La mia Argentina

Giulia

Da Augusta in Argentina per un anno

Argentina: terra del mate, del dulce de leche, del football e del tango… Così grande e così varia ma pur sempre passionale. Attenzione…il mio, nei confronti di questo paese, non è sempre stato amore, ho impiegato ben sette mesi e dodici giorni per poterlo conoscere, comprendere ed apprezzare. Devo ammetterlo mi ci è voluto parecchio tempo per adeguarmi e per stabilizzarmi mentalmente a un nuovo paese e a un nuovo stile di vita che sentivo davvero lontano, ma con il tempo le cose cambiano da sé. Si dice sempre che l’Argentina sia un po' la seconda Italia ma, nonostante possano sembrare simili, in realtà sono tanto diverse. Però non posso negare che in alcune zone del continente l’influenza europea, in gran parte italiana e spagnola, si fa sentire e rende quasi impossibile trovare un’identità agli Argentini e alla loro cultura.

Credo che uno degli aspetti più importanti di una cultura sia l’educazione, e una delle cose che mi ha colpito di più dell’Argentina, oltre alla capacità di sopravvivere all’inflazione, è proprio questa: l’educazione e la scuola.
Inutile dire che la scuola italiana con quella Argentina sono come il giorno e la notte; le sei ore intense di compiti in classe, interrogazioni, spiegazioni infinite ed un programma scolastico interminabile, vengono sostituite da quattro/cinque ore abbastanza “allegre”.

Nella mia scuola si entra alle 7:45, la campanella suona sempre dieci minuti in ritardo per poter permettere agli alunni di entrare e sistemarsi nel posto a loro assegnato per poter successivamente fare l’alza bandiera, che al contrario di come pensassi non è affatto un atto di puro patriottismo, ma semplicemente una tradizione. Dopodiché si svolgono le normali attività scolastiche chiamate “moduli”, che terminano alle 12:45, interrotti da due ricreazioni di quindici minuti ciascuna.

Durante le lezioni è difficile partecipare e seguire attentamente, questo perché la maggior parte delle volte gli alunni approfittano della confidenza e dell’amicizia data dai professori per rendere impossibile lo svolgimento dell’attività didattica. I compiti a casa poi sono inesistenti e il programma scolastico è molto corto. Ovviamente la mia non è una generalizzazione, ma semplicemente la mia esperienza nella scuola pubblica della mia città.

Durante il mio percorso scolastico e non, ho avuto il piacere di conoscere molte persone, alcune con una mentalità aperta altre con una più chiusa, ed ho avuto la possibilità di poter imparare da queste… Soprattutto dalle persone con un modo di pensare molto diverso dal mio, grazie alle quali sono riuscita a ritrovare alcuni valori che avevo perso, in primo luogo quello della famiglia e dell’importanza di questa nella vita di ognuno; ma non solo, ho imparato quanto è importante essere se stessi ed avere delle proprie idee e una visione del mondo unica. Dagli Argentini e dalla loro cultura posso dire di aver appreso a non fermarmi alle apparenze e ai pregiudizi, a costruire la vita mattone per mattone e a valorizzare ogni singolo successo che sia piccolo o grande. Perché l’importante è vivere oggi non il domani, la vita ti offre sempre una seconda possibilità per poter migliorare nel frattempo c'è sempre tempo per un buon mate e una chiacchiera tra amici.

Uno degli episodi più significativi della mia esperienza è stato sicuramente l’incontro con una strana ragazza nel cortile della mia scuola.
Era una giornata come tante altre ed io insieme alla mia compagna di banco ci trovavamo a girovagare per i corridoi della scuola conversando riguardo a ciò che avessimo fatto il giorno precedente…nel frattempo in lontananza vidi una figura sconosciuta seduta tutta sola in un gradino, preparando mate.
Così, incuriosita, mi avvicinai, le chiesi se potessi sedermi accanto a lei e parlammo finché il suono della campanella non ci interruppe.
Nei giorni successivi la notai varie volte alla stessa ora, nello stesso gradino, tutta sola, preparando mate ogni volta in maniera differente: un giorno amaro, un giorno con dello zucchero, un giorno lo bevve caldo, il giorno seguente freddo, addirittura in un comune bicchiere di vetro e in una tazza. Conoscendo la cultura Argentina e sapendo che la preparazione del mate è quasi un rituale, mi chiesi cos'è che spingeva la ragazza a infrangere la “regola”, così un giorno, finalmente le chiesi il motivo e la ragazza non molto sorpresa dalla mia domanda, mi rispose che da sempre gli piaceva provare cose nuove e sconosciute, cercare un qualcosa che davvero le piacesse e che la rendesse felice e non quello che gli altri stabilissero come giusto per lei, e che questa sua filosofia la applicava anche nei gesti più piccoli e giornalieri.
Da quel momento, ho capito che bisogna sempre fare in modo di cercare quel qualcosa che ci faccia felici, provare sempre cose nuove senza temere il giudizio degli altri e soprattutto a non conformarsi con tutto quello che la società ci dà per giusto, perché siamo liberi di scegliere per noi stessi e soprattutto di vivere come una ragazza Argentina provando il mate per la sua prima volta.

Giulia

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