Una studentessa come le altre

Cinza Capano

Insegnante presso l'Istituto Scolastico Nomentano di Roma

Uno dei possibili rischi dell'insegnamento è il fatto che, una volta entrati nella propria classe, ci si possa trincerare dietro il libro di testo, o dietro il proprio ruolo, "dimenticando" il mondo e le drammatiche urgenze del reale.La presenza di uno studente straniero in classe fin da subito rappresenta un valido antidoto, una possibilità offerta all'insegnante e a ciascuno studente di lasciarsi provocare, di uscire dalla rassicurante routine.
Romina inizialmente ha studiato con curiosità e attenzione quanto accadeva attorno a lei, ci ha osservati a lungo. Da parte mia all'inizio ho cercato di proporle degli strumenti di lavoro più semplici, pensando erroneamente che fosse necessario un trattamento speciale per mettere Romina a proprio agio. Mi sbagliavo: Romina non voleva un trattamento speciale, desiderava acquisire gli strumenti per fare quello che io proponevo a tutta la classe.
Alla fine dell'anno credo che se fosse arrivato un nuovo insegnante in classe avrebbe impiegato un po' per capire chi fosse Romina, la studentessa stranieraUn punto di svolta per me è arrivato durante un'uscita didattica al Pantheon e all'Ara Pacis. Dopo molti giorni di silenzio Romina parlava con tutti, faceva domande, scattava foto: fuori dalla classe non era diversa dagli altri compagni, allora perché pensavo di doverla trattare in modo speciale durante le lezioni? Da quel momento ha cominciato a partecipare alla lezione come tutti gli altri: io avevo capito che bisognava partire da lì, senza inventare strategie particolari. Nel primo modo avrei sempre sottolineato quello che mancava, nel secondo si poteva valorizzare e progressivamente migliorare ciò che era capace di fare.
Un altro momento molto bello per tutti è stato ascoltare una lezione preparata e tenuta da Romina sul Paraguay: siamo stati catapultati dall'altra parte del mondo, abbiamo visto una natura dalla bellezza travolgente, abbiamo "gustato" con gli occhi i sapori tipici, abbiamo cercato di comprendere che esperienza di vita passi attraverso il tereré, ho visto il mondo fare irruzione nell'aula; dopo la lezione molti compagni di classe guardavano Romina con occhi nuovi, pieni di curiosità. Alla fine dell'anno credo che se fosse arrivato un nuovo insegnante in classe avrebbe impiegato un po' per capire chi fosse Romina, la studentessa straniera.
Spero che questi mesi trascorsi in nostra compagnia siano stati per Romina un'occasione di conoscenza e di arricchimento altrettanto fruttuosa di quanto lo siano stati per me e per i ragazzi.

Le avventure di Romina non finiscono qui: leggi anche "La nostra amica paraguayana" e "Come un direttore d'orchestra" per vedere la sua vita in Italia!

Cinza Capano

Insegnante presso l'Istituto Scolastico Nomentano di Roma

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