Due famiglie

Eleonora

Da Montebelluna in India per un anno

Quando mi chiedono qualcosa riguardante la mia famiglia rispondo sempre: quale famiglia? Indiana o italiana? Perché dopo cinque mesi trascorsi con la mia famiglia ospitante, chiamarli 'mamma', 'papà' e 'sorella' ė diventato naturale come respirare per me, già dalla prima settimana mi sono sentita parte del loro nucleo famigliare.

Lasciatemi cominciare dall'inizio. Mia mamma si chiama Neeta, mio papà Deven e Nidhi è mia sorella. Mi sono piaciuti fin da subito: la profondità negli occhi di mia madre, l'energia di mio padre e la luminosità del sorriso di mia sorella, sono tutte caratteristiche che ho amato sin dall'inizio.
Ho scelto l'India perché volevo un Paese totalmente diverso dai Paesi occidentali

Dovete sapere perché ho scelto proprio l'India per il mio programma annuale, se volete capire meglio le sensazioni che sto provando. Volevo un Paese totalmente diverso - se non opposto, a volte - dai Paesi occidentali, uno stato dove la globalizzazione non ha (ancora?) rovinato costumi, tradizioni, festival, religione e spiritualità. Quindi, che c'ė di meglio dell'India?

Ora che sapete di questo mio desiderio, provate ad immaginare come mi sono sentita quando mia madre mi ha raccontato questa storia. Dopo la nascita di mia sorella, ha perso tre bambini quando si trovavano ancora nella sua pancia, e uno di loro ė morto nel 1997 (il mio anno di nascita) e lei crede e sostiene con tutto il cuore che l'anima di quel piccolino ė andata in un altro, che sarei io. Non ė meraviglioso? Invece di cadere nell'amarezza causata dalla perdita di un figlio non ancora nato, non ha perso la speranza e alla fine ha incontrato me, la sua vera figlia. Nella nostra cultura occidentale non immagineremmo nemmeno di pensare in questo modo, ed ė stato davvero difficile per me trattenere le lacrime mentre parlava. La sua voce esprimeva una dolcezza che ė impossibile descrivere. Prima che mi metta a piangere di nuovo, lasciatemi raccontare i primi quattro mesi della mia esperienza.

Sono arrivata qui a Jamnagar, nello stato del Gujarat, l'8 luglio, quindi abbiamo stabilito insieme che ogni 8 del mese avremmo fatto qualcosa di speciale. Al mio primo “mesiversario”, siamo andati a cena fuori ed abbiamo mangiato punjabi samosa (deliziosi!) e dei panini rigorosamente vegetariani: come il tempo stava e sta volando! Sembra davvero che sia arrivata ieri!
Con lei ho avuto la mia prima esperienza della stagione dei monsoni: siamo state travolte da una pioggia torrenziale che in un paio di secondi ci ha reso fradice dalla testa ai piedi

Comunque, siccome mia sorella studia alla RK University a Rajkot, viene a casa raramente, ma quando siamo insieme ci divertiamo un sacco. Con lei ho avuto la mia prima esperienza della stagione dei monsoni: stavamo facendo un giro in scooter (tra mucche che si piazzano in mezzo alla strada, sapendo che nessuno dirà loro un bel niente e cani che, a loro volta, credono di essere sacri), quando una pioggia torrenziale ha cominciato a scendere e in un paio di secondi eravamo fradice dalla testa ai piedi, i miei occhiali erano completamente coperti dalle gocce di acqua e la nostra pelle era dolorante, a causa della forza con la quale la pioggia stava cadendo. Insieme, guardiamo spesso dei film e siccome scelgo sempre le storie tratte dai libri di Nicholas Sparks, finiamo sempre col piangere.

Durante il Raksha Bandhan (una cerimonia durante la quale le sorelle maggiori legano un braccialetto al polso dei loro fratelli minori, con il significato di proteggerli per tutta la vita) io ho messo il bracciale tradizionale a Tej (mio fratello/cugino) e siamo andati a celebrare all'Arya Bhagwati. Lì, mio cugino più grande, Sagar, mi ha insegnato a giocare a biliardo ed ė saltato fuori che non sono poi neanche tanto male! Con noi c'erano anche i miei nonni, mio zio Chetan e mia zia Dipti. In generale, trascorro molto tempo con loro, perché andiamo spesso a casa dei miei nonni a Rajkot, dove loro vivono tutti insieme (la famosa famiglia indiana allargata).
Ai festeggiamenti del compleanno di mia sorella abbiamo mangiato la torta prima di cena e abbiamo spalmato mezza torta sulla sua faccia!

Il 3 settembre era il compleanno di Nidhi, quindi ci siamo diretti a Rajkot. Alla sera siamo andati a festeggiare al Grand Bhagwati Season: una location esclusiva ed elegante, con palme e una piscina immensa. Abbiamo mangiato la torta prima di cena (cosa davvero nuova per me, essendo che noi mangiamo il dolce alla fine!) e abbiamo spalmato mezza torta sulla faccia di mia sorella. Uno spasso!

Oltre a Rajkot, ho visitato Ahmedabad e Baroda per fare shopping, perché a dicembre c'è stato il matrimonio di una delle mie cugine. Sì sì, avete letto giusto: ho partecipato ad un leggendario matrimonio indiano! Sono così emozionata: i vestiti, i colori, i profumi, le danze, le canzoni, il mehndi, i gioielli…Tutto era paurosamente emozionante! Allo scambio degli anelli ho pianto come una fontana, a prova di quanto sia legata alla mia famiglia. È la caratteristica per cui l'India è principalmente conosciuta: i lunghissimi matrimoni, pieni di significato e spiritualità (qualcosa che noi occidentali abbiamo sicuramente perso).

Al secondo mesiversario, mi aspettavo che la mia famiglia organizzasse qualcosa, come avevamo stabilito, ma a cena non abbiamo fatto niente di speciale. Allora mi sono fatta un bagno e quando sono uscita dalla mia camera, ho trovato 3 coppette di gelato, ognuna con 2 biscotti (2 mesi) e un pezzo di torta. Ero quasi commossa: adoro questo tipo di sorprese, le trovo così dolci!
Tutti volevano parlarmi, fare foto con me, toccarmi

Ho trascorso anche cinque giorni nell'ostello ed università di mia sorella, per avere una visione più ampia del sistema educativo indiano. Tutti volevano parlarmi, fare foto con me, toccarmi: ora capisco come si sentono gli attori di Hollywood quando sono circondati da noi fan! All'inizio è piacevole, ma dopo un po' diventa davvero pesante da sopportare! Ma l'ho fatto, e sono ancora viva ahahah! Comunque mi sono divertita un mondo con mia sorella e le sue amiche: giocavamo ad UNO e a thoso (un gioco indiano che mi hanno insegnato) fino a notte fonda. Abbiamo ballato anche la garba, una danza tradizionale, tutti insieme: è stato meraviglioso osservare come tutte quelle ragazze si stessero divertendo ballando con stili diversi e per me è stato divertente imparare da loro.

Al quinto giorno del Navratri (festival durante il quale si balla la garba per nove giorni) abbiamo avuto un incontro con AFS India, durante il quale ho fatto un discorso in Gujarati (lingua locale) e una passeggiata notturna su di un cammello! Ero emozionatissima (ma anche impaurita perché non voleva inginocchiarsi per bene, animale testardo!)

Eleonora

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