"I soldi non fanno la felicità"
Rebecca
da Caltagirone in Messico per un anno
La cosa più importante che ho capito in Messico è quella che realmente i “soldi non fanno la felicità”, non vivevo nella povertà più assoluta, ma non avevo neanche tutte le agevolazioni che ho in Italia.
Il Messico mi ha insegnato davvero tanto: quando ho scoperto in che città avrei trascorso il mio anno all’estero, senza volerlo, mi sono riempita di pregiudizi, pensando che non
avrei mai potuto vivere a pieno la mia esperienza, magari per la povertà presente o la sicurezza di questo Paese. Ed è vero, non sarà il Paese più sicuro del mondo, ma basta avere un po’ di prudenza e saper rispettare quelle poche regole per non avere problemi!
Ho trascorso il mio anno in una piccola città nel sud del Chiapas: Palenque. Non ero mai stata abituata a vivere con così tanta natura e vegetazione ed era bellissimo vedere le scimmiette ovunque, anche sopra i tetti delle case, che venivano a “chiederti” platanos (banane) per mangiare.
La cosa più importante che ho capito è quella che realmente i “soldi non fanno la felicità”, non vivevo nella povertà più assoluta, ma non avevo neanche tutte le agevolazioni che ho in Italia. Ad esempio: nella mia casa ospitante non avevamo l’acqua calda, ma in realtà, con una media di 30 gradi giornalieri praticamente tutto l’anno, non era affatto un problema.
Se ci penso, alla fine, in nessuna casa ospitante ci sarà mai tutto ciò a cui siamo abituati da tutta una vita e viceversa: ci sono sempre delle cose nuove che con il tempo diventano normalità.
Se ci penso, alla fine, in nessuna casa ospitante ci sarà mai tutto ciò a cui siamo abituati da tutta una vita e viceversa: ci sono sempre delle cose nuove che con il tempo diventano normalità.
Se ci penso, alla fine, in nessuna casa ospitante ci sarà mai tutto ciò a cui siamo abituati da tutta una vita e viceversa: ci sono sempre delle cose nuove che con il tempo diventano normalità.
Nella mia piccola città ospitante non c’erano cinema, sale da bowling o quant’altro per passare un sabato sera, ma, al loro posto, venivano sempre organizzati viaggi turistici, di uno/due o più giorni dove potevi scoprire le cascate, i boschi, la natura del Chiapas e di città vicine. Oltre i viaggi immersi nella natura, sento ancora quella felicità e quel divertimento che provavo anche solo facendo dei giri in macchina con mio fratello ospitante, qualche amico e ascoltando musica a tutto volume. Perché i messicani sono così: riescono a trasformare anche la giornata più noiosa in una indimenticabile e, pur non avendo tutte le ricchezze che si possono avere in altri Paesi, il Messico è ricchissimo e unico nella sua cultura e nelle sue meravigliose persone.
Quando sono arrivata nel mio paese ospitante ero davvero chiusa in me stessa, timida a tal punto da non riuscire a prendere l’iniziativa di parlare con qualcuno e, in questo, le persone che ho conosciuto mi hanno aiutata davvero tanto.Ciò che dice sempre mio papà ospitante è: “sei completamente rinata, arrivata senza dire una parola e adesso nessuno ti può più chiudere la bocca!” e ringrazio ogni momento passato con lui, ogni momento passato con quella famiglia che mi ha accolta come la figlia e la sorellina che non hanno mai avuto, e ringrazio tutte le persone che ho conosciuto senza le quali il mio anno non sarebbe stato lo stesso.
Dopo questa esperienza ho capito che è inutile avere dei pregiudizi ed è meglio aprire gli occhi, scoprire da soli tutto ciò che ci circonda ed essere felici vivendo a pieno il nostro paese ospitante, qualsiasi esso sia, perché sarà una parte della nostra vita e ogni giorno merita di essere vissuto come se fosse l’ultimo.
Rebecca
da Caltagirone in Messico per un anno