I benefici di un'esperienza all'estero

Gabriele Quaranta

da Taranto in India nell’anno scolastico 2019-2020

Gabriele, uno degli studenti che in questi anni hanno ricevuto le borse di studio di Intesa Sanpaolo per un programma di studio all’estero, ha raccontato la sua esperienza in India nel corso dell’evento "Moving minds! Global education for the young people" tenutosi presso il Centro congressi di Palazzo Belgioioso a Milano.


Cosa ti aspettavi dall'esperienza? Le aspettative sono state rispettate?
Credo che la cosa migliore da fare prima di partire è non avere aspettative, perché di fatto non puoi davvero aspettarti qualcosa, soprattutto da un Paese così diverso come per me era l’India o la Thailandia e così via. Chiaramente però tutti noi sogniamo di vivere un’esperienza magica, che ci cambi la vita completamente.. e così è! Ci sono state delle giornate che io ricorderò per sempre come giornate bellissime, giorni in cui ho visitato il Tahj Mahl, i vari Festival indiani - che sono qualcosa di incredibilmente emozionante - però una cosa che magari non ci si aspetta, è che è quella più importante, che ricordo con maggiore gioia adesso, sono le giornate un po’ diverse, un po’ più difficili, quelle in cui magari un pensierino di tornare in Italia, si poteva anche fare! Il giorno dopo mi rendevo subito conto del fatto che non sarei assolutamente voluto tornare in Italia, perché erano proprio quelle giornate difficili che hanno fatto l’esperienza, quelle giornate difficili che mi hanno permesso di affrontare nuove sfide e superarle.


La consapevolezza di esserci riuscito, di aver superato queste difficoltà, questi shock culturali che erano uno dopo l’altro, uno al giorno e non finivano mai. Sono qualcosa che non ci si aspetta e che può spaventare però è quello che alla fine dell’esperienza resta di più, perché è quello che ricordo, se devo pensare al mio periodo in India, all’aver superato queste difficoltà, che mi hanno fatto crescere e diventare una persona nuova, che adesso vive la sua vita in modo completamente diverso rispetto a prima.


Quali consapevolezze hai acquisito grazie alla tua esperienza in India?
Vivere un anno in India, in generale all’estero, si capiscono tante cose, a vivere in un mondo completamente diverso, in cui non solo la lingua, il cibo ma proprio il modo di comunicare, il modo di relazionarsi ad altre persone era completamente diverso da quello a cui ero abituato. Questo mi ha permesso innanzitutto di capire che il mondo è così vario, così bello e che non esiste un peggio o un meglio, c’è solo il diverso che è sempre bello.

La prima consapevolezza è stata sicuramente accogliere e apprezzare la diversità che c’è nel mondo ed è la cosa più bella che ci sia.
E poi mi sono reso conto di come a volte potevo dare per scontato molte cose e che in realtà scontate non lo sono e quindi ho imparato ad apprezzare l’Italia, a rivalutare tutta la mia vita e quello che faccio, che ho sempre fatto. Ho imparato che ciò che noi consideriamo a volte garantito, scontato, magari non lo è in alcune parti del mondo o anche dietro casa nostra. Quindi dobbiamo sempre più ringraziare e apprezzare quello che abbiamo, invece di chiedere sempre altro.
Ho capito che vivere una vita semplice, in cui hai la compagnia e l’amore delle persone che ti stanno accanto, l’amicizia, sono i valori più importanti che ti fanno vivere bene anche in una capanna, anche in mezzo al nulla, e che non hai bisogno di nient’altro!
Vivere una vita semplice ma felici, si può fare anche con poco, non abbiamo bisogno di lusso e grandi cose. Il mondo, la diversità del mondo, ci insegna questo.
Questo mi ha anche portato a rendermi conto di quale sono i problemi che ci sono attualmente al mondo e di cercare di fare qualcosa, anche nel mio piccolo, sebbene noi possiamo far poco ma questo poco non è niente. C’era una frase che il mio preside della scuola indiana disse e che mi è rimasta impressa “se ti senti troppo piccolo per cambiare il mondo, allora prova a dormire in una stanza chiusa con una zanzara” perché alla fine noi possiamo tanto e l’idea che io stia qui, sia nato in Italia, avere tutti questi privilegi e che c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che magari questi privilegi non li ha, non è una cosa bella. Secondo me tutti dobbiamo fare qualcosa per cambiare questa situazione.

C’era una frase che il mio preside della scuola indiana disse e che mi è rimasta impressa “se ti senti troppo piccolo per cambiare il mondo, allora prova a dormire in una stanza chiusa con una zanzara”

Che consiglio/augurio daresti agli studenti in partenza?
A chi è in procinto di partire, mi sento di dare un consiglio che proviene dal cuore, avuto a mia volta da una volontaria di Intercultura: quello di scrivere un diario! A me ha aiutato tanto, perché mi ha permesso di dire a qualcuno, che non mi rispondeva (ma forse meglio così) tutte le emozioni che provavo, tutto ciò che sentivo, tutto ciò che facevo durante le giornate. E sarà anche molto bello leggerlo al vostro rientro o durante alcune fasi importanti della vostra vita. Ogni tanto mi capita di rileggere delle pagine e non vi nascondo che è scesa qualche lacrima!

Gabriele Quaranta

da Taranto in India nell’anno scolastico 2019-2020

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