Un tuffo nel Paese del sorriso

Ester

da Parma in Thailandia per tre mesi scolastici

Mare, semplicità, povertà, un paese in cui puoi essere ciò che sei senza essere giudicato; ecco la Thailandia.
Sono una ragazza di 17 anni e circa un anno fa mi sono iscritta ad un programma Intercultura, intenzionata a vivere un'esperienza all'estero. Tra tutti i paesi che avevo messo nella lista, la Thailandia era l'unico extraeuropeo e quello più lontano. Probabilmente non ci avevo dato troppo peso, non pensavo che sarei finita proprio lì, ed invece è successo.
A differenza di molti exchange students, io non mi sono resa subito conto dell’avventura che avrei vissuto, non ho pianto prima della partenza, semplicemente perché non riuscivo a crederci, era tutto troppo irreale, finché il 13 luglio ho preso l’aereo diretto verso Bangkok ed è stato proprio lì che ho cominciato a metabolizzare ciò che stavo vivendo e a scrivere le prime pagine del libro di quell’avventura, che ancora non sapevo mi avrebbe cambiato la vita.

I primi giorni in Thailandia sono stati un sogno, li ho passati in un hotel a Bangkok assieme ad altri exchange students, dopodiché, prendendo un altro volo, sono arrivata dalla mia host family ed è stato proprio lì che ho cominciato a sentire i primi impatti culturali e al contempo la mancanza di casa.
Decisi di provare a ripartire da zero, cercando di abituarmi a quella che per loro era la quotidianità e per me una stranezza,
Durante i primi giorni con la host family, mi stava venendo voglia di cambiare, di tornare indietro, perché era un luogo troppo diverso dalle mie aspettative, poi però dopo innumerevoli pianti isterici e grazie alla forza di volontà, sono andata avanti, sì sono andata avanti perché avevo capito i miei errori: stavo paragonando il mio paese, la mia famiglia e le mie abitudini italiane con quelle thailandesi; così decisi di provare a ripartire da zero, cercando di abituarmi a quella che per loro era la quotidianità e per me una stranezza, ad esempio: togliersi le scarpe nei luoghi chiusi, la mancanza di acqua calda, l’assenza di carta igienica, numerosi insetti, la guida spericolata, ed infinite altre particolarità che ora come ora credo rendono la Thailandia un paese semplice, con persone che non desiderano sempre di più, ma che sanno apprezzare quello che hanno, persone pronte ad aiutare il prossimo e capaci di tenere il sorriso stampato sulla faccia pur vivendo in una situazione difficile.

Grazie a queste persone meravigliose, mi rendo conto di essere cambiata, perché ora riesco ad apprezzare anche le piccole cose e a questo proposito mi torna in mente il giorno del mio compleanno in Thailandia, che è partito proprio male, però poi si è concluso nel migliore dei modi: al mattino, appena sveglia, tutti si erano dimenticati del mio compleanno e anche poi, una volta arrivata a scuola, nessuno se ne ricordava; così, invasa da sentimenti nostalgici, scoppiai a piangere e ricordo che una ragazza venne da me e mi disse: “perché stai piangendo?” e dopo averle spiegato la situazione, lei chiamò tutti i suoi amici, mi cantarono tanti auguri, mi fecero soffiare le candeline in una foto sul telefono e mi diedero una fetta di mela dicendomi: “questo è il nostro regalo per te, è tutto ciò che ora abbiamo”. È stato in quel momento, che ho cominciato a capire davvero chi sono i thailandesi; fu allora che la mia voglia di piangere non era più smodata dalla tristezza, no, ma da un sentimento che mai avevo provato, infatti era la prima volta che qualcuno mi offriva tutto ciò che aveva soltanto per procurare la felicità dell’altro.
Penso che la scelta di partire sia stata la migliore decisione che potessi prendere nella vita
Penso che la scelta di partire sia stata la migliore decisione che potessi prendere nella vita: in primo luogo penso che attraverso questa esperienza ho imparato a conoscere me stessa, a conoscere i miei limiti e parti del mio carattere da sempre nascoste fino ad ora. Secondo me è anche un esperienza di crescita: parto da ragazza e torno da donna.
Ho vissuto momenti pieni di gioia, come ad esempio: salire su un elefante, vedere le isole più belle del mondo in barca, ridere e giocare con i miei compagni di classe, le cene di famiglia, sono stata principessa per un giorno, ho provato nuovi cibi, ho fatto thai dance…ma ovviamente ho vissuto anche dei momenti duri e difficili, durante i quali mi sono fatta forza e ho contato su me stessa.

Grazie a questa esperienza ho avuto la possibilità di conoscere una nuova cultura, usanze e tradizioni, che inevitabilmente mi porterò dietro per tutta la vita. Ho fatte tante nuove amicizie con ragazzi provenienti da tutto il mondo e ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo. Ho sicuramente acquisito capacità di adattamento (dopo aver fatto la doccia in un secchio con i gechi…ora posso fare tutto). Ho imparato a relazionarmi in modo indipendente, oltre che a sviluppare un notevole livello di maturità e di senso civico e di rispetti per gli altri.
Non riuscirò mai a dimenticare i momenti felici, ma soprattutto le persone che me li hanno fatti vivere; li porterò sempre nel mio cuore ed ora se penso alla Thailandia penso a casa.
Ora se penso alla Thailandia penso a casa.
Invito tutti i ragazzi, con il desiderio di vivere un’esperienza all’estero, di non escludere la Thailandia, magari per paura dei diversi stereotipi, che al giorno d’oggi si sono creati verso i paesi asiatici. Ora come ora, credo che sia proprio questo shock culturale che ti può cambiare davvero interiormente. Sicuramente a prima vista e per sentito dire, altri paesi possono sembrare più allettanti: chi non vorrebbe vivere, ad esempio, il classico sogno americano? Senza dubbio è una scelta molto difficile, però solo paesi molto diversi dal nostro, come la Thailandia, possono insegnarci più cose di quante se ne possano immaginare e aiutarci a crescere progressivamente.

Detto ciò, non abbiate paura…cadere, sbagliare buttarsi…no, non abbiate paura, perché in fondo la vita è un po' come quando s’impara ad andare in bicicletta: si può cadere e farsi male, poi però s’impara sempre a pedalare ed è in quel momento che si prova un gioia infinita e una soddisfazione immensa. Io quella gioia l’ho provata ed auguro a tutti voi di provarla.

Buona strada!

Ester

da Parma in Thailandia per tre mesi scolastici

  • Prossima Storia

    Il mio anno dominicano

    Buongiorno a tutti, vorrei iniziare citando la frase che mi ha fatto andare avanti in questi undici mesi: "Tutto ciò che vogliamo sta dall'altra parte della paura". E si, sto parlando proprio di paura perché, sinceramente, chi...

    Linda

    Da Verona in Repubblica Dominicana per un anno

  • Prossima Storia

    Quest'anno Babbo Natale lo faccio io

    Natale quest'anno è stato di domenica, quindi non c'è stato problema con la scuola, ma normalmente le scuole indiane il giorno di Natale concedono una 'tregua' e vengono chiuse, alcune danno persino le vacanze vere e proprie di...

    Federico

    da Rieti in India per un anno

  • Prossima Storia

    Vive le Quebec!

    Prima di partire credevo che il Quebec fosse una semplice parte del Canada, uguale a tutte le altre, con la sola differenza del francese come lingua ufficiale oltre all’inglese. Beh, mi sbagliavo. Il Quebec è un paese a sé...

    Linda

    Da Milano in Canada per un anno

  • Prossima Storia

    Sharing economy

    Gli studenti che partecipano ai programmi di Intercultura hanno un punto di vista privilegiato sul mondo ed è per questo che abbiamo chiesto loro di raccontare un aspetto della cultura del loro Paese ospitante che li ha colpiti, in merito...

    Francesca

    da Lecce in Polonia per un programma scolastico annuale

Welcome to Intercultura (AFS Italy) website! Where do you want to go?
- If you want to know more about Intercultura, click here
- If you want to know more about studying in Italy with Intercultura, click here
- Sprechen Sie Deutsch? Hier Klicken
- If you want to visit the full website (Italian only), click here