La povertà non è unica

Intervista a Enrico Beninato

ex partecipante ad un programma scolastico annuale in Honduras e ora parte dello staff COOPI

Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito all'Alleanza Italiano per lo sviluppo Sostenibile (ASVIS), l'iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.
OBIETTIVO 1 Sconfiggere la povertà - Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo


Intervista a Enrico Beninato, ex partecipante ad un programma scolastico in Honduras per un anno, partito nel 2015 dal Centro locale di Siracusa Sud. Enrico è un ragazzo siciliano di 23 anni, nato a Noto (un piccolo paesino della Sicilia sud-orientale), con una spiccata voglia di conoscere e soprattutto di viaggiare per il mondo. Da piccolo è sempre stato a contatto con un ambiente multiculturale: i suoi genitori hanno ospitato 7 ragazzi e ragazze con programmi di scambio di Intercultura. Anche per questo ha deciso di intraprendere una carriera legata alle relazioni internazionali, in maniera piú specifica nella Cooperazione Internazionale. Attualmente lavora come Assistente al Coordinamento Regionale di America Latina e Caraibi per COOPI - Cooperazione Internazionale (ONG internazionale italiana) a Bogotá, Colombia.



Abbiamo pensato a te come nostro testimonial di questo obiettivo: di cosa ti occupi?
Come menzionato prima, lavoro per una ONG internazionale. Più in particolare, mi occupo insieme al team presente in ufficio della gestione, amministrazione e controllo di vari progetti di emergenza e sviluppo in 8 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi: Guatemala, Haití, Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia e Paraguay. Ci concentriamo maggiormente sulla crisi haitiana e venezuelana, occupandoci di lotta contro la povertà, protezione di bambini, bambine e adolescenti, WASH, lotta contro il traffico umano e migrazione in generale.

L’obiettivo 1 è molto ambizioso: cosa significa povertà e come si può provare a sconfiggerla?
Innanzitutto è opportuno specificare che la povertà è un fenomeno multidimensionale che può essere tradotto in fattori oggettivi, come la mancanza di risorse per soddisfare i bisogni primari di sopravvivenza, ma anche in fattori soggettivi, come la mancanza di partecipazione sociale causata da discriminazioni di varia natura. La povertà è un fenomeno profondamente radicato nella società in cui viviamo e non facilmente eradicabile. Qualunque sia il concetto adottato nella lotta alla povertà, è essenziale che si tenga conto dei contesti e delle esigenze locali. Per porre fine a ciò bisogna collaborare secondo il concetto e le esigenze definite dagli abitanti di ciascun Paese: non esiste una povertà unica, per questo non esiste un solo modo per combatterla.

Per porre fine alla povertà bisogna collaborare secondo il concetto e le esigenze definite dagli abitanti di ciascun Paese: non esiste una povertà unica, per questo non esiste un solo modo per combatterla.


Quali azioni quotidiane si possono mettere in atto? E quali politiche si dovrebbero implementare, a livello locale e mondiale?
La lotta contro la povertà può essere portata avanti anche dai semplici gesti: non sprecare cibo, acqua, elettricità, non comprare cose inutili o in quantità che non sono realmente necessarie (es. vestiti), fare del semplice volontariato, ecc… Sono i piccoli gesti che contano! A livello locale, prendendo l’esempio italiano, ci sono molte organizzazioni che permettono di donare e distribuire cibo e vestiti a persone che non possono permetterselo, di fornire appoggio a coloro che si trovano in difficoltà, non solo economica.

A livello nazionale/mondiale bisognerebbe fare delle pressioni a livello sociale: manifestazioni, azioni di sensibilizzazione alla popolazione (che molto spesso non conosce minimamente la situazione critica in cui riversano molti paesi), lobbying alle istituzioni politiche nazionali e internazionali.

Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante, senza dubbio. Dopo l’adozione degli Sustainable Development Goals (SDGs) si è visto un radicale cambiamento della concezione di sviluppo mondiale, dove, per l’appunto, la lotta alla povertà è il primo obiettivo e il più importante.

Dopo l’adozione degli Sustainable Development Goals (SDGs) si è visto un radicale cambiamento della concezione di sviluppo mondiale, dove, per l’appunto, la lotta alla povertà è il primo obiettivo e il più importante.

Quanto è stata importante per te l’esperienza con Intercultura in Honduras?
Definirla “significativa” o “fondamentale” sarebbe riduttivo.

In un anno, in un posto cosí lontano da casa mia, in mezzo a delle persone che non conoscevo, con una lingua che non ho mai studiato, ho davvero trovato me stesso. Ho visto luoghi incantevoli, vissuto esperienze indimenticabili e conosciuto persone fantastiche, che mi hanno accolto come se fossi uno di loro. Ricordo che sin dal primo giorno, mia madre ospitante mi disse: “Non voglio che mi consideri come una persona estranea, per un anno voglio che tu mi possa considerare come una seconda mamma” e così è stato.

Siamo rimasti sempre in contatto e quest’anno, poiché mi trovavo in America Latina, ho deciso di passare il Natale con la mia famiglia ospitante in Honduras, dopo ben 5 anni! È stato come se non me ne fossi mai andato: ho ritrovato le persone che avevo lasciato e che mi hanno sempre voluto un gran bene.

Questa esperienza mi ha cambiato profondamente: vedendo le condizioni in cui riversava l’Honduras, qualcosa dentro di me si è mosso. Da quel momento ho capito che volevo fare qualcosa per aiutare queste persone così incredibili e proprio per questo adesso lavoro per una ONG.

In un anno, in un posto cosí lontano da casa mia, in mezzo a delle persone che non conoscevo, con una lingua che non ho mai studiato, ho davvero trovato me stesso.
Cosa diresti alle ragazze e ai ragazzi che si stanno iscrivendo al concorso di Intercultura?
Partite, partite e partite!

Non vi pentirete mai di aver fatto un’esperienza del genere. Approfittate dell’opportunità, scegliete il paese piú lontano e partite per quanto più tempo possibile.
So bene quanto sia difficile lasciare la famiglia, gli amici o gli amori (anche io avevo paura come voi, non mi sentivo pronto), ma ne vale davvero la pena. Non solo come esperienza curriculare, ma soprattutto come esperienza di vita!

Vedrete che appena arriverete in quei posti così diversi, ma così belli, la paura sparirà in un attimo. In bocca al lupo!

Intervista a Enrico Beninato

ex partecipante ad un programma scolastico annuale in Honduras e ora parte dello staff COOPI

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