No problems, just situations

Intervista a Guido Neri

Ex partecipante negli Stati Uniti nel 1978, volontario di Intercultura di Novara e fondatore della Tecnogarden Service Srl

Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito all'Alleanza Italiano per lo sviluppo Sostenibile (ASVIS), l'iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.


OBIETTIVO 12 - Consumo e produzione responsabili. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.


Intervista a Guido Neri, ex borsista negli Stati Uniti nel 1978.
Classe 1961, laureato in Scienze Agrarie, ha guardato il mondo della protezione ambientale, del riciclo e riutilizzo dei rifiuti principalmente in termini di utilizzo della sostanza organica per la fertilizzazione dei terreni e la produzione di terricci per la floricoltura.
La storia con Intercultura è nata 1978 quando è partito per gli Stati Uniti per un anno. Poi ha ospitato studenti da tutto il mondo, dal Guatemala all’Australia, dall’Honduras alla Thailandia e Stati Uniti. Nel 2015, in occasione del centenario dell’AFS, si è offerto di portare dalla Francia a Trento uno degli ultimi tre esemplari rimasti al mondo delle ambulanze che vennero utilizzate nelle due Guerre Mondiali dagli ambulanzieri dell’American Field Service.




Abbiamo scelto te come testimonial dell’obiettivo 12, nello specifico del punto 5 che recita: ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo. Tecnogarden Service è nata sicuramente molto prima della creazione degli obiettivi dell’Agenda 2030: quale è stata l’intuizione per creare l’azienda?

“Parigi butta in acqua venticinque milioni di liquami ogni anno [...] Come e in che modo? Di giorno e di notte. Con quale scopo? Nessuno. Con quale pensiero? Senza rifletterci. Perché́? Per nulla. Con quale organo? Per mezzo delle sue viscere. E cosa sono le sue viscere? La sua fogna. Il concime umano “efficace letame” per rinvigorire la terra viene buttato via nel mare mentre si spediscono con ingenti spese le flottiglie al polo australe per raccogliere gli escrementi delle procellarie e dei pinguini ... I mucchi delle immondizie, i fetidi scoli di melma sotterranea, che il selciato nasconde, sapete cosa sono? Sono i prati fioriti, l’erba verde, il serpillo, il timo, la salvia, la selvaggina, il muggito contenuto dei buoi, la spiga dorata, il pane sulla mensa [...] Così vuole quella creatura misteriosa che sulla terra è trasformazione, in cielo trasfigurazione. Restituite ogni cosa al gran crogiolo e ne scaturirà l’abbondanza [...]. I Miserabili, Victor Hugo 1862
Non credo che la mia vita professionale, e forse tutta la mia vita, sia stata ispirata da questa “visione cloacale” di Victor Hugo che - a metà dell’800 - si chiedeva il perché buttare i residui del nostro abitare, vivere e consumare. Certamente, il dare delle risposte in prima persona in generale - nella gestione dei prodotti di scarto in particolare - è stato lo stimolo costante che mi ha caratterizzato sempre. Mi era chiaro, all’inizio degli anni ’90, che l’Italia aveva finito con il “cemento” e ora gli italiani volevano avere intorno a sé “del verde”, parchi e giardini; nel contempo i modelli di consumo generavano quantità crescenti di rifiuti fra i quali, una parte importante, erano proprio gli scarti verdi provenienti dalle sempre più presenti e manutenute aree a verde urbane.
È così che nel 1994 è nata vicino a Milano la nostra attività di compostaggio degli scarti verdi provenienti dalla manutenzione di parchi e giardini principalmente in ambito urbano, la Tecnogarden Service Srl. Il risultato delle nostre lavorazioni è un terriccio – un materiale succedaneo alla torba – che può essere utilizzato proprio in ambito urbano per restituire la fertilità a questi terreni così duramente provati dalle realizzazioni antropiche.


Come è stata la risposta del territorio alla vostra idea di riutilizzo dei materiali?
Restituire la sostanza organica ai terreni urbani, dai quali questa sostanza organica proviene in massima parte: questa è stata la mia idea e il mio ambito di protezione ambientale. Un’attività che non mi ha visto vincitore perché, da sempre, il nostro compost viene venduto principalmente in agricoltura e all’industria dei terricci confezionati.
Poi sono arrivati gli anni 2000 con i grandi impianti di compostaggio dell’umido domestico ed i finanziamenti a pioggia sulle energie da fonti rinnovabili.
Noi (il mio socio Francesco Beretta -famiglia ospitante di Intercultura- e Alda) ci siamo quindi anche dedicati alla gestione di questi impianti industriali complessi che lavorano lo scarto delle nostre cucine e – lavoro molto diverso – abbiamo iniziato la produzione di biomassa combustibile. Questa biomassa combustibile – del legno macinato fine – viene venduto alle centrali che lo bruciano per fare vapore, energia elettrica e teleriscaldamento.
Abbiamo iniziato a estrarre dagli scarti verdi le frazioni legnose grossolane (i tronchi ed i rami grossi delle potature) ed abbiamo avviato un’attività nuova di manutenzioni forestali; da qualche anno, la produzione di biomassa combustibile è diventata predominante rispetto alla produzione di compost.
La biomassa combustibile è una destinazione meno nobile della sostanza organica che, anziché bloccare il carbonio nel terreno e rendere il terreno stesso fertile, viene restituito all’atmosfera dopo la combustione contribuendo nuovamente alle emissioni globali di CO2 (non da fonti fossili - però - perché il legno residuale è una fonte energetica rinnovabile).

Qual è stata la maggior soddisfazione/intuizione e il più grande ostacolo affrontato con la Tecnogarden Service in un’ottica di sviluppo sostenibile?
Questa scelta imprenditoriale rappresenta benissimo le nostre difficoltà maggiori a realizzare un’attività che contribuisca in pieno allo sviluppo sostenibile. Il recupero, riciclaggio e riutilizzo degli scarti organici seguono a fiume le politiche economiche nazionali ed è impossibile operare indipendentemente da esse: resta un mio sogno quello di produrre compost da recapitare in modo diffuso alla residenzialità periferica delle grandi metropoli mentre i finanziamenti pubblici mi portano a bruciare la sostanza organica per produrre – spesso in modo molto poco efficiente – energia.


Quanto ha segnato la tua vita professionale la tua esperienza con Intercultura?
Del mio anno in Oregon (the Toothpick State con riferimento alle piante enormi Douglas Fir delle sue foreste) mi sono avvalso per avere una visione internazionale del mio lavoro: sono stato fra i primi in Italia ad avere autorizzata un’attività di compostaggio di scarti verdi. Oggi abbiamo 13 piccole unità operative che effettuano un lavoro estremamente locale (la raccolta degli scarti verdi e del legno non può sopportare lunghe distanze di trasporto) e ora raccogliamo anche il legno post consumo urbano (mobili rotti, serramenti...) che conferiamo per formare nuovamente pannelli truciolari per la produzione di mobili.
Molte situazioni della mia esperienza all’estero le trovo assimilabili con la mia carriera imprenditoriale. Certamente la curiosità e la voglia di sfidare situazioni nuove sempre in primo piano: se non lo faccio io, chi lo farà?
Invece dai tre anni passati in Jamaica amo far tesoro di un famoso detto caraibico che ti porta ovunque tu voglia andare: “No problems, just situations”.

Quale messaggio vuoi lasciare alle ragazze e ai ragazzi che dal primo settembre potranno iscriversi al nuovo concorso Intercultura?
Difficile dare un messaggio ai nuovi partecipanti. A loro voglio dire di essere fortemente consapevoli e determinati nel lanciarsi in questa esperienza di libertà individuale e verifica del proprio modo di essere, stimolati dalla curiosità di conoscenza di un’altra cultura e protetti in un contesto familiare e scolastico. Ora è il momento: fatelo.

Intervista a Guido Neri

Ex partecipante negli Stati Uniti nel 1978, volontario di Intercultura di Novara e fondatore della Tecnogarden Service Srl

  • Prossima Storia

    Acqua: una risorsa preziosa

    Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito...

    Intervista a Noemi Diotti

    partita per la Cina poi volontaria, ora in si trova in Kenya a svolgere il Servizio Civile Universale

  • Prossima Storia

    Incontri che continuano nel tempo

    "Incontri che continuano nel tempo" certamente descrive la mia esperienza di volontaria di Intercultura.Non sono stata una exchange student ma una delle mie più care amiche è una AFSer del Connecticut, conosciuta nel 1980 durante...

    Alda Protti

    Presidente del Consiglio di Amministrazione di Intercultura e volontaria del centro locale di Novara

  • Prossima Storia

    Pesciolini pieni di entusiasmo

    Entusiasmo! Questa è la parola giusta per definire il percorso di formazione che ha visto coinvolti i ragazzi del nostro centro locale Lovere-Boario, ora più che mai pronti per tuffarsi nel fiume Oglio e raggiungere paesi nuovi...

    Matilde

    Volontaria del Centro locale di Lovere-Boario

  • Prossima Storia

    Alcune cose non hanno prezzo ma solo valore

    Ho conosciuto il mondo di Intercultura grazie a mia madre, insegnante di Inglese, che faceva le lezioni di Italiano agli studenti stranieri del centro locale di Catania.La mia esperienza è iniziata da fratello ospitante di un ragazzo...

    Ennio

    Volontario del centro locale di Catania

Welcome to Intercultura (AFS Italy) website! Where do you want to go?
- If you want to know more about Intercultura, click here
- If you want to know more about studying in Italy with Intercultura, click here
- Sprechen Sie Deutsch? Hier Klicken
- If you want to visit the full website (Italian only), click here