Sharing economy
Francesca
da Lecce in Polonia per un programma scolastico annuale
Gli studenti che partecipano ai programmi di Intercultura hanno un punto di vista privilegiato sul mondo ed è per questo che abbiamo chiesto loro di raccontare un aspetto della cultura del loro Paese ospitante che li ha colpiti, in merito al ruolo della donna, ai diritti umani, all'ambiente, alla povertà, all'accesso all'istruzione ma anche a ciò che davano per scontato.
Un modo per riflettere sugli obiettivi dell’Agenda 2030 promossi dall’ONU e in Italia portati avanti anche dall’ASviS, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, a cui la nostra Associazione aderisce.
Francesca di Lecce sta studiando per un anno scolastico in Polonia. Il suo racconto verte sui “free shop” luoghi di sharing economy, pensati per chi ha più bisogno di aiuto.
Vi racconto di una realtà che mi ha colpito positivamente e di cui mia madre ospitante è parte attiva: si tratta del “Po-Dzielnia”, un free-shop che si trova nella mia città ospitante, PoznaÅ„. Un free-shop è tecnicamente un negozio dove chiunque può lasciar qualcosa (da oggetti per la casa, a vestiti, ad accessori o libri) con lo scopo di farne usufruire, gratuitamente, a tutti coloro che ne abbiano bisogno. Coloro che lasciano qualcosa non ricevono nulla in cambio, così come le persone che acquistano non pagano nulla.
Oltre ad essere un free-shop è anche un centro di incontri e di dibattiti, per condividere le proprie idee e parlare di temi come il “zero-waste”, tema riguardante il ridurre ogni tipo di spreco. Inoltre, questo free-shop è basato sul concetto di “sharing economy”, poiché, grazie ad esso, le persone possono condividere ciò che non si utilizza più con altre persone che a loro volta compreranno (gratis) quei prodotti: in questo modo si preserva l’acquisto inutile di prodotti, che corrisponde ad uno spreco se consideriamo il fatto di poterli comprare “brand-new” ma di seconda mano, facendo in questo modo circolare un prodotto, invece di gettarlo via al primo uso.
Tutti coloro che fanno parte di questo team sono volontari e lo scopo è principalmente quello di diffondere l’idea che non è necessario gettare ciò che non usiamo, poiché qualcun altro potrebbe averne bisogno. L’obiettivo è insegnare l’arte del riciclaggio, riutilizzando ciò che è già stato utilizzato ma che continua ad essere in uno stato tale da poter essere utilizzato nuovamente.
Questo progetto è sostenuto inoltre da varie pubbliche istituzioni, istituzioni non governative ed alcuni donatori privati, oltre che da tutti i vari volontari senza i quali nulla sarebbe stato possibile.
Oltre ad essere un free-shop è anche un centro di incontri e di dibattiti, per condividere le proprie idee e parlare di temi come il “zero-waste”, tema riguardante il ridurre ogni tipo di spreco. Inoltre, questo free-shop è basato sul concetto di “sharing economy”, poiché, grazie ad esso, le persone possono condividere ciò che non si utilizza più con altre persone che a loro volta compreranno (gratis) quei prodotti: in questo modo si preserva l’acquisto inutile di prodotti, che corrisponde ad uno spreco se consideriamo il fatto di poterli comprare “brand-new” ma di seconda mano, facendo in questo modo circolare un prodotto, invece di gettarlo via al primo uso.
Tutti coloro che fanno parte di questo team sono volontari e lo scopo è principalmente quello di diffondere l’idea che non è necessario gettare ciò che non usiamo, poiché qualcun altro potrebbe averne bisogno. L’obiettivo è insegnare l’arte del riciclaggio, riutilizzando ciò che è già stato utilizzato ma che continua ad essere in uno stato tale da poter essere utilizzato nuovamente.
Questo progetto è sostenuto inoltre da varie pubbliche istituzioni, istituzioni non governative ed alcuni donatori privati, oltre che da tutti i vari volontari senza i quali nulla sarebbe stato possibile.
Francesca
da Lecce in Polonia per un programma scolastico annuale