Le tartarughe di Marina

Intervista a Marina Zucchini

Medica Veterinaria, partita per i Caraibi nel 1988

Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito all'Alleanza Italiano per lo sviluppo Sostenibile (ASVIS), l'iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.


OBIETTIVO 14 - Vita Sott'acqua. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.


Intervista a Marina Zucchini, 49 anni, Medica Veterinaria con un dottorato in Ecotossicologia, ovvero quella scienza che si occupa di inquinamento ambientale in particolare l’utilizzo degli animali come monitor di inquinamento ambientale. Ha successivamente vinto una borsa di studio per un post dottorato che l’ha portata per un anno in Messico, a Baja California, avventura che ha affrontato con entusiasmo proprio perché aveva già provato l’esperienza di Intercultura a 16 anni, da Bologna ai Caraibi.


Appassionata di tartarughe, ha una collezione di infiniti oggetti a forma di questo animale (quattro vetrinette, due pannelli con appesi portachiavi e due pannelli di calamite), ma pochi sanno che il primo oggetto è una cartolina con un disegno batik di una tartaruga che le ha regalato la sua assistente AFS dicendole “questa è per la tua collezione”, anche se in realtà al tempo lei non aveva nessuna collezione.



Cara Marina, come ti impegni nel quotidiano per cercare di raggiungere l’obiettivo 14 dell’Agenda 2030?
Portare avanti questo obiettivo può sembrare difficile, ma tutti noi possiamo fare davvero tanto: dallo sprecare meno acqua, all’utilizzare meno plastica, in particolare quella monouso, dal riciclare il più possibile al fare attenzione all’inquinamento. Faccio parte di una associazione ambientale che gestisce il Centro Recupero Tartarughe Marine a Lampedusa: si tratta di un vero e proprio ospedale per le tartarughe marine, ma anche un centro di ricerca perché non si sa mai abbastanza e c’è sempre qualcosa da imparare e di sensibilizzazione per la popolazione locale e per i migliaia di turisti che ogni anno vengono a visitarci.


Come è nata questa tua passione per le tartarughe?
Potrebbe sembrare una frase fatta, ma è proprio grazie a Intercultura! Nel 1988/1989 ho trascorso un anno nei Caraibi Orientali, sull’isola di Saint Lucia, e durante questa esperienza ho avuto l’occasione di fare quello che chiamano “turtle watch” ovvero osservare le tartarughe che nidificano sulla spiaggia. Così ho visto la mia prima tartaruga marina che, fortuna volle, fosse un esemplare della specie più grande esistente al mondo: la tartaruga liuto, che da adulta può arrivare anche a 260 centimetri!

Che importanza ha la salvaguardia di questi piccoli animali nell’ecosistema marino? Perché è importante preservarle?
Le tartarughe marine sono le uniche predatrici di meduse che, oltre a pizzicarci, sono alti consumatori di ossigeno: questo significa che se ci sono meno tartarughe, ci saranno più meduse, quindi meno ossigeno nel mare, elemento fondamentale per lo sviluppo di ogni tipo di forma di vita. Il pesce è una fonte di proteine ed è uno dei principali alimenti per alcuni stati e inoltre una distesa di meduse sulla superficie dell’acqua impedirebbe il passaggio dei raggi solari, bloccando così la fotosintesi sotto marina con un’ulteriore diminuzione di ossigeno.

Uno dei pericoli che incontrano le tartarughe marine è il tragico consumo della plastica: questi animali, infatti, sono miopi e non riescono a distinguere un sacchetto di plastica da una medusa o una bottiglia da un pesce. È veramente importante non buttare la plastica in giro, ma riciclarla!

Quanto ha influenzato la tua vita l’esperienza all’estero a St. Lucia? Sei tornata spesso?
Come già detto, l’anno a St.Lucia mi ha permesso di entrare in contatto e innamorarmi del mondo delle tartarughe marine, ma in generale l’esperienza ha permesso di aprirmi e di combattere la mia timidezza. Sono tornata spesso, precisamente 8 volte, l’ultima volta due anni fa in occasione del matrimonio della mia sorellina (quando ho fatto l’anno là aveva 2 anni e mezzo).


Prossima destinazione/progetto?
Al momento, come associazione, oltre a gestire il Centro Recupero Tartarughe Marine di Lampedusa, seguiamo anche il Centro di Recupero Fauna Selvatica e Tartarughe Marine. Siamo anche coinvolti in un progetto europeo super tecnologico: ho preso il brevetto per il pilotaggio dei droni visto che li utilizziamo per verificare la distribuzione delle tartarughe nelle acque attorno a Lampedusa e Linosa e vedere se esistono aree meno popolate da consigliare ai pescatori in modo da ridurre la pesca accidentale delle tartarughe, in futuro chi lo sa… Sky is the limit!


Cosa diresti alle ragazze e ai ragazzi che devono decidere di iscriversi al concorso di Intercultura?
Non aver paura e affrontare l’esperienza con il cuore e la mente aperte perché veramente è un’avventura che può cambiare la vita arricchendola o come dice il nostro slogan: sono Incontri che cambiano il mondo!

Intervista a Marina Zucchini

Medica Veterinaria, partita per i Caraibi nel 1988

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