Che cosa ci ha insegnato Alya

Nostro figlio di 17 anni si trova ora in Argentina con il programma annuale di Intercultura.

Così presi dalle emozioni per la sua partenza, abbiamo deciso di fare la sua stessa esperienza, ma al contrario::abbiamo pensato che un pezzettino di mondo lo avremmo voluto in casa.

Il nostro pezzettino di mondo si chiama Alya e viene dalla Turchia,da Izimir (Smirne in italiano).

Da quando c’è Alya in famiglia c’è più attenzione alle parole,ai modi e soprattutto ai toni di voce Con Alya ci siamo sentiti diverse volte prima del suo arrivo e,appena arrivata,sembrava che la conoscessimo già da tempo…si era creato un legame affettivo molto forte.

Forse è proprio questa la parte più bella dell’esperienza: si crea una rete forte di rapporti affettivi.

Alya si sente abitualmente con nostro figlio in Argentina, anche se non si sono mai conosciuti; noi sentiamo molto vicini i genitori di Alya e siamo grati per l’opportunità di crescita e arricchimento che ci hanno dato affidandoci la loro figlia (adesso è anche un po’ nostra però ????); e siamo altrettanto grati ai genitori ospitanti di Edgardo (nostro figlio) per le opportunità di crescita che gli stanno offrendo .

La parte più divertente di questo intreccio da parte di noi famiglie è la lingua, perché ognuno cerca di comunicare nella lingua dell’altro! Non nascondo che a volte comunichiamo in turco con la mamma Argentina e viceversa!

Da quando c’è Alya in famiglia c’è più attenzione alle parole,ai modi e soprattutto ai toni di voce che per noi italiani sono sempre alti.

Si cerca di essere più comprensivi verso tutti ed è come se si ritornasse genitori per la prima volta :aspetti con ansia ogni suo piccolo progresso fino al raggiungimento di una completa autonomia.