La bellezza di anCHE io MI truccO

Intervista a Allegra Ingenito

Ex partecipante ad un programma trimestrale in Ungheria, volontaria del centro locale di Sessa Aurunca e fondatrice dell'Associazione "anCHE io MI truccO"

Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito all'Alleanza Italiano per lo sviluppo Sostenibile (ASVIS), l'iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.


OBIETTIVO 3 - Salute e benessere. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età


Intervista a Allegra Ingenito, ex borsista in Ungheria per tre mesi nel 2014.
25 anni, vive a Mondragone, una piccola città in provincia di Caserta. Il 19 aprile 2021 ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e Comunicazione Interculturale in Area Euromediterranea ed è volontaria di Intercultura nel Centro locale di Sessa Aurunca dal 2015. Ha sempre avuto un forte desiderio di conoscere realtà diverse, uscire “dall’acquario” e mettersi in gioco. Grazie a questa curiosità ha maturato un profondo interesse nell’esplorare e conoscere “l’altro da me” e, oltre al trimestrale con Intercultura, ha vissuto quattro mesi in Marocco, nel 2019, nell’ambito di un programma di scambio universitario, che la hanno portata a conoscere meglio se stessa e a cogliere la bellezza del volontariato. Da quando è partita per l’Ungheria non ha mai lasciato Intercultura: dal suo rientro è volontaria, oggi responsabile comunicazione per il Centro locale di Sessa Aurunca, e con la sua famiglia ha ospitato per tre mesi Teresa, sua sorella portoghese.




Abbiamo scelto te come testimonial per l’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030: come è nata l’idea di fondare l’Associazione?
Vi sono grata per aver pensato a me e mi emoziona poter raccontare la storia di “anCHE io MI truccO”: un’organizzazione di volontariato che nasce dalla storia personale di mia madre, Daniela, e dall’entusiasmo di dieci socie fondatrici. Mia madre è stata operata per un carcinoma mammario nel 2011 e in seguito ha affrontato le cure oncologiche che hanno comportato, tra le altre cose, perdita di capelli, ciglia, sopracciglia e stanchezza fisica. Guardando indietro a quel periodo, racconta che le cose che l’hanno aiutata maggiormente a non perdere la sua forza d’animo sono state il supporto della famiglia e il suo lavoro.
Mia madre è titolare di un centro estetico da 35 anni e, quando ha iniziato a notare i cambiamenti sul suo viso a causa della chemioterapia, ha potuto sfruttare la sua conoscenza nel campo dell’estetica per continuare a prendersi cura di sé e a seguire la sua routine abituale di bellezza. Questi semplici gesti e accorgimenti le hanno permesso di continuare a vivere la quotidianità prendendosi cura del suo benessere e di avere di volta in volta meno paura quando si guardava allo specchio, per riconoscersi. Dalla consapevolezza che la sua professione sia stata di grande aiuto per affrontare il periodo della chemioterapia è nata l’idea di mettere al servizio di altre donne, che affrontano o hanno affrontato lo stesso percorso, la sua competenza in campo estetico: questo progetto iniziale è stato supportato immediatamente con immensa gioia da altre nove donne e ragazze, tra cui me e mia sorella, e così abbiamo fondato l’associazione il 9 gennaio 2020.


Quali sono le principali attività e gli obiettivi che mette in atto l’Associazione?
Il nostro scopo principale è creare una fitta rete di solidarietà per sostenere le donne che affrontano o hanno affrontato la chemioterapia e supportarle affinché continuino a prendersi cura del proprio benessere psicofisico, riscoprano la propria bellezza e “affinché sia il cancro a sentirsi a disagio nel nostro corpo e non noi nel vedere la nostra immagine riflessa allo specchio” (queste parole di mia madre, presidente dell’associazione, sono diventate il nostro motto). L’associazione è nata con un focus femminile, ma uno dei nostri obiettivi a lungo termine è quello di creare una community di persone che, indipendentemente dal sesso, condividano l’ideale di anCHE io MI truccO, e di fornire supporto anche ai e alle caregiver. Ci basiamo sulla professionalità delle nostre socie fondatrici, Daniela e Margherita, qualificate come estetiste oncologiche (OTI), del supporto di due psicologhe e abbiamo lanciato un gruppo di auto-aiuto (per il momento online, per prevenire il rischio di contagio da Covid19), di una biologa nutrizionista che ci aiuta a fornire consigli per l’alimentazione e di un’istruttrice di pilates, ginnastica posturale e altre discipline.

Secondo te, come si possono aiutare donne e uomini ad accettare il cambiamento estetico avvenuto durante una terapia oncologica?
Credo che per accettare il cambiamento estetico sia imprescindibile ammettere il proprio stato di malattia. Sembra una cosa banale, ma mi rendo conto che spesso non è così: si cerca di mascherare la propria sofferenza e nascondere i segni che si manifestano sul corpo. A livello istituzionale, ritengo che sia necessario focalizzare l’attenzione sui pazienti, concentrandosi sulle strategie possibili e i servizi erogabili per mantenere un’alta qualità della vita durante le cure ed estendere il dibattito sul tema anche alla popolazione più giovane, insistendo sull’importanza della prevenzione che in questo periodo di pandemia è stata messo in secondo piano.


Quali sono state le tue esperienze con Intercultura e come hanno influenzato il tuo percorso di vita personale e accademico?
Sono partita per un programma trimestrale in Ungheria grazie alla borsa di studio in memoria del Dott. Giuseppe Mascolo, vittima di camorra. Durante quei tre mesi sono cresciuta molto: una delle scoperte più inaspettate e, allo stesso tempo, più belle è stata la consapevolezza di aver conosciuto meglio me stessa e la mia cultura di origine grazie al confronto con una cultura diversa. Ho capito che il mio modo di vedere il mondo non rappresenta una verità assoluta, ma è frutto di un contesto storico, politico e socioculturale nel quale sono nata e cresciuta, e che per allargare il mio sguardo sul mondo, è fondamentale arricchire la mia prospettiva attraverso la conoscenza di culture, lingue, storie diverse dalla mia.

Per questo la mia carriera universitaria ha visto Lingue e mediazione interculturale alla triennale e Lingue e comunicazione interculturale in area Euromediterranea alla magistrale, con arabo e spagnolo come lingue di studio.

Intercultura mi ha permesso di conoscere il mondo del volontariato e capire l’enorme arricchimento che proviene dalla condivisione: mettere il proprio tempo, la propria storia, le proprie risorse e capacità al servizio di un obiettivo comune è un percorso continuo di apprendimento e crescita personale ed emotiva.


Quale messaggio vuoi lasciare alle ragazze e ai ragazzi che nei prossimi mesi partiranno per un'esperienza di Intercultura?
Vivete pienamente ogni emozione, conservate nei vostri cuori il timore che precede la partenza e il pensiero di dover lasciare a casa le certezze e le persone che più amate. Da quel timore nasceranno consapevolezza e fiducia in sé. Non importa se il programma dura tre mesi o un anno né quale sia il Paese di destinazione: dopo questa esperienza svilupperete competenze interculturali grazie alle quali potrete soddisfare la vostra curiosità nei confronti di ciò che ancora non conoscete; potrete abbandonare la zona di comfort assaporando la vostra indipendenza e riscoprirete in voi risorse e potenzialità da poter condividere con la vostra comunità di riferimento, diventando cittadini consapevoli, aperti alla conoscenza e pronti ad aiutare l’altro.

Intervista a Allegra Ingenito

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