Una vita intera in tre mesi

Francesca

Da Trani in Francia per tre mesi

Tutto é partito da un sogno, un sogno che forse a 17 anni accomuna un po' tutti i giovani d'oggi. Eppure questo sogno mi dava speranze mai avute prima:

la possibilità di partire, di lasciare tutta la mia famiglia, tutte le mie certezze e andare verso un mondo nuovo ed ignoto non mi spaventava, anzi creava dentro di me un insieme di emozioni indescrivibili.

Il primo traguardo fu convincere i miei genitori di questo mio sogno, e così quasi per gioco, all'inizio, ho iniziato a mandare iscrizione, fotocopie di documenti e quando ho passato le selezioni non mi sembrava vero. Stavo davvero entrando in quella realtà che avevo sognato da anni, così velocemente che quasi non me ne accorgevo. Mi diedi sempre più da fare, questo concorso era diventata la mia motivazione per migliorare, per fare sempre meglio. Dopo tante difficoltà, dopo aver superato la fase di 'riserva' e aver aspettato la risposta definitiva, ero soddisfatta di me stessa: vinsi un posto per il Programma trimestrale in Francia!
Stavo davvero entrando in quella realtà che avevo sognato da anni, così velocemente che quasi non me ne accorgevo

Avrei passato tre mesi della mia vita in Francia, con persone nuove, che non avevo mai visto e non avrei mai pensato esistessero. Quando ho ricevuto il fascicolo della mia famiglia ospitante mancavano circa due mesi alla partenza e io più passavano i giorni e più non riuscivo a credere che avrei fatto la stessa esperienza di tanti ragazzi che avevo sempre guardato con ammirazione ed un po' di invidia. Passarono i giorni, i mesi, l'estate stava finendo, dopo gli ultimi saluti con 'il mio mondo italiano' eccomi a Roma: l'inizio di tutto. Da lì avrei dovuto sbrigarmela da sola, mettere in atto tutto ciò che mi era stato insegnato in diciassette anni di vita. È proprio a Roma che ho fatto le mie prime amicizie, le più belle, le più uniche e le più salde, con ragazzi che senza vergogna mi raccontavano le loro sensazioni, le loro aspettative, le loro paure. Ci si faceva forza a vicenda - ancora nessuno sapeva come sarebbe stato una volta lasciata l'Italia.
Più passavano i giorni e più non riuscivo a credere che avrei fatto la stessa esperienza di tanti ragazzi che avevo sempre guardato con ammirazione ed un po' di invidia

La tappa successiva fu Parigi, e li ci accorgemmo che noi eravamo soltanto un piccolo tassello di tutti i ragazzi che avrebbero vissuto in Francia per i prossimi mesi. Eravamo tantissimi e pian piano entravo in una realtà che mi apparteneva sempre meno. Finito il campo a Parigi, mi ritrovai di nuovo sola, su un treno, senza i miei amici italiani ma con la consapevolezza che in poche ore avrei visto la mia futura famiglia francese. Il momento tanto atteso arrivò, con le gambe che mi tremavano e la bocca incapace di dire una sola parola in francese, sorrisi semplicemente e mi diressi con la mia famiglia verso quella che sarebbe stata la mia vita per i prossimi tre mesi.

All'inizio é stato difficile, l'adattamento, la lingua, il non avere amici, l'essere sola e insicura, sentirsi anche un po'un’ intrusa. “Dopo la pioggia c'è sempre l'arcobaleno”, così si dice e vi assicuro che i momenti tristi sono stati proprio i più importanti, quelli che mi hanno dato la forza di reagire, di fare qualcosa e soltanto dopo che superi tutto, dopo che torna il sereno, ti senti soddisfatto, ti senti più forte perché sei stato tu, da solo, a risolvere il problema, ad andare avanti. Ti accorgi che stai crescendo, ti accorgi che sei in gamba e che potresti affrontare qualsiasi cosa.
La mia esperienza é iniziata quando ho smesso di sentirmi un'ospite e ho iniziato a fare attenzione a qualsiasi gesto, anche il più piccolo, quando ho cominciato a vivere la mia vita come una francese e non come un'italiana in Francia

La Francia mi ha regalato i tre mesi più belli della mia vita. Andavo a scuola dalla mattina dalle otto o nove fino alle diciotto, ad esclusione del mercoledì pomeriggio che era libero. In Italia non credo avrei mai sopportato un orario del genere, ma lì ho conosciuto persone fantastiche, anche se i primi giorni mi ignoravano o mi salutavano semplicemente. La mia esperienza é iniziata davvero quando le mie amiche mi aspettavano dopo le lezioni per andare a mensa insieme, quando il mio compagno di scuola mi offriva les cookies (i biscotti) di nascosto alle cinque del pomeriggio, quando il mio prof. di storia mi sgridava perché parlavo troppo, quando durante la giornata dell'arte i miei amici hanno scritto su un telo “grazie di tutto, non andartene, ti vogliamo bene”; quando mi sedevo ogni sabato sera sul divano di casa con la mia famiglia, guardando un film e bevendo il caffè, quando incontravo i miei amici stranieri e quando andavo al cinema con mia sorella ospitante; quando il mio amico che abitava a dure ore da casa mia é venuto a trovare soltanto per salutarmi, quando la mia sorellina e il mio fratellino mi insegnavano parole francesi difficilissime, quando uscivo con la mia amica anche con la pioggia, quando gli zii mi hanno fatto un regalo e quando i nonni mi raccontavano le loro storie in giro per il mondo.
La mia esperienza é iniziata quando ho smesso di sentirmi un'ospite

La mia esperienza é iniziata quando ho smesso di sentirmi un'ospite e ho iniziato a fare attenzione a qualsiasi gesto, anche il più piccolo, quando ho cominciato a vivere la mia vita come una francese e non come un'italiana in Francia. È per questo che anche prendere il pullman alle 7 del mattino, quando é ancora tutto buio e il freddo della Bretagna ti circonda, era un motivo di felicità. Ho incontrato persone che mi hanno dimostrato, anche con i più piccoli gesti, di volermi bene, ci sono persone che mi hanno dimostrato più cose in Francia che in Italia, e non dimenticherò mai l'ultimo giorno di scuola, quanto abbiamo pianto tutti quanti.

Lasciare la famiglia é stato bruttissimo, ma ritrovare tutti i miei amici a Bruxelles per il campo finale, che questo programma prevede, mi ha dato la forza di andare avanti, di reagire, e ci sono riuscita perché aver superato le difficoltà in Francia mi ha reso una persona più forte e più sicura, ho fatto di quelle incertezze le mie certezze più grandi. Se ora ripenso alla Francia, potrei dire di aver vissuto una vita vera e intera in soli tre mesi.

Francesca

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