Cambiare gusti e abitudini
Catalina
dal Cile a Siracusa Sud per un anno
Caterina, per gli amici e la famiglia semplicemente Cata, ci concede un’intervista mentre è in aeroporto: “Sono un po’ in anticipo al gate, tra tre ore vado a Londra con mia sorella. Sono in vacanza perché c’è carnevale e la festa del patrono di Noto, San Corrado”.
Prima di partire avevo scelto l’Italia e poi la Sicilia ha scelto me! Sono stata molto fortunata perché ho una famiglia bellissima e vivo su quest’isola che ha molte tradizioni, per non parlare del buonissimo cibo! Sono ingrassata 5 chili, ma non posso fare a meno di assaggiare tutto. La cosa che mi piace di più è la ricotta. So che è strano rispondere così e che solitamente tutti dicono la pizza o il tiramisù, ma avete mai provato la ricotta fresca spalmata sul pane la mattina? Dolce, salata, al naturale… adoro andare con la mia famiglia in campagna e mangiarla ancora calda. Ho avuto anche l’occasione di vedere tutto il procedimento ed è stata un’emozione scoprire come da un pentolone pieno di latte possa uscire una ricotta così buona. Quando sono arrivata in Italia non mi piaceva troppo il formaggio, soprattutto il parmigiano, ma ora mi sono abituata, ho provato quelli “veri” che la mia famiglia compra in montagna e i miei gusti sono cambiati.
Ovviamente non solo i miei gusti, sono cambiata anche di carattere, mi sento più autonoma e più matura: stare in un posto dove non conosci nessuno, la lingua, la società... inevitabilmente ti cambia. Per fortuna lo spagnolo non è troppo diverso dall’italiano, anche se ci sono tante parole uguali con significato diverso che mi confondono e soprattutto qui si parla il dialetto. Ora posso dire di aver raggiunto un buon livello e ho anche imparato qualche parola in siciliano. La mia espressione preferita è “mi siddia” (mi secca fare qualcosa): si usa tantissimo qui e quando la dico i miei amici si stupiscono e sorridono perché non si aspettano che una cilena possa parlare dialetto.
Ovviamente non solo i miei gusti, sono cambiata anche di carattere, mi sento più autonoma e più matura: stare in un posto dove non conosci nessuno, la lingua, la società... inevitabilmente ti cambia. Per fortuna lo spagnolo non è troppo diverso dall’italiano, anche se ci sono tante parole uguali con significato diverso che mi confondono e soprattutto qui si parla il dialetto. Ora posso dire di aver raggiunto un buon livello e ho anche imparato qualche parola in siciliano. La mia espressione preferita è “mi siddia” (mi secca fare qualcosa): si usa tantissimo qui e quando la dico i miei amici si stupiscono e sorridono perché non si aspettano che una cilena possa parlare dialetto.
In Italia spesso mi chiamano Caterina perché non hanno mai sentito il mio nome. In Cile abito a Cañete, un paese di trentamila abitanti dove fa molto freddo. Solo a gennaio è caldo e per questo motivo quando sono arrivata in Sicilia ci ho messo un po’ ad abituarmi alle temperature… e tutti mi dicevano che era già la fine dell’estate, chissà come sarà a luglio prima della mia partenza.
Oltre che al clima, ho dovuto abituarmi anche alle regole di casa, alle usanze della famiglia e le modalità di insegnamento della scuola. Qui frequento il liceo scientifico, ma la mia tutor mi ha proposto un orario flessibile dove al posto di alcune materie, come il latino, seguo delle lezioni della scuola di moda. Non devo riportare in Cile i voti, ma non per questo non mi sto impegnando: faccio le verifiche e devo dire che sto andando molto bene! La settimana scorsa sono stata interrogata in storia dell’arte e ho preso 8. Non ero abituata alle prove orali, in Cile si fanno solo verifiche scritte, ma meglio così perché qui mi innervosisco di più quando scrivo. I professori mi aiutano quando non capisco, così come la mia famiglia.
Devo dire che sono stata proprio fortunata perché mi trovo bene con tutte le persone che sto conoscendo e che frequento: la mia mamma è molto premurosa e gentile, mi tratta come una figlia e non c’è cosa più bella che sentirsi parte della famiglia. Mi piacere avere i pomeriggi liberi, a differenza che in Cile, perché così posso studiare con calma, andare in palestra e uscire con le compagne di classe e con gli altri studenti ospitati qui a Siracusa Sud, anche semplicemente per prendere un panino e chiacchierare.
Quali sono le maggiori differenze con il Cile? Sicuramente il modo di parlare, visto che qui hanno tutti un timbro di voce molto alto e, ovviamente, l’utilizzo delle mani e dei gesti. Un’altra cosa che ho notato è che qui si usano molto per mangiare i bicchieri, piatti e posate di plastica, mentre io sono stata abituata a utilizzare cose di vetro che si possono lavare e usare nuovamente. Non mi aspettavo invece di sentire così tanta musica latina in radio, anche se la mia canzone preferita è “Barrio”, che, nonostante il nome spagnolo, è una canzone italiana di Mahmood.
Consiglierei subito l’Italia perché, oltre ai bellissimi luoghi che ti circondano ogni giorno, è abitata da persone meravigliose e “vere” ed è facile ambientarsi.
Catalina
dal Cile a Siracusa Sud per un anno