Adoro la mia scuola in Costarica!

Giada

da Viterbo in Costarica per un anno scolastico

Fin dal primo giorno in cui sono arrivata in Costa Ricasono stata immersa in una cultura ricca di felicità, le persone sono sempre solari e il loro motto “Pura vida” li rappresenta appieno.
Adoro la mia scuola perché è molto diversa da quella italiana, il corridoio è completamente all’aperto dove vi si possono vedere le montagne, le palme e fiori colorati. Inizia alle 7:00 e finisce alle 16:30 ma è abbastanza leggera e i professori sono sempre a disposizione per aiutarti, così come i compagni. Tutti dobbiamo indossare una uniforme perché altrimenti non vi è possibile entrare, a meno che non vi sia una giustificazione; la uniforme varia a secondo della scuola in cui vi trovate.

La mia giornata inizia alle 6:00 di mattina, con una doccia e una bella colazione salata, il piatto tipico è il gallo pinto che viene accompagnato con uova, carne e platano. Poi vado a scuola dove rivedo le mie amiche, sono diventate parte fondamentale della mia esperienza, mi hanno aiutata fin dal primo giorno e per il mio compleanno mi hanno fatto una sorpresa che non dimenticherò mai. Alle 16:30 usciamo da scuola e andiamo in palestra insieme, poi torniamo a casa ed è “l’ora del caffè”, per me è il momento più bello della giornata perché si sta in famiglia, parlando, mangiando il “Pan dulce”, che non sono altro che dolci, e bevendo caffè.

Qui il caffè è molto diverso, noi siamo abituati a bere l’espresso, loro bevono il “café chorreado”, e inizialmente a dire la verità non mi piaceva ma adesso ne bevo almeno due o tre tazze al giorno. Verso le 19:00 io e mia sorella ospitante iniziamo a fare la cena, condividendo le diverse culture sul cibo, non mi aspettavo che fosse così buono e a volte penso a come farò a tornare in Italia senza il platano o frutti come il “Mamón Chino”, il “Jocote” e molto altro ancora. La sera, dopo aver cenato, io e mia sorella prendiamo lezioni online di portoghese due volte a settimana e nei giorni in cui non le abbiamo guardiamo dei film o crolliamo dal sonno.

Poi arriva il fine settimana, in cui si sta in famiglia e con gli amici. Con la famiglia solitamente andiamo al mare o a visitare posti diversi, con gli amici andiamo a mangiare fuori, per pranzo o per merenda. Ci sono moltissime cose da raccontare, ma una cosa è certa, rifarei questa esperienza e la consiglio vivamente a chiunque.

Natale al caldo dei Caraibi, che esperienza!
Devo dire che il mio Natale è stato strano ma allo stesso tempo unico, nessuno si è mai chiesto come sarebbe festeggiare il Natale con 30 gradi? È decisamente un’esperienza da provare, specialmente per chi adora l’estate come me!

Qui in Costa Rica ci sono solo due stagioni, che sono la stagione piovosa che dura 6 mesi (da maggio a novembre), que viene considerata “inverno” anche se le temperature oscillano sempre fra i 20 e i 30 gradi; e la stagione secca, che dura altri 6 mesi (da dicembre a maggio), considerata estate.

Oltre alle temperature, anche il cibo è completamente diverso, noi siamo abituati a non mangiare la carne il giorno della vigilia, come da tradizione, cosa che qui è stata impossibile da rispettare perché il 24 mattina ho fatto colazione con un tamale (involtino). Vi starete chiedendo cosa sia, è il piatto tipico natalizio che si realizza facendo un impasto composto prevalentemente da farina di mais, una volta pronto l’impasto ci si aggiunge il pollo o la carne di maiale ed altre verdure all’interno, dopo di che si avvolge tutto con delle foglie di platano e si chiude con un filo.
Prepararli richiede quasi un giorno intero, perciò si fanno uno o due giorni prima ed è tipico aggiungerci la salsa di Lisano.

Io e la mia famiglia però, li facciamo in modo diverso perché la mamma ospitante è nicaraguense perciò aggiungiamo più ingredienti, scoprire queste differenze è stato molto interessante. Il giorno della vigilia abbiamo fatto una cena in famiglia, decorato i biscotti e scartato i regali a mezzanotte. Il giorno di Natale abbiamo organizzato un pranzo e abbiamo passato la maggior parte del giorno parlando, mangiando e giocando con la sorellina più piccola. Riguardo gli addobbi anche qui si fa l’albero di Natale però, al contrario nostro, lo si pone fuori la casa insieme alle decorazioni e alle luci; mentre il presepe non tutte le famiglie lo fanno.

Giada

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