La mia estate in Cina

Francesca

Da Trani in Cina per un'estate

Dicono che il mal d'Africa sia incurabile. Da parte mia ho sempre pensato che invece fosse il mal di Cina e la mia esperienza infatti lo ha confermato. Vorrei essere un porta voce per "gridare" al mondo che fantastico posto è la Cina.

La mia esperienza è stata meravigliosa infatti sin dal primo momento mi sono ambientata abbastanza bene. I primi giorni di scuola c'era la nostra insegnante che, con tanta pazienza, per un mese è stata a nostra disposizione durante le ore di lezione per insegnarci le regole fondamentali della lingua cinese. La scuola è ben organizzata dalla mattina alle 9:00 per finire nel pomeriggio intorno alle 17:00. La giornata scolastica è ben scandita con lezioni di cinese per tutta la mattinata, mentre tutto il pomeriggio è occupato da lezioni che variano nel corso del mese come ad esempio: pittura cinese, kung fu, tai chi (arti marziali tipiche cinesi), ping pong e con la presenza di maestri cinesi di pittura o di strumenti musicali. L'apprendimento della lingua non è semplice, soprattutto in un mese, ma grazie al buon insegnamento delle docenti sono riuscita ad avere anche dei piccoli discorsi con passanti e tassisti.
Ogni giorno era diverso e con emozioni sempre nuove

In Cina sono sempre ben organizzati, infatti spesso grazie all'organizzazione del centro locale di Chengdu e alla collaborazione delle disponibili famiglie abbiamo fatto tante uscite, una delle più straordinarie è stata quella a WOLONG che è l'unica riserva naturale dei panda giganti. Inoltre anche con la mia famiglia ho visitato tanti posti come il tempio Wenshu, il complesso buddhista più grande e meglio conservato di Chengdu, il museo universitario del Sichuan e la spettacolare casa di montagna situata vicino il Tibet di proprietà della mia famiglia ospitante. Non posso dire di aver avuto una giornata tipo perché ogni giorno era diverso e con emozioni sempre nuove. Per un occidentale la Cina è un mondo affascinante e il potere che avrei desiderato avere durante quel mese era di registrare ogni dettaglio, ma mi infastidiva intrappolare certi momenti con un semplice video o una fotografia perché ogni volta restava fuori qualcosa di fondamentale. Continuavo a cambiare angolazione ma nessuna mi sembrava quella giusta. Due occhi erano sempre troppo pochi di fronte alle bellezze che ho incontrato.

Le famiglie cinesi grazie alla loro simpatia riescono a dimostrare il loro affetto in forme diverse che forse rimangono nella memoria più di un abbraccioForse l'aspetto più complesso da superare è il rapporto con i coetanei perché hanno una visione del contatto fisico un po’ antica, se così può essere definita. Tra coetanei è difficile che dopo un mese ci sia un abbraccio, il contatto infatti nella cultura cinese è molto limitato. I cinesi spesso tendono a sentirsi a disagio di fronte al contatto fisico infatti uno degli episodi più imbarazzanti, ma nello stesso tempo ridicoli, che possono accadere è che di fronte ad un tentativo di contatto si ritraggono spaventati. Anche se questo può sembrare apparentemente un limite, le famiglie cinesi grazie alla loro simpatia riescono a dimostrare il loro affetto in forme diverse che forse rimangono nella memoria più di un abbraccio.

Tornata in Italia sono arrivata ad una conclusione, cioè che, nonostante un Paese possa trovarsi dalla parte opposta del mondo, noi uomini siamo tutti diversi ma in realtà uguali, parliamo lingue diverse ma siamo in grado di comunicare con la chiarezza di un gesto e l'universalità di un sorriso. Quando ci si avvicina scopri che quel mondo lì è, in realtà, sempre lo stesso di qua.

Francesca

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