Concorso "Così vedo l'Italia": come ci vedono gli studenti stranieri attraverso l'obiettivo della macchina fotografica

Marilia Maccarone e Silvia Balla

Volontarie del Centro locale di Ivrea

Il concorso fotografico "Così vedo l'Italia" è nato 21 anni fa dall'intuizione della volontaria di Ivrea Renata Gallo. Portato avanti negli anni con entusiasmo e dedizione dai volontari del Centro locale di Ivrea, il concorso raccoglie ogni anno decine e decine di splendide fotografie scattate dagli studenti stranieri ospiti in Italia. Un modo efficace e spettacolare per mostrare, attraverso la lente d'ingrandimento dell'obiettivo della macchina fotografica, la loro immagine del nostro Paese.

È stata un’edizione particolare quella del concorso fotografico "Così vedo l'Italia" di quest’anno, segnata dalla pandemia e dalle misure di contenimento, e non è stato facile per i partecipanti trovare occasioni per fotografare.

Ma, come ogni anno, sono riusciti a sorprenderci con i loro scatti ed i loro pensieri. Hanno toccato vari temi: il cibo, la scuola, la famiglia, l’arte e il paesaggio. Quest’anno ovviamente sono mancate le classiche mete turistiche, ma ci ha colpito come siano riusciti a trarre ispirazione anche in luoghi molto vicini a casa. E non sono mancate le riflessioni su affetti e sentimenti e su cosa abbia significato per tutti la pandemia.

Da parte nostra, per dare maggior visibilità al concorso, quest’anno oltre alla giuria tradizionale abbiamo aggiunto una giuria “social” sul canale Instagram del centro locale. Così ogni mese abbiamo avuto una doppia votazione e, curioso, spesso le scelte coincidevano.
Purtroppo non abbiamo potuto ospitare ad Ivrea i vincitori, conoscerli e scambiare con loro pensieri ed emozioni, ci sono mancate le attività con le scuole e con i fotografi e la festa finale con famiglie e volontari. La cerimonia di premiazione si è svolta on-line, ma ci ha trasmesso comunque tanta emozione e ci ha dato la possibilità di avere molti ospiti inusuali: le famiglie ospitanti e i rappresentanti dei Centri locali degli studenti stranieri vincitorie il Segretario Generale di Intercultura, Andrea Franzoi.

Marilia Maccarone, volontaria del Centro locale di Ivrea

Le foto prime classificate del'edizione 2021 del concorso fotografico "Così vedo l'Italia"

Quest'anno abbiamo svolto per via telematica la premiazione del concorso fotografico “Così vedo l’Italia”. La premiazione negli anni scorsi è sempre avvenuta nella sala dorata del Comune di Ivrea alla presenza di Sindaco ed assessori, nonché di giornalisti e cittadini e il premio del concorso era proprio trascorrere un paio di giorni in Canavese
Nato da un’idea di Renata Gallo la prima presidente del centro locale di Ivrea siamo comunque giunti alla XXI edizione, nonostante tutto.

Abbiamo portato avanti negli anni “Così vedo l’Italia” perché ci interessava vedere con gli occhi di adolescenti nati e vissuti nel resto del mondo, come era vista l’Italia che li stava ospitando. Ci interessava vedere naturalmente i paesaggi tipici e la nostra architettura, ma soprattutto vedere gli italiani visti nelle relazioni, nei gesti, nelle abitudini, riscoprire le tradizioni e notare le contraddizioni del paese.
Molto interessanti sono stati in questi anni i commenti che chiedevamo ai ragazzi nel momento che inviavano la fotografia al concorso. Quest’anno si è anche avuto uno sguardo legato al periodo Covid.
Alla premiazione ha partecipato anche Andrea Franzoi , Segretario Generale di Intercultura: “Il concorso si sposa perfettamente con il progetto educativo che propone Intercultura e porta i ragazzi ad avere uno sguardo attento sull’esperienza che stanno vivendo.”

Silvia Balla, volontaria del Centro locale di Ivrea
Abbiamo portato avanti negli anni “Così vedo l’Italia” perché ci interessava vedere con gli occhi di adolescenti nati e vissuti nel resto del mondo, come era vista l’Italia che li stava ospitando
LE FOTOGRAFIE VINCITRICI:

1° posto "Stracciatella" di Irina Jokanovic dalla Serbia a Lecco
Motivazione:
uno scatto dal titolo originale che rappresenta pienamente il tema del concorso. Una balconata che proietta lo sguardo sul panorama cittadino e va oltre il paesaggio raffigurato con una riflessione commovente sui temi legati alla pandemia. In tutte le foto inviate Irina ha saputo esprimersi sia con le immagini che con le parole, riuscendo a trasmettere una sincera emozione vissuta in prima persona.
Stracciatella: Quasi tutti conoscevano Bergamo, una delle città più belle del nord Italia, prima della pandemia. Ma dopo l'inizio della pandemia e le numerose vittime che questa città ha subito, se ne accorse anche chi fino a quel momento non la conosceva. Questa città è una di quelle che hanno riunito le persone durante la pandemia, sebbene non fosse fisicamente possibile. Una città che ha risvegliato fede, preghiera, compassione e speranza in tutti noi, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Ma Bergamo è certamente una città che ha molto da offrire e non dovrebbe essere conosciuta per le cose brutte che la pandemia le ha portato, ma per l'ottimo gelato e varie altre attrazioni. Il panorama di questa città ci lascia senza parole, come queste due statue nella foto, che svettano saldamente orgogliose della bandiera italiana accanto a loro.

2° posto a pari merito "La bella Italia" di Fiorella Montorfano dal Paraguay a Roma Ovest e "Speranza" di Irina Jokanovic dalla Serbia a Lecco

"La bella Italia" di Fiorella
Motivazione: Interessante la composizione di due immagini, una in un contesto urbano, l’altra con una componente naturale, per rappresentare in modo diverso in concetto di simmetria, dove il soggetto principale sono l’arte e la bellezza
La bella Italia: Per me queste due foto rappresentano perfettamente la bella Italia, come tutto è perfettamente simmetrico, non importa da dove si guarda è sempre tutto bello. (Fiorella)
“Speranza” di Irina:
Motivazione: un’immagine densa di significato in cui l’uso del bianco e nero aiuta a dar forza allo sguardo di una persona che, sola sulla strada, diventa il simbolo di un sentimento collettivo. Un’immagine profonda e partecipata di una parola che è diventata così abituale e diffusa in tempo di pandemia.
Dopo allora, che è sicuramente la prima parola che ho imparato in italiano, la parola speranza è sicuramente quella che ha trovato il suo posto nel mio dizionario tra le prime, tra innumerevoli altre parole di vita quotidiana. Probabilmente è un po’ strano al primo pensiero per qualcuno che non ha mai imparato l'italiano prima, considerando che questa parola non è usata così spesso ... o almeno non era usata prima della pandemia. Vale a dire, ora questa parola è diventata una parte della nostra vita quotidiana ... una parola che significa tutto ciò che abbiamo e dovremmo avere in tempi così, non così facili, una parola che non è come un gergo che verrà usato solo da vecchio giovane, ma quello che tutte le generazioni conoscono; Una parola non così lunga o di tono leggero, ma molto forte e influente. Direi che questa foto mi ricorda questa parola proprio per via della persona su di essa. Nonostante sia un membro della mia famiglia ospitante, non abbiamo avuto occasione di parlare molte volte, tenendo presente tutte le misure. Ma ogni volta che parlavamo, la conversazione sarebbe finita con speranza o speriamo. Queste sono le parole di un uomo che, sebbene appartenga a una delle categorie più rischiose, è ancora abbastanza forte da dire che c'è speranza. So quanto sia difficile per molte persone in questo momento e per molte di loro la speranza scivola via lentamente dalle loro mani e perde la pazienza ... Voglio dire a tutti che stanno leggendo questo articolo che la descrizione di questa immagine non è il come la maggior parte degli altri perché dovrebbe ricordarti la tua speranza e che non lasci che ti lasci proprio così, ma afferrala e tienila stretta perché. tutto andrà bene (Irina)

3° posto "Passeggiando per Camogli" di Carla Fernanda Farias Rojo dal Cile a Genova
Motivazione: uno scatto pieno di luce e di colori che rappresenta la sorpresa di trovare qualcosa di bello al di là dell’arco e la gioia dei bambini che corrono ovunque.
Passeggiando per Camogli: Quel giorno i miei volontari mi portarono a Camogli. bambini che corrono ovunque. pieno di vita. Mi hanno detto che le case hanno quei colori perché anticamente i marinai potevano vedere le loro case da lontano. È un luogo magico e molto romantico.

Le migliori foto in concorso sono pubblicate sul sito https://www.intercultura-ivrea.org

Marilia Maccarone e Silvia Balla

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