Latina mi corazón hondureño te ama

Marcela

studentessa Honduras ospitata a Latina

Ciao, mi chiamo Marce e vi scrivo dall'Honduras. Qualche anno fa ho trascorso il mio anno all’estero al Liceo Marconi di Latina. Sono convinta che questa esperienza mi abbia aiutato a scegliere cosa volevo fare e dove volevo stare. Sto per laurearmi in Messico in Antropologia, specializzandomi nella ricerca sulle migrazioni latinoamericane. Con l'Italia sempre nel cuore.
Ciao, mi chiamo Marce e vi scrivo dall'Honduras. Qualche anno fa ho trascorso il mio anno all’estero al Liceo Marconi di Latina. Fin da bambina sognavo di vedere il mondo. Ogni volta che i miei genitori o le mie nonne dovevano viaggiare, andare all'aeroporto era per me un'avventura; ricordo di averli salutati e di averli visti attraversare le sale d'attesa, il mio più grande desiderio per molto tempo è stato quello di vedere cosa c'era oltre quel corridoio dove avvenivano gli addii, immaginavo di attraversarlo anch'io un giorno, con la valigia in una mano e il mio passaporto nell'altra.

Avevo 16 anni quando sono partita per l'Italia ma la decisione di farlo l'ho presa molto prima. Da quando sono diventata consapevole dell'inquietudine di volare verso altri orizzonti, ero sicura che in un'altra vita ero un uccello migratore, di quelli che volano in ogni stagione dell'anno; e in qualche modo avevo ragione, perché da quando ho attraversato per la prima volta le frontiere del mio paese, continuare ad attraversarle è sempre stato nei miei progetti di vita.

Sono arrivata a Latina nel 2014 e ho vissuto qui fino al 2015. Ho trovato una piccola città rispetto alla mia, Tegucigalpa, la capitale dell’Honduras; ho conosciuto famiglie amorevoli e amici accoglienti. Infatti, quando penso alla definizione di amore, mi vengono in mente diversi momenti, come quelli legati alla mia famiglia ospitante che si ricordava dei miei dolci preferiti per prepararmeli più tardi, o alla pazienza della mia migliore amica, che ogni giorno a scuola traduceva per me le lezioni finché non sono riuscita a capirle da sola.

La mia vita è trascorsa tra una lezione e l'altra, a casa, e uscendo con gli amici; e anche se può sembrare una routine quotidiana molto normale, è qui che ho imparato le lezioni più profonde su cosa significa vivere in un altro paese, a stretto contatto con un'altra cultura.

Vivere giorno per giorno per me era una novità, dal mangiare una colazione diversa, ad andare a scuola il sabato e sostenere esami orali in materie che non avevo mai sostenuto prima, come l'informatica o la storia europea.
Da quando sono diventata consapevole dell'inquietudine di volare verso altri orizzonti, ero sicura che in un'altra vita ero un uccello migratore, di quelli che volano in ogni stagione dell'anno; e in qualche modo avevo ragione, perché da quando ho attraversato per la prima volta le frontiere del mio paese, continuare ad attraversarle è sempre stato nei miei progetti di vita.
Mi ci sono voluti tre mesi per capire l'italiano. Il tema della lingua mi inquietava un po’ prima di partire:come sarei andata a scuola con una conoscenza minima dell’italiano? Ma, per il mio sollievo, ho frequentato il liceo scientifico al Marconi e lí ho trovato insegnanti che sapevano giá la mia situazione e sono stati pazienti e comprensivi.

È stata una bella esperienza sentirsi di nuovo una bambina piccola quando a scuola i miei compagni facevano le loro attività, e io invece facevo altri compiti assegnati, come scrivere la mia biografia in italiano, o cercare di scrivere tutte le parole che pronunciavano i miei professori e che riuscivo a capire. Me lo ricordo ora e credo sinceramente che sia stata una delle migliori strategie di apprendimento per introdurmi a una nuova lingua.
Ho frequentato il liceo scientifico al Marconi e lí ho trovato insegnanti che sapevano giá la mia situazione e sono stati pazienti e comprensivi.
Quando finalmente sono riuscita a seguire le lezioni come gli altri studenti, alcune professoresse dell’Istituto mi hanno motivata a partecipare al concorso del Parlamento Europeo Giovani (PEG) insieme ad altri compagni. É stata una esperienza meravigliosa, perche ho avuto l’opportunitá di avere un contatto piú stretto con il mondo della ricerca sui temi sociali e geopolitici internazionali, insieme ad altri studenti di altre scuole d’Italia (che poi sono diventati anche i miei amici per la vita). L’esperienza di ascoltare i loro punti di vista e da lí costruire una mia visione personale mi ha insegnato sempre a confrontare le mie idee e pregiudizi con gli altri e tenere in considerazione che c’é sempre un’altra realtá oltre alla mia.
Dopo un anno, sono tornata in Honduras con 8 kg in più, il cuore gonfio di gioia, gli occhi pieni di paesaggi e la mente piena di nuove idee.
Sono andata avanti con la mia vita, ho iniziato l'università quattro anni fa e mi sono trasferita in Messico; sto per laurearmi in Antropologia, specializzandomi nella ricerca sulle migrazioni latinoamericane. Sono convinta che l'esperienza all'estero, ma anche quella del PEG mi hanno aiutato a scegliere cosa volevo fare e dove volevo stare.
Lo scorrere del tempo è duro, ma può anche essere dolce e nobile con i legami che si formano nell'affetto genuino, e non scolora o si arruginisce con il suo trascorrere.
Oggi, dopo sette anni, sono tornata a Latina per riabbracciare la mia famiglia; ho ritrovato loro e i miei vecchi amici ad accogliermi. La connessione non si è mai persa, mi sento come se fossi tornata a casa. La definizione di amore continua ad espandersi, la trovo nelle battute di mio padre, nelle attenzioni dei miei fratelli, nei dettagli di mia madre; e nel fatto che, anche dopo tanto tempo, continuano a rendermi parte della loro vita quotidiana.
In ognuno degli incontri che ho avuto in questo periodo con le persone a cui tengo, mi sono resa conto di due cose: la prima è che in questi sette anni ho concluso che l'esperienza del mio anno all'estero mi ha segnato in molti modi, soprattutto nell'imparare a riconoscere l'incontro con la diversità come uno strumento per annullare i confini immaginari e da lì, ripensare e mettere in discussione il significato dei confini geografici. E la seconda che, certamente, lo scorrere del tempo è duro, ma può anche essere dolce e nobile con i legami che si formano nell'affetto genuino, e non scolora o si arruginisce con il suo trascorrere.
Sono grata a tutti coloro che mi hanno sostenuta e incoraggiata nel mio percorso, alla mia famiglia ospitante, agli amici, al liceo Marconi che mi ha dimostrato come l’internazionalizzazione dei percorsi educativi sia un’occasione di crescita per la comunità scolastica per maturare una visione del mondo aperta e consapevole della sua diversità e complessità. Se tornerò ancora in Italia, tornerò di nuovo in questo Istituto per incontrare chi mi ha accolta, formata e resa felice.

Marcela

studentessa Honduras ospitata a Latina

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