Una giornata tipo in Ecuador
Laura
Da Belluno in Ecuador per un anno
Ecco una tipica giornata della mia vita in Ecuador!
Mio padre mi sveglia ogni giorno dal lunedì al venerdì alle cinque e mezza, portandomi la colazione in camera. Di solito mi prepara pane, latte caldo e succo di frutta. Alle sei lo scuolabus passa a prendermi, e poiché la notte di Quito e' freddissima, le calze della uniforme sono di lana. Arrivo a scuola alle sette e mezza e le lezioni iniziano alle 7:45.
Ogni lunedì mattina tutto l'istituto canta l'inno nazionale, mentre gli altri giorni si deve semplicemente formare una colonna per classe nel cortile e, quando l'insegnante responsabile nomina il proprio corso, si entra ordinatamente (ma non troppo) nell'edificio.
Ogni ora di lezione dura quaranta minuti; dopo la quarta ora c'e' il recreo, la pausa, che dura venticinque minuti e durante il quale studenti, studentesse e insegnanti giocano assieme a calcio. Alle due lo scuolabus riparte e arrivo a casa verso le tre e venti.
Io sono vegetariana e per questo mia madre aggiunge pomodori e insalata alla pietanza, ma e' piuttosto raro trovare verdura nel proprio piatto in Ecuador!
Io e mia sorella frequentiamo la stessa scuola e pranziamo alle quattro del pomeriggio riscaldando quello che i nostri genitori ci hanno preparato la mattina, ovvero una enorme quantità di riso, patate al forno o fritte e carne. Io sono vegetariana e per questo mia madre aggiunge pomodori e insalata alla pietanza, ma e' piuttosto raro trovare verdura nel proprio piatto in Ecuador! Nelle altre case sono soliti consumare una zuppa prima del riso. Quando finiamo di mangiare laviamo i nostri piatti e iniziamo a studiare, di solito i compiti per casa ci tengono impegnate tutto il pomeriggio.
Una tazza di latte caldo e del pane e' la nostra cena, subito dopo facciamo una doccia e a dormire!
Qualche giorno fa un mio compagno di classe ha compiuto gli anni, e al posto della classica tirata alle orecchie, lo hanno obbligato a piegarsi appoggiando le mani alla lavagna mentre un ragazzo si sfilava la cintura, e uno dopo l'altro i miei compagni di classe hanno cominciato a colpire una, due, diciassette volte il "lato b" del povero festeggiato. E' stato decisamente strano e divertente!
Laura
Da Belluno in Ecuador per un anno