vita, si è sorpresi, instabili, si capisce poco di quella lingua incomprensibile e le cose che ti mancano e ti feriscono sono più di quelle che ti fanno gioire. Un giorno andammo a fare una gita sul fiume, e io remai da pilota di una canoa sulle sue acque! Non potrò mai dimenticare quando, dopo quattro ore faticose, arrivammo a pochi metri dall’oceano. Si vedeva bene qual era il punto in cui il fiume smetteva di essere fiume e diventava “quella distesa infinita di acqua”. Fui impressionata da quella vastità e soprattutto da quello che mi scaturì dentro. In quell’oceano vidi tutto quello che le persone sono. Tutti siamo un po’ un fiume, seguiamo la corrente e, passandoci accanto, chiunque può vedere come siamo, ma solo se fatichi e arrivi fino infondo ti accorgi di quanto può essere immensa quella persona che hai davanti.

Quel giorno fu lo stesso in cui ad una ragazza siciliana, abituata alle acque cristalline del Mediterraneo, venne proposto di tuffarsi in quelle del fiume torbido. Senza esitazioni dissi “si” e quell’attimo in cui, uscita dall’acqua gelida, con la pelle che bruciava per il freddo, la mia amica romana, compagna di avventura, girandosi verso di me disse: “Vedi, queste sono quelle sensazioni che ripagano tutte quelle volte in cui siamo cadute a terra e ci è stato difficile rialzarci”
Quest'esperienza è come un salto nel vuoto, nell’incognito di quello che troveremo scesi da quell’aereo a migliaia di chilometri da casaIn fondo, cos’è questa nostra avventura se non un salto? Un salto nel vuoto, nell’incognito di quello che troveremo scesi da quell’aereo a migliaia di chilometri da casa, un salto in una nuova cultura, in una nuova nazione, nel nucleo di una famiglia, un salto dentro il nostro più profondo io o, più semplicemente, un salto alla foce di un fiume che si riversa nell’oceano.

Per quanto riguarda la scuola, frequento il Brønderslev Gymnasium, che si trova a un paio di chilomatri da “casa mia”, la struttura è davvero bella ed abbastanza grande infatti ogni corridoio è contraddistinto da un colore specifico.

A scuola vado bene. Quando facciamo gli esercizi finora sono sempre riuscita a svolgerli senza difficoltà ma durante le spiegazioni non riesco sempre ad afferrare il concetto così nei casi in cui accade lo approfondisco su internet o traduco i vari documenti che ci vengono forniti dai professori. Le materie che seguo sono matematica, fisica, grammatica latina e scienze naturali mentre chimica, inglese ed educazione fisica le studio anche con il secondo anno. Con la mia classe mi trovo bene nonostante non abbia molti confronti, però ho legato tantissimo con una mia compagna che si chiama Sewa e con i ragazzi del secondo anno che sono molto più socievoli e con i quali mi trovo decisamente meglio.
Il sistema scolastico è abbastanza differente poicé quello danese utilizza il pc e predilige la pratica alla tanta teoria

Per quanto riguarda il sistema scolastico è abbastanza differente in quanto quello italiano è basato su quaderni e nozioni, quello danese utilizza il pc e predilige la pratica alla tanta teoria. Si è molto più indipendenti, l’orario cambia ogni settimana, si cambia aula ogni lezione, si organizzano feste a scuola e con i professori si ha un rapporto molto più confidenziale (una delle cose che mi ha stupito di più è il fatto che alunni ed insegnanti si ringraziano per la giornata alla fine della lezione).

Fin ora non posso dire che ci siano state note negative, continuo a seguire anche qui la mia passione (il calcio), sto riuscendo a fare amicizia e con la mia famiglia ospitante mi trovo davvero bene e poi “mio padre” è anche un ottimo cuoco. Quando loro parlano solitamente chiedo l’argomento delle loro discussioni e ultimamente inizio ad afferrare qualche parola anche se ancora non riesco a seguire il filo del discorso.

Aurora

Da Catania in Danimarca per un anno

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