Un’industria sostenibile è possibile

Intervista a Gaia Falqui

ex partecipante ad un programma scolastico annuale negli USA e ora staff dell'UNIDO a Vienna

Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito all'Alleanza Italiano per lo sviluppo Sostenibile (ASVIS), l'iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.


Obiettivo 9 Industria, Innovazione e Infrastrutture - Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione


Intervista a Gaia Falqui, da Cagliari negli USA nel 2011-12. Nata e cresciuta a Cagliari, Gaia è sempre stata una persona appassionata e curiosa. A 16 anni ha vinto una borsa di studio Intercultura ed è partita per gli Stati Uniti per un’esperienza interculturale di un anno, la prima di una lunga serie. Dopo quasi 10 anni all’estero, Gaia lavora oggi per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO) a Vienna.



Di cosa ti occupi all’UNIDO?
Oggi mi occupo di un progetto di cooperazione in Etiopia che mira alla creazione di opportunità di impiego dignitoso per donne e giovani attraverso lo sviluppo dell’industria del cuoio etiope, un settore in grado di stimolare la crescita economica del Paese. Attraverso l’iniziativa si vuole quindi raggiungere uno sviluppo industriale inclusivo e sostenibile, che salvaguardi l’ambiente e proponga l’inclusione sociale e l’uguaglianza di genere.
Il 9° obiettivo dell’Agenda 2030 promuove innovazione e industrializzazione equa e sostenibile. Come è possibile conciliare l'industrializzazione e le infrastrutture con la sostenibilità? Quali sono i principali rischi e ostacoli?
Conciliare l’industrializzazione e le infrastrutture con la sostenibilità è possibile attraverso iniziative mirate, per esempio, all’implementazione dell’economia circolare, l’impiego di energia pulita, la gestione etica dei rifiuti, l’uso efficiente delle risorse e l’attuazione di accordi ambientali multilaterali.
Il rischio a cui si può incorrere è sicuramente la messa in pratica di processi di industrializzazione che non siano equi, inclusivi, o che non tengano a mente l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, nell’ottica del principio del “Leave no one behind” dell’Agenda 2030.

Conciliare l’industrializzazione e le infrastrutture con la sostenibilità è possibile attraverso iniziative mirate, per esempio, all’implementazione dell’economia circolare, l’impiego di energia pulita, la gestione etica dei rifiuti, l’uso efficiente delle risorse e l’attuazione di accordi ambientali multilaterali.
Quali sono le azioni a livello individuale, locale e nazionale da mettere in atto?
Molto spesso quando si parla di industria e sostenibilitá, si pensa che le azioni a livello individuale siano meno rilevanti o inutili ad apportare il cambiamento. Ci si sente impotenti. Io penso invece che gli individui, insieme, possano indirizzare i mercati e le politiche, attraverso piccoli gesti quotidiani. È importante acquisire consapevolezza e fare scelte di consumo etiche.

A livello locale e nazionale servono sforzi per potenziare la ricerca scientifica, migliorare le capacità tecnologiche dei settori industriali e sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti.

Gli individui, insieme, possano indirizzare i mercati e le politiche

Quanto è stato importante il tuo percorso all’estero con Intercultura?
L’esperienza negli Stati Uniti ha avuto, ha e avrà un impatto decisivo nella mia vita.

Ho imparato a fare ricchezza delle diversità, a mettere in discussione il mio punto di vista e a rispettare le credenze altrui. Questo ha un risvolto positivo non solo nella mia vita personale, ma anche nel mio lavoro, dovendomi relazionare quotidianamente con team multiculturali e in lingue diverse.

Inoltre, l’esperienza mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti, considerare, e poi effettivamente intraprendere, in maniera serena, percorsi di vita in diverse parti del mondo.

Infine, negli Stati Uniti ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno accolta nella loro famiglia e fatto sentire a casa. Ho imparato tanto dalla loro generositá.

L’esperienza negli Stati Uniti ha avuto, ha e avrà un impatto decisivo nella mia vita.
Quale messaggio vuoi lasciare alle ragazze e ai ragazzi che hanno quest'estate partiranno per un’esperienza all’estero con Intercultura?
Ci saranno sicuramente varie opportunità nel corso della vostra vita di vivere all’estero. Tuttavia, un’esperienza di scambio in anni così formativi, sarà fondamentale per la vostra crescita.

Siate curiosi, pronti ad ascoltare, a mettere in discussione il vostro punto di vista e a imparare.
Non sarà sempre semplice, ma sarà di certo un’esperienza bellissima e indimenticabile!

Intervista a Gaia Falqui

ex partecipante ad un programma scolastico annuale negli USA e ora staff dell'UNIDO a Vienna

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