Una sfida con il mondo
Antonio
Da Avezzano in Danimarca per un anno
Mi sono integrato subito in famiglia grazie alla loro infinita disponibilità, all’aiuto che mi danno ogni giorno per affrontare la mia nuova vitaDopo poche ore, arriva il momento tanto atteso ma anche il più difficile, dove bisogna salutare la famiglia, ed è lì che anche i più forti non riescono a resistere, poiché stanno per lasciare tutte le persone a loro care, di cui potevano fidarsi, non sapendo naturalmente cosa li aspetterà. Il giorno successivo si parte e durante il viaggio si pensa e ripensa solo ad una cosa: “Ma cosa sto facendo?”, “Perchè lo sto facendo?”, “Perchè sto lasciando tutti?”.
Per quanto riguarda la scuola, c’è da dire che qui in Danimarca comincia molto presto, diversamente dall'Italia, così il 14 di agosto mi sono dovuto incamminare con la mia fantastica bicicletta per iniziare questa nuova avventura con nuovi compagni, nuovi insegnanti, nuove classi, nuovi orari e nuovi modi di comportarsi e di organizzare la vita scolastica. Ho conosciuto nuovi insegnanti che sono stati sin dall'inizio disponibilissimi con me, presentandomi a tutta la classe come un “nuovo ragazzo del programma di scambio” che avrebbe dovuto frequentare tutto l'intero anno scolastico seguente in quella scuola, e cercando in ogni momento di mettermi a conoscenza dell'argomento che si stava per svolgere in classe.
Ho ancora tanti mesi per imparare a comunicare con questo nuovo Paese a me finora sconosciuto, tanto tempo per conoscere la loro cultura e rimanerne affascinatoPer conoscere nuove materie ho anche scelto un indirizzo che in Italia non avevo frequentato, con materie diverse come chimica, biologia, spagnolo ecc. Da subito ho fatto amicizia con i miei nuovi compagni che in ogni momento mi cercano per uscire e divertirsi con me, come quando, circa una settimana fa, ci siamo recati a scuola per una festa, il cosiddetto “compleanno della scuola”, cosa molto frequente nelle scuole danesi.
Tralasciando tutto ciò che col tempo si riuscirà a superare, almeno nel mio caso, il problema principale è la lingua, poiché senza l'inglese, lingua internazionale, non si riesce assolutamente a comunicare e soprattutto a comprendere ciò che gli altri stanno dicendo. A volte sembra quasi di stare in un'ampolla di vetro. Questa per me è come una sfida con il mondo. Sono certo che non sarà sempre così. Ho ancora tanti mesi per imparare a comunicare con questo nuovo Paese a me finora sconosciuto, tanto tempo per conoscere la loro cultura e rimanerne affascinato. E’ per questo che non mi abbatto e con tanta grinta affronterò i prossimi mesi dove sono sicuro ci saranno momenti molto divertenti ed interessanti e più facili rispetto a questo primo mese.
Antonio
Da Avezzano in Danimarca per un anno